15.9.06

Una modesta proposta per il Dibattito in corso

DA UN BEL po' c'è sempre questo interessante e stimolante, nonché originale, dibattito sulla rete, i blog, la comunicazione, il giornalismo. Adesso, novità degli ultimi mesi, il dibattito ha preso una china ancor più interessante, stimolante ed originale: anziché disquisire se è meglio il blog o il Corriere della Sera, ci si interroga sul senso del giornalista di per sé, questo parassita della società che vive corrompendo la comunicazione.

Il problema è nelle parole: il giornalista come tale non esiste. Esistono i giornalisti. Cioè, i giornalismi: linguaggi, figure professionali, ruoli tra loro molto diversi. E che spesso dal di fuori (dal di fuori della professione ma anche dal di fuori del mondo televisivo, cinematografico e romanzesco che utilizzano da decenni il giornalismo come categoria-jolly senza alcuna valenza reale) si immaginano invece come un'unica, monolitica categoria di personaggi un po' fancazzisti e spesso francamente urtanti (oltre che ricchi di famiglia, dato che non fanno una mazza dalla mattina alla sera).

Ebbene, sorprenderà gli espertoni digitali, quelli che "te lo do io il giornalista", però ci sono ancora sprazzi di professione che a quanto pare valgono uno stipendio. Ad esempio, pare che la mia vecchia conoscenza Luca Galassi (che è giornalista vero, di quelli nati con la cronaca locale per la Nazione sulla costa toscana, mica un agitprop de sinistra) abbia vinto un bel premio per un reportage che vale la pena di leggere.

Devo dire che, dopo essermi visto riconoscere una certa mancanza caratteriale di rabbia ed odio vero il prossimo, sto cominciando a diventare intollerante del qualunquismo diffuso con il quale si parla dei giornalisti. Su, coraggio: fatevi un bel mondo tutto di blog e mandate in pensione la carta stampata e tutto il resto. Poi vedete come state meglio: sarete tutti scopritori e attenti editorialisti del prossimo scorporo di Telecom. Per il resto, vagherete nel niente...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti do ragione... i giornalisti, i giornali devono esistere. Fanno un lavoro socialmente utile, quando lo fanno (sarai daccordo con me che non tutti seguono una linea di condotta "pulita", molti cercano lo scoop e, per averlo pubblicano notizie prive di fondamento in prima pagina, per poi smentirle qualche giorno dopo a pagina 20!!!).
La guerra con i blog però, a mia memoria (un po' labile in questo periodo), non è iniziata dai blog... bensì proprio dai giornali. Per cui, non capisco questo attacco verso i blogger che pubblicano notizie. Loro non fanno giornalismo, riportano le notizie pubblicate dalle varie agenzie di stampa... loro distribuiscono informazioni. In teoria, dovrebbe esserci posto per entrambi, no? I giornalisti fanno le inchieste, le pubblicano, e i blogger le diffondono attraverso la rete!
Sinceramente, non capisco la necessità di questa "guerra"!

Ciao
Gloutchov

Anonimo ha detto...

Non ho intenzione di fare il tuo avvocato difensore ma in questo post difendo le tue ragioni.