20.5.17

Il problema cruciale

STIAMO ACCAREZZANDO L’IDEA della perdita del lavoro a livello di società per via delle macchine. La stessa cosa, ma in un mondo diverso, che accadde con la seconda rivoluzione industriale. Gli angoli sono vari. Questo del Guardian è interessante ma prima vorrei notare come nessuno ancora guardi a Star Trek, serie di telefilm e film costruiti dagli anni Sessanta sull’idea di un mondo/galassia dell’abbondanza dove non si deve più lavorare per vivere ma di cose da fare ce ne sono decisamente molte.

Il Guardian ha varie idee, comunque, e questa che segue in particolare la direi abbastanza sovversiva. Ma decisamente non banale. Anzi, mucho interessante.

Money quote: “The crucial problem isn’t creating new jobs. The crucial problem is creating new jobs that humans perform better than algorithms. Consequently, by 2050 a new class of people might emerge – the useless class. People who are not just unemployed, but unemployable.

One answer might be computer games. Economically redundant people might spend increasing amounts of time within 3D virtual reality worlds, which would provide them with far more excitement and emotional engagement than the “real world” outside. This, in fact, is a very old solution. For thousands of years, billions of people have found meaning in playing virtual reality games. In the past, we have called these virtual reality games “religions”.”

1 commento:

Paolo ha detto...

Grazie per la segnalazione, uno degli articoli più interessanti che abbia letto di recente.
Crudo e sovversivo al punto da creare disagio, ma il tema è quantomai serio e di enorme, millenaria attualità.