18.2.17

Narrazioni dominanti e narrazioni determinanti

SONO AFFASCINATO DA molte cose, tra le quali le pareti e le cornici che le parole e le pratiche sociali creano nella nostra mente. Il mondo è veramente la realtà che vediamo con i nostri occhi ma filtrata dal nostro cervello, da quello che sappiamo? Cioè, creiamo la nostra realtà?

A parte queste derive cognitivistiche del mattino, è interessante vedere che la narrazione dominante del digitale, che ha aggiornato quella della rivoluzione industriale (prima pensavamo al nostro corpo come una macchina a vapore o meccanica, adesso al cervello come un computer e al corpo come il suo hardware esteso) sta producendo effetti paradossali.

La ricchezza, reale e tangibile, dei vari Bill Gates e Mark Zuckerberg, è il martello scientifico e scientista con cui schiacciare il verme della malattia e debellarlo dalla nostra società, entro la vita dei nostri figli. Peccato però che tutto l’impianto scientifico dell’evoluzione la pensi diversamente. La forzatura che ne risulterà potrebbe essere definitiva, mortale.

Money quote: “But there is a disconnect. The idea of the body as analogous to a machine, complete with bugs to be fixed by means of gene modification tools such as Crispr-Cas9, conflicts with Charles Darwin’s theory of evolution: machines and computers do not evolve, but organisms do. Evolution matters here because bits of code that compromise one function often enhance a second function, or can be repurposed for a new function when the environment shifts. In evolution, everything is grasping for its purpose. Parts that break down can become the next best thing.”


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