15.4.16

Hardcore! Henry (2016)

UN GIORNO UN sudafricano e un russo entrano in un bar con una Go Pro e… Sembra l’inizio di una barzelletta (un po’ strana) ma è in realtà il backoffice di Hardcore! Henry, vero cinema per decerebrati, ma quelli proprio irrecuperabili. E se non lo sono, dopo aver visto il film lo saranno. Garantito. Non si dorme bene e non è per la paura: è come farsi due ore di intro di uno sparatutto in prima persona (stesso livello di trama demenziale e sincopata) ma non giochi mai tu. Esci bollito. Poteva andare peggio, intendiamoci. Poteva essere anche 3D.

Il film gioca sulle citazioni, su effetti d'impatto, sulla capacità di dissimulare in un contesto reale scenografie tipiche di un videogioco. La trama però se la sono dimenticata al supermercato, legata assieme al cane. Se questo film deve essere la maturazione dello storytelling dei videogame, il "salto di specie" del Dna videoludico, allora molto meglio i film di Angelina Jolie che zompa a destra e sinistra come Lara Croft.

C’è da dire che sicuramente Hardcore! Henry è una festa per gli occhi, e penso ci siano delle muscolarità negli effetti speciali usati (e negli stunt praticati dai russi) che per gli addetti ai lavori possono essere anche significative. Invece, da un punto di vista dell’impianto cinematografico, il fatto che il film sia in soggettiva per tutto il tempo poteva lasciar immaginare soluzioni innovative o ardite. Dopotutto, con gli effetti speciali i piani-sequenza sono diventati molto gustosi e ci si possono aspettare delle sorprese. Il vincolo della soggettiva poteva aprire a movimenti inediti, coraggiosi. Invece, niente. Nada. Nichts. La fantasia desolante di un pastore alcolizzato addormentato in mezzo a cinquecento pecore in cima a una montagna. Lo stupore della mucca che guarda passare il treno.

Nel film, al di là delle citazioni dai videogiochi (soprattutto nella presenza di armi, mani e piedi in campo nelle scene cinematiche, il segno dell’ok o il no-no muovendo il cranio visto che il protagonista è muto), mancano completamente idee ed invenzioni. Anche la corsa sul ponte, la discesa rapida dal palazzo, lo sfondamento del furgone con il sidecar et similia sembrano stunt presi di peso dai cameracar e dalle foto dei russi maniaci, a partire da quelli che si arrampicano sui grattacieli e antenne televisive per farsi un selfie in quota.

L’idea di fondo è che l’estetica delle GoPro (non so se sia effettivamente stata utilizzato questo strumento di ripresa ed è anche abbastanza irrilevante), sommata a quella degli sparatutto in soggettiva (e per sparare il nostro Henry spara di bestia e picchia pure come un fabbro, da bravo cyborg incazzato) e infine la filosofia della Russia violenta degli oligarchi e di Putin, ebbene l'idea di fondo è che queste tre sommate siano in un continuum che ti fa venire voglia non andare mai più a visitare l'Ermitage di San Pietroburgo finché campi. Meglio farsi un giro con la Nikon al collo e le braghette corte nelle favelas di San Paolo o radersi il cranio da suprematista bianco (con la zazzera a forma di svastica) e poi entrare nelle shantytown di Joburg urlando "il pollo fritto mi fa schifo". Ma tutta la vita. Almeno, fino a che non ambientano una boiata come questa anche là, stile Call of Duty Modern Warfare. Che quello come videogioco per essere figo è figo, ma da qui a farci un film oltrettutto con la stessa estetica e pratica del gioco ce ne corre...

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