3.9.15

2015-04

DICIAMO CHE QUESTI ultimi giorni sono stati pieni di sorprese ma anche di letture piuttosto episodiche. Cominciamo da qui, la strada per il nome di un nuovo prodotto (How we named our new product, Throttle), che è parecchio intrigante.

Perché scattare pellicola e non digitale? Ci sono varie spiegazioni. Questa è mica male. (Why shoot film? – part 1). Il discorso però è parecchio più ampio. Comprende da un lato la storia della fotografia e dall’altro alcune riflessioni più recenti sulla sua evoluzione. A partire da questa fatta sul settimanale Time (The Next Revolution in Photography Is Coming) a cui è seguita questa risposta (The Future of Photography piuttosto intrigante. Anche perché in realtà c’è tutta una galassia di riflessioni e punti di riferimento. La legalità di una immagine (Photojournalism Ethics on Shifting Technological Ground) e l’idea che il software si stia letteralmente mangiando l’apparecchio fotografico (Software is Eating the Camera). Non male, no?

In passato ho recensito la Leica Q, macchina full frame senza telemetro a ottica fissa Leica Summilux 28mm f/1.7 dal costo non esattamente popolare di 4mila euro. La Leica Q Typ 116 è però stata oggetto anche di analisi da parte di altri giornalisti ed esperti. Interessante questa visione (Leica Q: Hands on review - Is the Q for you?) ma ancora più interessante, e fondamentale, il mega-servizio di Thorsten Overgaard (To be, or not to be, that is the Q) che ricorda che la il nome in codice di questa macchina per qualche singolare ragione era ”Hemingway”. Tra l’altro, bazzicando questi ragionamenti, ho anche scoperto un ottimo fotografo e ritrattista: Anthony Suau.

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