21.6.14

Tre libri che ho letto

VISTO CHE STIAMO andando verso l’estate, periodo nel quale si tende a leggere di più, segnalo tre cose che ho letto più di recente per il vostro diletto. Magari le trovate interessanti, magari no.


Il primo è di Ryan Holiday e si chiama CREDIMI! Sono un bugiardo - confessioni di un manipolatore di media. Titolo alla Lina Wertmüller. Un libro particolare, che per me ha un ulteriore punto di nota: lo tenevo da quasi due anni nella mia lista di libri da comprare su Amazon, nella versione in inglese. Aveva fatto un po’ di rumore quando era uscito, perché Holiday è un personaggio abbastanza particolare. Ha meno di trent’anni (è del 1987), droput dal liceo, è venuto su con la scuola della strada, per così dire, imparando sul campo come si fa a fare marketing e comunicazione in maniera piuttosto aggressiva. Da quando ha 21 anni è direttore marketing di American Apparel (che adesso ha un po’ di problemi) e ha praticamente fatto da uomo marketing e forse anche da negro per una dozzina di autori piuttosto quotati, tra scrittori già noti e sportivi (che però non vengono identificati). Scrive un po’ dappertutto (AdAge, The New York Times, Gawker e Fast Company) ed è decisamente uno dei personaggi a pelle meno simpatici tra i giovani rampanti del web che mi sia capitato di incrociare da lungo tempo: per dire in Italia i nostri aspiranti prezzemolini/enfant prodige in confronto sono dei poveracci. Comunque, dopo tanta attesa nella mia wishlist ho trovato il primo libro di Holiday (nel frattempo ne ha scritti altri due) sugli scaffali virtuali di Hoepli e l’ho fatto mio.

CREDIMI! mantiene le promesse e anche più: lo scopo era quello di spiegare in maniera piuttosto esplicita come sia facile manipolare i media digitali. Forse anche più che non manipolare quelli tradizionali. Una volta bastava farsi amico il giornalista e offrirgli dei whiskey in qualche sudicia bettola per conquistare “autorevolezza” presso la stampa. Scorretto ma tutto sommato anche romantico. Nel mondo di Google e dei grandi siti di infotainment (molti dei quali hanno appendici anche italiane quindi evitiamo di nominarli) è ancora più facile anche se meno romantico. Volendo, CREDIMI! è una lunga lista di exploits ai danni del sistema informativo digitale, hackeraggi sociali di buon livello. Vale la pena, se non altro come fonte di documentazione: c’è sempre qualcosa da imparare. Sono 18 euro per 288 pagine.
Il secondo è La ragazza meccanica, dell’americano Paolo Bacigalupi (direi di origine ligure, a occhio). Questo è un altro spettacolare libro di Multiplayer.it, editore per il quale ho un debole perché dalla provincia più profonda e partendo da un genere di nicchia (i libri tratti dai videogiochi) si sta facendo un nome grazie a un ottimo lavoro. In questo caso ha tradotto uno dei più importanti romanzi di fantascienza degli ultimi anni (che la mia adorata Urania ha perso! Ma si può?). La ragazza meccanica (2009) è un ottima storia ben condita: siamo in un futuro non troppo lontano, a Bangkok, dove ci troviamo immersi nel post-crack energetico. Il pianeta è tornato indietro per via delle le grandi multinazionali alimentari che hanno disintegrato mezzo mondo con le malattie derivate dagli alimenti geneticamente modificati e tutto funziona a molla o a braccia, con l’ausilio magari dei megadonti, elefanti geneticamente potenziati per fare il lavoro più duro con un saldo positivo di calorie. Anzi, le calorie sono la valuta corrente. È la storia di una “ragazza caricata a molla” (il titolo originale era “The Windup Girl”, ottima la traduzione di Massimo Gardella e annessa revisione). Il libro si divora: se leggete un solo romanzo di fantascienza quest’anno, fate che sia questo. Per tenere il prezzo relativamente basso (17,90 euro per 406 pagine) la brossura è sotto lo standard a cui mi ha abituato Multiplayer.it, ma ne vale comunque la pena.
Il terzo e ultimo è in inglese. È uno strano libro scritto a quattro mani, l’unico del mucchio che ha senso comprare di carta e non come ebook. Perché, anzi, è pensato per essere un anti-ebook, per essere cioè un libro che sfrutta la cartotenica e tutte le molteplici dimensioni della carta. Non voglio fare spoiler, quindi cerco di essere sintetico. Il libro si chiama “S” ed è stato ideato da JJ Abrams ma scritto da un giovane autore americano, Doug Dorst. Per quanto ne so io non solo non esiste una edizione italiana, ma non è neanche alle porte (l'ho preso su Amazon a 31 euro circa). Per questo consiglio pubblicamente agli amici di Multiplayer.it di pubblicarlo loro in italiano: il libro è un vero cult!. Di cosa stiamo parlando: il volume arriva fisicamente  con un rivestimento a scatola rigida (come i contenitori dei Meridiani o di alcune edizioni della Bibbia), con sigillo rotto ed etichetta della biblioteca comunale del liceo Laguna Verde High School. È una rara di copia “Ship of Theseus” scritto nel 1949 da un certo V.M. Straka, un misterioso autore che non si sa chi sia in realtà. E la Nave di Teseo copre per così dire la parte stampata del libro, che può essere letta come storia a sé stante.
Sugli ampi bordi delle pagine stampate, però, ci sono glosse scritte a penna da due calligrafie diverse. Si tratta di due studenti, Eric e Jen, anche loro personaggi della storia di Abrams e Dorst. La loro vicenda, e quella del professore che ha rubato le ricerche su Straka di Eric, si intrecciano con quella del misterioso autore. Le pagine del libro sono ingiallite, le note sembrano effettivamente scritte a mano, il libro poi è pieno di “oggetti”: cartoline, foglietti, pagine di fogli protocollo con appunti, mappe, che i due studenti si scambiano assieme al libro, aggiungendo appunti e promemoria per confermare le scoperte che fanno sulla vera identità di Straka e sul significato del libro stesso. Insomma, è una bella storia "meta" di fantasia, che utilizza anche il medium cartaceo per raccontare parte degli avvenimenti. Sia Abrams che Dorst hanno detto in interviste sul libro che “il punto di tutta la vicenda è avere in mano l’oggetto fisico”. Un piccolo libro di culto, che vi consiglio se siete sciolti con l’inglese, oppure aspettate la traduzione di qualche nostro editore di buona volontà.

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