30.12.13

Lo spirito di Natale della TV: "A Christmas Present Or Two Or Ten Edition"

NON ABBIAMO ABBASTANZA televisioni locali, questa è la triste realtà. Altrimenti anche noi avremmo questo tipo di performance, che in realtà si trova già abbondantemente nelle conduzioni radiofoniche. Il motivo? Ci sono agenzie e fonti comuni per i contenuti delle conduzioni. Anche per quelle sui regali di Natale che, siccome noi giornalisti e autori siamo parecchio pigri, riprendiamo pari pari...

A Christmas Present Or Two Or Ten Edition


Detto questo, monto in treno e vado via: ci ribecchiamo l'anno prossimo!!

29.12.13

The Photoshop Effect

SI, CERTO, LO sappiamo tutti. Photoshop (e gli altri software di fotoritocco, alcuni anche migliori e più potenti di quello di Adobe, sicuramente altri più economici) è da tutte le parti, tutto è ritoccato, tutto funziona in modo diverso. Si, certo. Poi però ci caschiamo sempre. Questa è una breve sessione per rinfrescarci le idee.



Anche perché, parliamoci chiaro: nella società dell'immagine Photoshop va oltre i limiti e le conseguenze sono in molte parti diverse del corpaccione della società, tra queste i disturbi alimentari delle giovani donne che cercano di emulare le loro beniamine (a volerle eufemisticamente chiamare così...).


E il finale: siamo noi che siamo diventati partner dell'industria pubblicitaria.

The journey continues!

DOMENICA DI FINE anno, l'ultima (la numero 52) del 2014. Ma Garry B. Trudeau è sempre presente e così il suo Doonesbury. Che propone un ulteriore cambio di direzione e accelerazione al racconto epico di una generazione.


22.12.13

Buon Natale delle Spaccate

ALTRO CHE CARPIATI. Questa è l'epoca degli uomini veri che fanno le spaccate vere. Questo ci chiedono i tempi, e chi riesce si adegua.

Buon ultimo (per adesso) c'è questo Chuck Norris digitale che fa la sua.


L'origine era questa, invece: uno straordinario Jean-Claude Van Damme che ha sorpreso tutti


E poi il fruttarolo romano


E poi, voi ne avete trovate altre? Mettete i link nei commenti e io le porto su...

...too young.

DOMENICA FIORENTINA, MA nonostante questo sempre con Garry B. Trudeau e il suo Doonesbury.


19.12.13

Dall’Apple I al Mac Pro, passando per NeXT: le macchine della creatività

OGGI ENTRA IN commercio il nuovo Mac Pro, fattore di forma cilindrico e potenza impressionante. Cosa vuol dire questo computer nel più ampio contesto della storia di Apple? Ne ho scritto su Macity.

Money quote: Non c’è mai stato un singolo fattore innovativo di successo nei prodotti Apple: sembra che sia così talvolta, e questo è davvero il lavoro più difficile che gli ingegneri di Cupertino riescono a fare: creare l’iPhone e dare l’idea che sia solo in parte innovativo. Ma non sono solo “in parte” innovativi: sono “radicalmente” innovativi, di una innovazione che è come illuminare la campagna invasa dalla nebbia, inventarsi una strada e percorrerla a forte velocità, mentre tutti gli altri ti vengono dietro con quella tranquillità che ci dà il vedere qualcuno che sa dove sta andando in un mondo altrimenti insondabile e completamente ovattato dalla bianca cecità.


18.12.13

Qualche film che ho visto (più o meno) di recente

SI CHIUDE UN altro anno e mettiamo in fila anche qualche film, in diretta dal mio hard disk. Magari vi ispira qualche opportunità di visione...

- Oblivion, regia di Joseph Kosinski (2013)

C’è voluta l’anima di un architetto per realizzare i particolari di questo film, girato in parte in Islanda, abbondante di effetti speciali ma anche di “effetti in camera” gustosi, come l’illuminazione naturale della super-casa, effettivamente costruita, dove vive Tom Cruise. Bravo anche lui, tra le altre cose: con il passare del tempo il suo volto diventa sempre più interessante. Sorprendente (in modo intenso e piacevole) anche la colonna sonora degli M83. A me è piaciuto parecchio, con l'eccezione di Morgan Freeman, che non sopporto più.


- I re del sole, regia di J. Lee Thompson (1963)

Uno dei tanti film che passano solo durante le feste. Quindi, ideale da suggerire durante le feste. Con uno Yul Brynner in gran forma, una trama meno esile di quel che sembra e ambientazioni storicamente più corrette di quelle di Mel Gibson, per dire. È un film "minore" perché Brynner (nato a Vladivostok nel 1920 e naturalizzato americano) aveva già vinto l'Oscar ne Il re ed io del 1956 (il re è quello del Siam, c'è stato un primo film nel 1948 e anche un terzo remake con Jodie Foster) e aveva già spaccato alla grande con I dieci comandamenti di Cecil DeMille, dove fa il faraone Ramses II meglio di come lo racconta Christian Jacq, per dire (e lo racconta bene, non vi sbagliate).



- Il grande Gatsby, regia di Baz Luhrmann (2013)

Stupisce il lavoro di Luhrmann, che con la sua breve filmografia sta fondendo lo stile surreale e picaresco delle sue prime pellicole con un realismo più inteso e materiale. Ottimo Leonardo DiCaprio, che invecchiando sta assumendo il volto giusto, felice la rivisitazione del romanzo di F. Scott Fitzgerald, brave anche le attrici e il cattivo, peccato solo per Tobey Maguire, che ha l’espressività di una patata lessa. A me, dopo un sospettoso incontro con Spiderman, Maguire mi sembra più una iattura da evitare che non un tesoro da valorizzare. Sarà. Comunque Luhrmann sta facendo una strada interessante, nonostante Australia: capace che tra un paio di film riesca a fare qualcosa di veramente buono, se continua così.


- La Talpa - Tinker Tailor Soldier Spy, regia di Tomas Alfredson (2011)

Non l’avevo visto a suo tempo e mi ha colpito molto. Di adattamenti del romanzo di Le Carré ne avevo visto un altro paio, ma questo è davvero buono. Da incorniciare le interpretazioni di Mark Strong, di Colin Firth e soprattutto quella di Benedict Cumberbatch. Peccato per Gary Oldman, che a me non piace. Lo metterei nello stesso container con Freeman e Maguire e li abbandonerei in mezzo al mare. Ah, aspettate, visto che c'è spazio magari ci infilo qualcun altro: per adesso li teniamo sospesi con una gru. La Talpa invece è uno di quei film da incorniciare: ha più piani di lettura, una sceneggiatura che riduce ma non comprime, interpreta casomai il romanzo da cui è tratto il film. Vale proprio la pena.


- La vendetta del dragone (Shinjuku Incident), regia di Derek Yee (2009)

Ci sono film che non ti aspetteresti. Come questo con protagonista Jackie Chan. Una storia più realistica, dura e meno picaresca di quello che ci si potrebbe aspettare dal giullare/Bruce Lee, per come lo conosciamo nei film realizzati per il mercato Occidentale. Questo invece naviga in acque asiatiche, anche se non è certo cinema cinese genuino (ci sono ottime cose che varrà la pena sottolineare magari un’altra volta) ma i conflitti e i contrasti li solleva. Come le storie degli immigrati clandestini dalla Cina in Giappone. Fantastico: un viaggio che consiglio. Anche perché il protagonista è comunque Tokyo e la si vede in maniera non banale. È un film che richiede i sottotitoli e un po' di pazienza, visto che soprattutto la seconda parte sconfina nel sogno. Però ti lascia qualcosa dentro che cresce col tempo. Bravo Jackie Chan.


- Agente 007 - Licenza di uccidere, regia di Terence Young (1962)

Il primo Zero Zero Sette per il grande schermo. Il primo in cui compare Sean Connery ovviamente, ben costruito, molto più realistico e meno “cartone animato” di quelli successivi, rimette il cuore in pace e spiega molto di Daniel Craig e anche di una parte di quelli realizzati da Pierce Brosnan. Ah, va detto che da giovane Connery (che adesso pare stia molto male) era davvero un personaggio con una presenza fisica notevole: un duro, tenebroso (cioè anche cattivo) e assolutamente privo di drammi morali, bensì inchiodato ai suoi principi. I drammi sono quelli che provoca nei suoi antagonisti. La trama è conosciuta (in inglese si intitola “Dr. No”) e il valore nel vederlo/rivederlo è notevole. Io peraltro sto comprando le belle edizioni con un'ottima traduzione che vengono fatte da Adelphi dei romanzi originali di Ian Fleming, e devo dire che il primo Bond di Connery è anche quello che ha più senso. Terence Young è un regista britannico che ha lavorato tantissimo e fatto anche altri due 007: Dalla Russia con amore e Thunderball: Operazione tuono. È uno di quelli che sa come si fa.


17.12.13

Gli auguri natalizi di Apple

LA NUOVA PUBBLICITÀ di Apple, realizzata per le feste di Natale, non è affatto male. Nella mia personale classifica dei migliori spot dell'azienda americana sta piuttosto in alto. Diciamo tra le prime cinque (anche perché ci sono un paio di mostri sacri che non possono essere scalzati).




E qui invece c'è il video completo del regalo di Harry, girato tutto con l'iPhone 5s...

The captain of her heart

LA CANZONE, VE la ricordate? Era una vita fa. Era il 1985, il gruppo svizzero Double fece il suo unico hit in questo modo.

Mi è tornata in mente dopo aver visto questa intervista alla comandante (secondo la nomenclatura internazionale, cioè inglese, sarebbe la capitana) di Turkish Airlines e della sua Flight Academy. È in turco ma sottotitolato - bella lingua, tra l'altro - e lei comunque sta seduta a destra, quindi direi che è un primo ufficiale anche se ha tre strisce sulla spallina.


Magari la trovate da qualche parte nel mondo, se salite su un A320 di Turkish Airlines.
Come bonus, The Captain of Her Heart, perché no...


15.12.13

No, that was mon.

ARRIVA NATALE, MANCA davvero poco. Per esempio, è finita la serie di volumi monografici sugli architetti venduti dall'Espresso. Quando finiscono le iniziative dei collaterali, vuol dire che cambia stagione... E in questo caso però le domeniche, la domenica, rimangono sempre quelle, grazie a Doonesbury e a Garry B. Trudeau.


11.12.13

Che tempo che fa

IL SETTORE DELLE previsioni del tempo è spettacolare, nel mondo delle app. Da un lato perché il motore per l'innovazione più grande del pianeta, cioè il mercato americano, ha una passione smodata per questo tipo di servizio (il meteo è l'ossessione dei popoli anglofoni, in realtà, al punto da farne uno dei topic preferiti dello small talk). Tuttavia, nell'arrembante mondo di iOS e delle app di questo ecosistema sta recentemente toccando delle punte spettacolari. In particolare, da quando il marketing esperienziale e lo storytelling sono diventati la chiave con la quale si costruiscono i prodotti, ecco che i video promozionali raggiungono vette difficilmente raggiungibili.

Seguite la microstoria di questo avvenente Principe Gay che per circuire la Principessa Rintronata si fa una lista di cose da fare sul quadernino e utilizza l'app del meteo per validare la check-list. Apprezzate i "legato" di montaggio tra i differenti segmenti del video, che utilizzano la tecnica di regia caratteristica ad esempio delle prime stagioni di CSI Las Vegas: un concetto del primo segmento si riflette nell'entrata del secondo segmento (salvo poi essere smentito: la pioggia sul cespuglio è in realtà un innaffiatore che bagna la piantina della Principessa Rintronata). E soprattutto gustatevi il lieto fine: anziché il caminetto c'è il televisore e anziché il bacio c'è un casto abbraccio che sembra in realtà l'inizio di un video su YouPorn...


Contrast, questo il nome di chi ha prodotto l'app, non ha neanche fatto un brutto lavoro con il software, ma è in un segmento in cui il valore è davvero poco: le app per le previsioni del tempo sono sostanzialmente una commodity (la base dati è sempre la stessa) sulle quali si cerca di aggiungere valore tramite una interfaccia creativa e innovativa. Ma una interfaccia, sempre sulla stessa base dati, non può sempre fare miracoli. E qui entra in campo o storytelling che cerca di convincere milioni di persone che Perfect Weather for iPhone vale due dollari e 99. Ah, la meraviglia del neo-post-new-new-cyber-after-ultra-capitalism...

Per dire: questa (Weather Line) è una app che si basa sugli stessi dati, fa praticamente le stesse cose e le fa pure meglio, ma non ha nessun tipo di storytelling sofisticato, apparentemente. Sito scarno, pochissima comunicazione, solo funzionale al risultato. Pensi che sia poco funzionale al Grande Mercato Mondiale e ti dispiace pure un po' per loro, soprattutto perché hai letto qui la storia dello sviluppatore:

People say I'm great at making charts.
Many are behind a corporate wall, but you can see some examples on my site I am Concise, and featured by Daring Fireball, Techmeme, and MG Siegler. Once, Ellis Hamburger even called me the "chart maestro"!
Weather data is an opportunity to combine this skill and my love for iPhone. There are roughly 40 important variables to show, multiple time slices, always changing data, and only a small screen.


Così all'improvviso capisci che invece anche questa app si basa sullo storytelling, che il mercato al quale fa riferimento è quello duro e puro dei nerd, degli informatici e di quelli "no-frills-no-drills" che vogliono una app cazzuta che fa vedere bene le cose. Il tizio che dicono sia bravo a fare i grafici (pensa te, se puoi fare un complimento del genere a una persona e non finire in rissa). Quelli che apprezzano che sia un messaggio scritto anziché un video. Il tizio in questione sceglie questa strategia anche perché non ha i soldi per fare il video virale, mentre gli altri evidentemente hanno un budget diverso e priorità diverse.

10.12.13

Cinque giochi mainstream per ripensare l’immaginario d’America

L’America si inventa e si rinventa continuamente. I videogiochi sono una delle fabbriche più potenti dell’immaginario che non si esaurisce nei libri, nei dischi o nei film e telefilm. Ci sono cinque giochi con vista in soggettiva che secondo me raccontano molto di come e di quali colori si sta dipingendo l’Impero.



Call of Duty - Ghosts (2013)
È l’ultimo titolo della serie CoD, una ripartenza del filone di Modern Warfare (che era arrivato a tre titoli) ed è appena uscito. Questa volta la missione è difficile: si tratta di un successo difficile da catturare per via del nuovo indirizzo del franchise e dell’uscita in un momento di profonda incertezza, nelle settimane del lancio delle due nuove console (Playstation4 e Xbox One). La versione che ho giocato è, come per gli altri che seguono, quella per Xbox 360. Lo scenario è il futuro post-apocalittico, ma con armi “contemporanee”. La storia. Il Medio Oriente è stato azzerato da bombe nucleari, la produzione di energia è passata all’America Latina che ha creato una Federazione che ha poi assaltato gli Stati Uniti. La guerra è stata devastante, sono state usate anche armi orbitali - bellissima la sequenza all’apertura del gioco - che hanno trasformato il Sud del paese in un deserto di rovine fumanti. I nostri eroi sono una unità militare di élite che combatte i cattivi della Federazione (e i traditori) sul confine. È una versione ancora più violenta del più grande caso di esorcismo che l’immaginario dei videogiochi abbia pensato finora: dopo le invasioni russe (Modern Warfare) e quelle aliene, adesso è il momento del Sud del continente. I contrasti visivi sono spettacolari, la trama robusta, nell’edizione americana il doppiaggio è di livello. Ritorna ai massimi livelli il punto di forza di CoD, cioè il multiplayer su Live.



The Bureau - Xcom Declassified (2013)
Voglia di alieni, voglia di invasione, voglia di passato. La ricetta di questa versione di Xcom che torna agli anni Sessanta è semplice: reinvetarsi l’America, con una spruzzata di Men in Black e di X Files che però ricordano tanto anche quello che è accaduto nell’ultimo decennio: gli alieni catturati e interrogati sono gli islamici dello spazio esterno che hanno attaccato e terrorizzato gli Stati Uniti. La storia scorre molto bene, c’è una modalità di gioco strategico che affianca quella in soggettiva (quest’ultima era una innovazione rispetto a Xcom classico, ambientato nel prossimo futuro), si va avanti senza problemi e soprattutto c’è tantissimo lavoro di ambientazione nel passato prossimo Dopo l’epopea degli western, dopo l’esotismo degli Assassins Creed e dopo i colossi GTA e Mafia, c’è tempo per tornare a ridipingere un pezzo di storia patria dell’Impero.  



Bioshock Infinite (2012)
L’ansia di ritrovare un senso e delle radici su cui costruire è manifestato ancora più chiaramente dalla serie Bioshock. Mentre i primi due capitoli erano ambientati sott’acqua, in un mondo deliziosamente di terrore in stile Art Decò, inspirato al pensiero di Ayn Rand e costruito in maniera tale da dare l’idea della decadenza e del senso claustrofobico di un sogno che oltretutto sta cadendo a pezzi (“Ecco come avrebbe potuto essere”, ma non tiene neanche nella dimensione onirica), adesso si va in cielo, letteralmente. Il terzo capitolo è ambientato in una fantastica città volante e permette di giocare con la gravità come poche cose al mondo. La città è popolata, il gioco scorre in maniera decisamente veloce e le ambientazioni sono come sempre da kolossal, curate nel più piccolo dettaglio e inquietanti. A partire dalla tremenda torre, dove l’eroe deve liberare la principessa e scatenare l’inferno. Si sente l’odore della famiglia Rockfeller e dei Rotten Barons.



Tomb Raider (2013)
Anche l’eroina anglosassone per antonomasia, colei che ha ridefinito i videogiochi nel 1994, torna per uno spettacolare reboot. Questa volta è una ragazzina, ma non come una specie di Giovane Indiana Jones. Invece, c’è più “Lost” e più paura, più ansia e colori scuri in questa ambientazione moderna del mito di Lara Croft che non in qualunque altro titolo precedente. È l’equivalente della ripartenza di 007 con Daniel Craig: sapori forti, toni cupi, tanta amarezza. C’è una parte dell’immaginario che cerca non solo di reinventarsi ma anche di evolvere, di crescere.



Halo 4 (2012)
È il più bello tra i titoli della fortunata e miliardaria serie, con l’eccezione secondo me di alcune atmosfere generate nel primo, sorprendente gioco pubblicato dalla Bungie ormai una vita fa (il cielo! L'anello che si piega verso l'alto all'orizzonte!). Halo 4 invece prende le mosse da dove si era interrotto il terzo capitolo della saga (e poi c’erano stati un paio di deviazioni) arricchendo la trama con una serie di scenari e racconti che fanno pensare molto non solo a noi ma anche a come potrebbero essere altri, altrove. È uscito un anno fa, come alcuni altri titoli fra quelli che ho citato, quindi si trova nel mercato dell’usato o via download. Sono vecchi classici comunque che vale la pena giocare anche a distanza di tempo.

8.12.13

Space Oddity... nello spazio

NON SO COSA dire: WOW. Questa sì che è una cover di David Bowie. Girata nella Stazione spaziale internazionale. Tanta roba...




Questa è la storia del colonnello Chris Hadfield


Welcome to the military, ladies.

DOMENICA INVERNALE, NATALE si avvicina. Ma le storie di Doonesbury di Garry B. Trudeau ci sono vicine.


1.12.13

Already?

DOMENICA CON GARRY B. Trudaeu e doonesbury. Business as usual.