22.11.13

Lilith #11

POSSIAMO DIRE PRATICAMENTE tutto di Lilith, la serie a fumetti di Luca Enoch pubblicata dalla Bonelli, tranne che non vada alla sua velocità. È appena uscito l'albo numero 11 e il dodicesimo della serie seguirà a giugno. Infatti, Lilith ha una cadenza straordinaria di un albo ogni sei mesi, come dire che per coprire i primi undici ci sono voluti cinque anni e mezzo. Nella mia personale collezione di fumetti hanno un ruolo speciale anche per questo.

Luca Enoch ha spiegato brevemente una volta che la parabola di Lilith. Lei è la cronoagente (anzi: cronoassassina) che viaggia nel tempo e in epoche differenti per salvarci retroattivamente da una invasione strisciante che nel lontano futuro costringerà quel che resta dell'umanità a vivere sottoterra. La serie durerà 18 o 20 storie (la differenza credo che stia nella capacità economica di reggere la serie del mercato editoriale) ed Enoch con encomiabile metodo e perseveranza porta avanti una storia che sembra già tutta scritta e che deve solo essere disegnata ogni volta.

Sul sito della Bonelli c'è modo di ricostruire le vicende dei primi undici albi e di capire meglio dove sia stata la nostra protagonista, accompagnata da Scuro, una sorta di Daimon di Pullman (nella trilogia di Queste oscure materie) ma molto più attivo e pugnace. Lilith ha una sua parabola interessante: la sua storia emerge lentamente - forse troppo lentamente - da qualche flashback mentre il suo carattere sta diventando sempre meno ligio al dovere e più desideroso di trovare spazi personali mentre si trova proiettata in un segmento temporale dopo l'altro. La giovane donna, che è praticamente morta per poter viaggiare nel tempo come un'anima in pena ed è coperta da capo a piedi da una pellicola di ceramiche futuribile che la rende invulnerabile praticamente a tutto, ha il temperamento di un killer che deve fare fuori uno dopo l'altro i portatori dei Triacanto e al tempo stesso evitare di farsi acchiappare e placcare dai loro servitori, i Cardi (bestiacce vegetali che non solo la contrastano ma cercano di instillare il germe del dubbio nella sua mente).

Il personaggio di Lilith è ricco e complesso. I suoi viaggi sono in epoche diverse, messe assieme senza un criterio apparente e però disegnate e documentate con una finezza e precisione che fanno di Luca Enoch uno dei più significativi rappresentanti del fumetto d'autore virato al pop oggi presenti in Italia. Lo conosco dai tempi di Sprayliz (ricordo una sua sessione di bozzetti e autografi a Sesto Fiorentino che porto ancora nel cuore, anche perché è stato il mio primo incontro con un fumettista regolamentare) e la sua strada è stata un costante miglioramento e arricchimento di un'arte niente affatto banale.

Come spiega lui stesso, Lilith si nuove in contesti storici differenti e interessanti. Presentando la serie infatti Enoch spiega che «Lilith striscerà nelle trincee fangose della Grande Guerra, cavalcherà insieme alla guerriglia sudista durante la guerra di secessione, navigherà con gli esploratori vichinghi lungo le coste del Nord America, calcherà le sabbie del deserto durante la campagna napoleonica d’Egitto, affiancherà il contingente italiano durante la repressione della rivolta dei Boxer in Cina, combatterà insieme ai gladiatori nell’arena del Colosseo».

L'album al quale siamo adesso arrivati, uscito proprio oggi, è il giro di boa. Ne mancano sicuramente meno di quanti non ne siano stati finora fatti. La sua opera è destinata a occupare uno spazio particolare nella vita e nelle librerie degli appassionati, anche perché la politica degli arretrati di Bonelli rende davvero difficile recuperare i numeri persi. È ovvio, a dire il vero, perché comunque è una serie che è iniziata cinque anni e mezzo fa: tenere un magazzino è complesso. A sapersi muovere con accortezza e sagacia nei territori dello "scambio etico", va detto che probabilmente mi si dice che sia possibile trovare la versione digitale da scaricare di tutti i numeri di Lilith fatti salvi forse gli ultimi due. Chissà. Potrebbe essere un'ultima risorsa per gli appassionati.

A me ha dato più piacere una ricerca durata un paio di anni dei numeri che avevo perso, girando sui banchetti dell'usato e nelle fumetterie di Milano, fino a trovare l'ultimo che mi mancava, il mitico numero sei. È stato il premio di una "caccia" divertente e che mi ha tenuto compagnia a lungo. L'ho trovato per puro caso nella gastronomia, ristorante ed edicola-tabacchi "Consumi" in quel della Consuma, questo agosto. Giaceva abbandonato là da almeno tre anni e mi aspettava paziente, in una fila di fumetti antichi andati fuori catalogo che piano piano stavano imbarcandosi per l'umido, abbandonati. Visto e preso, non mi pareva vero un colpo di fortuna del genere. È stato divertente, come dicevo.


Le tavole che vedete in questo post sono state diffuse dallo stesso Enoch in corrispondenza del lancio del numero undici di Lilith. La capacità grafica, l'intenzione del disegno, la pulizia che riesce a sconfinare nella linea chiara, ma anche nel tratto drammatico e d'atmosfera e poi nella parodia leggera secondo una modalità molto giapponese (con i personaggi seri che si chiudono in siparietti super-deformed) rendono il disegno di Enoch unico e più divertente di quello di altri autori - spesso molto bravi e quotati ma più "monocromatici". Un esempio, visto che alcune ambientazioni sono decisamente simili, è la doppia serie di Volto Nascosto - Shanghai Devil di Gianfranco Manfredi, oppure lo stesso Dragonero, creato da Enoch con Stefano Vietti (e molto bello il disegno di Giuseppe Matteoni) che dopo essere stato un Romanzo a fumetti bonelliano nel 2007 e adesso è diventata una serie regolare mensile già giunta al sesto albo, se non sbaglio.

Spero un giorno di rincontrare Enoch e fargli i miei complimenti personalmente. E anche chiedergli come abbia fatto a organizzare la sua vita in maniera tale da portare avanti per così tanto tempo un progetto che richiede lavoro, preparazione, e milioni di ore al tavolo da disegno. Il vantaggio è che sicuramente ne è uscito con una tecnica potenziata e sempre più salda, se mai ce ne dovesse essere bisogno.

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