1.2.12

Michael Crichton (1942-2008)

CI SONO SCRITTORI che lasciano il segno. Secondo me Stephen King è uno di questi. Prolisso, verboso, grafomane, ha stampato decine di libri, si muove in continuazione, ma sotto sotto è uno degli scrittori più importanti della nostra epoca. Singolare, vero?

Ma non è l'unico. C'è uno scrittore sul quale sono sospeso, in dubbio, ma torno sempre: un soffio di vento potrebbe farmi cadere da un lato o dall'altro. È Michael Crichton, il più grande tra gli autori di techno-thriller, talento multiforme (regista di film, autore di sceneggiature, anche creatore di serie televisive con E.R.) e autentica multinazionale dell'intrattenimento.

Confesso che a me la scrittura di maniera piace. Il romanzo da consumarsi per scopi ricreativi, l'opera di totale cazzeggio, che mira a farti dimenticare di essere qui, adesso. Crichton e quelli come lui ti fanno dimenticare la tua vita e te ne fanno vivere un'altra, più di una. Bellissimo. E sempre avventure, salti, spari, concitazione, gran vividezza, quell'iper-realismo che rende dinosauri e macchine per viaggiare nel tempo una cosa ovvia, scontata, reale, tangibile.

Ho riletto di recente i due libri ambientati nel mondo di Jurassic Park, e ho rivisto i film. I film sono molto belli ma sono molto, molto meno di quel che sono i due libri di Crichton. Certo, all'epoca gli effetti speciali del primo furono una rivoluzione, la computer grafica "di giorno" non si era mai vista e i dinosauri che camminano nel pratone, lenti e maestosi, sono una sequenza da classico istantaneo di Hollywood. Però non basta: l'occhio dopo un po' si abitua, il traguardo appena superato diventa retrovia in pochi anni. Invece i due romanzi resistono alla prova del tempo, sono sempre divertenti. Diventano uno spaccato storico, c'è sempre quel filo di cattiveria che traspare dalle pagine di Crichton, quella sfiducia nel mondo degli affari, quella ricerca di nuovi eroi americani da contrapporre ai cattivi di turno (asiatici, europei, comunque stranieri, a parte i cattivi americani).

Jurassic Park, soprattutto il primo romanzo, ha dalla sua parte un alone mitico, un sapore da storia primordiale, essenziale, quasi un idealtipo. Una fiaba che viene dalla notte dei tempi. Con il nonno avido e cattivo, la nipote stupida, il nipotino sveglio, la Cassandra che viene sfracellata e muore lentamente, il cattivo che ovviamente muore anche lui, e un'intero parterre di bestie primordiali e affamate che cercano di far strage dei buoni.

Il primo Jurassic Park è un bel romanzo, amaro e con cose che succedono in scena e fuori scena (a differenza dei film di Spielberg, in cui accade sempre tutto davanti all'obbiettivo della cinepresa), lasciando un segno piacevole, netto, distinguibile. Non è da tutti. Io, fossi voi, lo leggerei.

1 commento:

albe ha detto...

Completamente d'accordo a metà... scherzi a parte, dopo "Congo" il mio scrittore preferito. Ci mancherà..a me manca già!