24.11.11

A different setup

HO FATTO UN passo minuscolo per l'umanità ma gigantesco per me. Ho comprato il monitor. Dopo una vita passata a dipendere dal portatile (iBook, PowerBook, MacBook, i tre che mi hanno accompagnato in questi dieci anni) anziché prenderne uno nuovo, ho pensato di cambiare la faccia della mia scrivania e prendere un monitor.

Mi era capitato di provare, un po' di tempo fa, il nuovo monitor Cinema Display da 27 pollici con retroilluminazione LED e basato su Thunderbolt. Fichissimo e comodissimo: fa praticamente da hub per attaccarci anche altri apparecchi Thunderbolt, periferiche FireWire, Usb, il cavo Ethernet. Ma non fa al caso mio. Troppo costoso, troppo grande, troppo "estremo". Invece, ho cercato nel mondo dell'usato Apple il "vecchio" Cinema Display 24 pollici LED, il primo di questa generazione. Era uscito a ottobre del 2008 ed è stato prodotto fino a luglio 2010. Molto più equilibrato e, visto che è usato, anche più economico.



La connessione non è con la porta Thunderbolt ma con la MiniDisplay Port. Dal retro del monitor escono due cavi: uno per l'alimentazione e un altro che porta tre cose: connessione video, Usb e alimentazione MagSafe per portatili. A questo punto, mi sono dotato di un accessorio prodotto dalla TwelveSouth, cioè il BookArc Stand (lo vedete qui sotto) che mette il MacBook in verticale e tiene i cavi ordinati facendoli passare sotto e dietro. In pratica, si usa il Mac a "guscio chiuso", in maniera tale che il monitor 24 diventi lo schermo principale e unico. Aumenta la risoluzione a disposizione e si fa prima e meglio a passare da questa modalità d'uso a quella "normale" del portatile.



Il monitor è una vera belluria. L'illuminazione LED si accende in un attimo ed è subito in temperatura, senza che ci siano sbalzi nel colore o altro. L'approccio minimal è davvero pulito ed essenziale: tutti i cavi già ordinati di default e la possibilità di avere la scrivania più sgombra è davvero notevole. Per "dialogare" con la macchina ho una tastiera in alluminio "ridotta" con cavo (in pratica, la stessa tastiera che si potrebbe trovare dentro un portatile) e la Magic Trackpad che, ancor più del MagicMouse, fa il miracolo: rende assolutamente continua l'esperienza di uso del MacBook nelle due modalità.

Era una delle mie preoccupazioni principali: non volevo passare al monitor esterno perché avevo timore di dover ricorrere al mouse e a una tastiera differente. In questo modo si creano le discontinuità: si possono fare cose in un modo ma non nell'altro, si prendono abitudini diverse, non ci si muove più lungo percorsi prestabiliti e soprattutto stabili. È esattamente lo stesso motivo per cui non volevo un secondo computer a casa: sembra bello, poi te lo dimentichi acceso quando parti, comunque hai potenze diverse, documenti sparpagliati in posti diversi, applicazioni sparpagliate in posti diversi, due backup da fare. Brrr. Certo, Mac App Store semplifica molto questo (se hai due computer con la stessa autorizzazione, puoi verificare facilmente di scaricare il software sull'uno e sull'altro, proprio come si fa con un iPhone e un iPad, ad esempio) ma tutto sommato è meglio avere un computer solo e proteggere con più attenzione i dati.



Ecco, basta. Adesso, dopo dieci anni precisi da quando a Milano ho comprato l'iBook 500 dual USB bianco nell'ottobre 2001 (e da allora avevo sempre usato portatili, abbandonando al loro destino i Mac da scrivania che avevo usato a Firenze per tutti gli anni Novanta) cambio di nuovo setup. Un ibrido, questa volta. So che lo faccio presto, prima che si capisca come evolverà questa fase di convergenza, la fusione di OS X con iOS, la nascita di nuovi apparecchi ibridi con processore Arm e tutto il resto. Forse non sarà una fase che dura dieci anni. Ma intanto, è opportuna e l'apprezzo molto. Da tre giorni lavoro così e sono molto comodo.

Due note a margine: la ventola del MacBook a questo punto non si sente praticamente mai. Buon segno. Significa che l'efficienza termica della posizione "verticale" è buona. Ancora: il monitor LED non ha pulsante "On-Off", ma si accende automaticamente a seconda del bisogno. Quando il MacBook è attaccato sta in pausa, si tocca la tastiera o la trackpad esterne e lui - bang! - si accende subito. Fortunatamente nessun problema di flickering e nessun aggiornamento da fare a parte uno per la web cam.



Ah, ecco: preso dall'emozione quasi dimeticavo la risposta all'obiezione "perché non ti sei preso un monitor di terze parti?" Magari anche 21 pollici, che mi bastava sicuramente e costava pure meno rispetto al prezzo seppur scontato dell'usato Apple? La spiegazione è semplice: il monitor che ho davanti ha la videocamera integrata di Apple (definizione HD), microfono e casse 2+1. In pratica, quando ci colleghi un Mac lui replica parecchie funzionalità esterne senza battere un ciglio. Audio di buon livello, videoconferenza notevole, prestazioni di tutti rispetto. E la mela morsicata. Perché è bello e, come l'arte, ha lo scopo di tenere il brutto un po' più lontano da qui.

3 commenti:

Luca P. ha detto...

Sempre più contento di averti conosciuto, sei il migliore Antonio ;-)

Luca P.

Anonimo ha detto...

Ottima cronaca e per di più ricca di consigli utili. Anch'io sto pensando come attrezzare con ordine una nuova mini scrivania che mi è appena arrivata. Naturalmente, ho anch'io in mente solo la mela morsicata. federico F.

Glauco Silvestri ha detto...

Ho fatto la stessa scelta a dicembre scorso. L'unica differenza è che il mio Display 24" non è usato, ma un residuo di magazzino che sono riuscito a comprare con forte sconto ^^