12.7.11

Shenzhen

SONO IN UN posto dove Internet va solo se il governo lo dice e il partito lo prevede, dove siamo in 15 milioni, dove ci sono 32 gradi e l'umidità è al 90%. I boys dell'albergo quando iniziano il turno stanno sull'attenti come se facessero il cambio della guardia, il check-in nell'hotel te lo fanno assistenti vestiti da gondolieri, nel laghetto le carpe koi sembrano quasi grossi vermi che brulicano a pelo dell'acqua.

Sono atterrato a Hong Kong da tre ore con un 747-400 di KLM, ho fatto un'ora di macchina traversando il ponte che unisce le isole ai Nuovi Territori e poi tramite il lunghissimo ponte sullo Sham Chun fa arrivare alla Cina continentale. Vale a dire, Shenzhen, la prima (e quella di maggior successo) tra le zone economiche speciali cinesi e le aree costiere di sviluppo. I condomini infiniti, di quaranta e più piani, hanno bastoni che sporgono perpendicolari per stendere i panni e coperte argentate per proteggersi dal calore. L'autista del pulmino ha guidato come un maniaco. La vita qui è parecchio diversa.

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