19.7.11

Bye Bye, Borders

PRIMA ERA UN Chapter 11. Hanno anche chiuso un po' di librerie: ho fatto in tempo a vedere chiudere quella di San Francisco all'angolo con Union Square e di andare a quella in centro a Seattle, qualche settimana fa. Adesso, arriva l'annuncio ufficiale: la catena di librerie americane Borders chiude. Non mi arriverà più la newsletter via mail e soprattutto la tesserina non mi servirà più a niente.

Ieri l'altro scadeva l'asta per vendere l'azienda in amministrazione controllata, non si è presentato nessuno e adesso si va alla liquidazione. Entro settembre, Borders sarà storia. È interessante chiedersi, a questo punto, cosa ne sarà della sua divisione digitale che vendeva eBook. Cioè, per essere più precisi, che cosa ne sarà degli ebook, dato che sono coperti da DRM e che, nel caso del fallimento dell'azienda, il certificato digitale non viene più rinnovato, i nuovi device non vengono più autenticati, insomma, i libri non sono praticamente più leggibili. Un caso interessante perché le aziende falliscono, come dimostra anche Borders e come molti sembrano non si ricordino (vero Amazon?).

Nel caso in questione, la situazione è parzialmente fortunata. Perché Borders era talmente alla frutta che in realtà vendeva i suoi libri appoggiandosi a una società di tecnologia esterna, la canadese Kobo (anagramma di "book"), con la quale si era alleata per la produzione e distribuzione dei lettori di eBook e della piattaforma software. In pratica, Borders aveva solo lo store elettronico (e i certificati) che adesso passano senza colpo ferire all'azienda di Toronto.

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