22.3.11

Godzilla a Maggio

SE HANNO LEGGERMENTE "cessato il fuoco" - mi scrive Massimo - forse lo dobbiamo solo a Gheddafi. Massimo si riferisce all'atomica giapponese, cioè al delirante approccio che i giornali e la televisione italiana hanno preso sul disastro micidiale del Giappone, focalizzandosi sull'unica cosa che interessava, drammatizzandola al di là del necessario e glissando quasi completamente sul resto. La sensazione? Il Giappone è stato colpito da un incidente nucleare. Agghiacciante.

Confortato dal fatto che non sono l'unico a pensarla così, adesso sono ancor più perplesso per la leggerezza con la quale tutto il circo mediatico ha mollato il colpo e si è dedicato ad altro, tralasciando il più elementare approfondimento: il punto adesso è solo far vedere qualche scena di disastro e qualche lancio di agenzia ancor più delirante ("TOKYO: RADIOATTIVA ACQUA BAIA" o cose così), come gli spot del prossimo evento sportivo trasmessi durante il film in prima visione. Abbiamo un mondo dell'informazione che sembra un palinsesto di un povero maniaco. Vabbé, c'è di peggio: poteva anche piovere.

Intanto, Massimo solleva la questione del Maggio musicale fiorentino, che era a Tokyo (coro e orchestra) nei giorni del terremoto e che ha interrotto anzitempo la tournée, ma non prima di aver onorato due date nell'immediato dopo-terremoto (la domenica e il lunedì, il terremoto è stato di venerdì). Ecco, la storia l'avevo appena intravista, pur essendo fiorentino anche io. Cosa ho letto malamente qua e là? Il sindaco non li richiama, poi li richiama, alcuni se ne tornano da soli, altri vogliono rimanere. Non ho capito niente. Ma alla fine che cosa è successo? Saperlo non è solo una questione di sostanza, ma anche di forma. Il Maggio ha un ruolo di ambasciatore della cultura musicale italiana (lo ha detto Napolitano, mica io) e se si desse per le fratte sul più bello ci sarebbe almeno da rattristarsi se non da chiedere spiegazioni. Ci sarebbe da rattristarsi ma, se volessimo scavare, scopriremmo che però non è andata proprio così. Per fortuna.

È andata invece che il Maggio è rimasto, ha fatto gli spettacoli in più, ha deciso di andarsene d'intesa con il sindaco Renzi quando le cose si sono fatte più chiare ed era evidente che avrebbe creato solo intralcio e non avrebbe potuto esibirsi ulteriormente a causa del razionamento della corrente elettrica, e non ha certo rimgambato per viltà. Il "si salvi chi può" quando c'è il terremoto vale per tutti, ma quando il terremoto non c'è più, allora si vedono le cose con più chiarezza. Il Maggio era là, fino a che è stato necessario. Non sono eroi, ma non sono di certo dei vigliacchi. Questo dovrebbe essere chiaro, e mi pare importante.

Bene saperlo, quindi. Peccato che non l'ho letto sui giornali, dove la storia è stata raccontata male e sempre con qualche punzecchiatura velenosa (dopotutto non si è fiorentini per caso...). L'ho letto invece sul sito del Maggio stesso su suggerimento di Massimo. Il sito del Maggio musicale che, forse, qualcosa da dire al riguardo della vicenda ce l'ha. Potete leggerlo anche voi. Se poi avete prove che le cose siano andate diversamente, ditelo pure nei commenti. Citando la fonte, però. Sennò passate per giornalisti anche voi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao Antonio e grazie !

Sto girando il tuo post agli amici del "Maggio" in Cina e penso proprio che ne saranno molto contenti !
Ti farò sapere,

Un caro saluto e, a venerdì, al POC
Massimo