27.2.11

Io e l'anaconda

QUESTO CARPIATO, PUF puf, è veramente carpiatissimo, è veramente tosto. Quando ne esco fuori - se ne esco fuori - vi racconto. Gasp! Pant pant! Puf puf!

Tonight on "Nbc Nightly News"...

GARRY B. TRUDEAU come ogni domenica con Doonesbury:

26.2.11

Bye bye Borders

NEGLI ULTIMI DIECI anni sono andato spesso negli Stati Uniti, particolarmente a San Francisco. E ho cominciato a comprare parecchi libri americani sul posto: dapprima negli aeroporti, poi nelle librerie, infine soprattutto a San Francisco. Mi sono fatto pure la fidelity card della libreria dove vado più spesso: Borders all'angolo tra Union Square e Post St. Il fatto che mi sia approvvigionato per tanto tempo in un negozio "fisico" ha avuto aspetti negativi e positivi. Sicuramente ho speso di più per ogni libro preso (e me lo sono pure scarrozzato attraverso un oceano), però ho imparato un po' di cose sulle librerie e sui libri americani che altrimenti non avrei mai capito. O almeno credo.

Per questo la notizia che Borders va in una sorta di amministrazione controllata dall'interno per tagliare i rami secchi (in breve, il Chapter 11) mi rattrista parecchio. Borders è la seconda catena di librerie negli Usa. Se n'è parlato (ne ho scritto anche io, varie volte) relativamente ai cambiamenti del mercato editoriale americano. Da noi peraltro la notizia è stata data come se Borders fosse già fallita: poco male, tanto di solito non sappiamo cosa diciamo e ce le raccontiamo tra di noi, maestrinidellaminchia compresi.

L'altro giorno mi è arrivata la mail proprio da quel Borders e mi dicono che fanno la svendita finale, perché sono uno di quelli che chiudono. Sigh. Ho passato qualche pomeriggio di pioggia a collegarmi a Internet dal loro bar interno, guardando la piazza dalla finestra. Ho trovato libri sui loro scaffali che hanno definito le mie aree di interesse e parte di quel che sono oggi come professionista. Ho persino cominciato a considerarlo uno dei posti dove mi trovo a mio agio, quando sono a San Francisco. Adesso finisce tutto. Peccato: ogni tanto mi piace cullarmi con l'idea che, anche quando sono in Italia o in qualche altro posto, i luoghi dove sono a mio agio continuino la loro vita. Beh, quel Borders a San Francisco non più. Se vi capita, fate acquisti in saldo prima che chiuda: aveva roba buona.

25.2.11

IATA: mai meno incidenti aerei di così

SECONDO QUANTO DICHIARA la IATA, non c'è mai stato un anno migliore del 2010 nella storia degli incidenti aerei.

Money Quote: The International Air Transport Association (IATA) has said the global accident rate of Western-built jet aircraft was 0.61 in 2010, which is the lowest in aviation history.

IATA said the rate is equal to one accident for every 1.6 million flights and is a significant improvement of the 0.71 rate recorded in 2009.

In 2010, 2.4 billion passengers flew safely on 36.8 million flights. There were 17 hull loss accidents involving western-built jet aircraft, compared with 19 in 2009.

Last year, there were 94 accidents among all aircraft types, compared with 90 in 2009, 23 fatal accidents compared with 18 in 2009 and 786 fatalities compared with 685 in 2009.

STS-133

IERI ALLE 4:53 p.m, ora di Cape Canaveral, è partita la missione numero 133 del programma Space Shuttle, l'ultima delle 39 della Discovery (OV-103). È partita con quattro mesi di ritardo, sollevando da terra duemila e 52 tonnellate di peso (saranno 121,8 tonnellate di peso in orbita e 92,9 al momento dell'atterraggio, tra 11 giorni). Ha sei persone di equipaggio, porta materiale alla ISS, la Stazione spaziale internazionale, compreso il Leonardo, il nostro Permanent Multipurpose Module.

Come tutte le missioni, anche questa ha un badge ovviamente diverso dalle precedenti: si vede la Discovery, il numero della missione e i nomi degli astronauti coinvolti.La STS-133 vedrà la Discovery muoversi a 224 chilometri di altezza, con un tempo orbitale di 91 minuti e un'inclinazione orbitale di 51,6 gradi.

Sono previste due attività extraveicolari (EVA).

24.2.11

Storie d'amore

QUESTA SEQUENZA, STRUGGENTE, ambientata nell'Opera, racconta un passaggio cruciale della storia d'amore contenuta in un videogioco: Final Fintasy III (da noi diventato il VI della serie).

L'etere, la radio, Internet, la rivoluzione, la Libia

QUELLO CHE SUCCEDE in Libia mi sta ipnotizzando sempre più, forse perché ne percepisco la gravità e la vicinanza. Gheddafi è stato il nostro furbo uomo nero per tanti e tanti anni: affari con i governanti (si parla di Berlusconi, oggi, ma come dimenticare quarant'anni di Dc?), sopraffazione del suo popolo e di quei nostri che là vivevano e cercavano una identità, a loro volta occupanti "strani" di politiche a volte genocide sempre del governo italiano. Per dire: c'è il film americano del 1981 Il leone del deserto con Anthony Quinn, Oliver Reed e Rod Steiger che da noi è tutt'ora sottoposto a censura ministeriale: come se in Germania non si fosse visto un film di guerra per quarant'anni. Lo ha trasmesso Sky Cinema sul satellite, a pagamento e di straforo nel 2009.

Adesso, una fetta di realtà in più sulla Libia, di cui come al solito i giornali non parlano. L'amico e collega Andrea Lawendel, appassionato radioamatore, ha pubblicato sul suo bel blog Radiopassioni, un lungo pezzo in cui racconta come, tramite Internet, si acchiappi e si rimetta in circolo quel che viene trasmesso in onde medie: è un mondo tecnologico e amatoriale da riscoprire e soprattutto c'è dentro l'idea che forse noi parliamo di rivoluzione Twitter perché in realtà vediamo solo quello. Ma c'è anche la radio...

Money Quote: Come testimonia da giorni un radioascoltatore egiziano che risiede in Danimarca, almeno due trasmettitori in onde medie libici attivi nella regione orientale, la Cirenaica, a Benghazi e El Beida, su 675 e 1.125 kHz rispettivamente, sono stati occupati dai ribelli antigovernativi, che li utilizzano per comunicare con la popolazione invitandola a resistere e a destituire l'odiato dittatore, il grande amico del nostro Supremo Comandante. Le due frequenze sono state segnalate la prima volta la sera tra domenica e lunedì 21 febbraio.

Buon compleanno, Steve

STEVE JOBS COMPIE 56 anni. Momento particolarmente difficile per l'uomo, ma parliamo di quel che invece succede con la sua azienda: una doppia storia straordinaria. Che racconto su Macity.

Money Quote: Da quando nel gennaio 2007 ha mollato il suo suffisso "Computer" dalla vecchia dizione Apple Computer Inc, per diventare un'azienda che fa molto nell'era dell'elettronica di consumo, Apple non si è più fermata. Adesso, dopo aver creato un secondo mondo con iOS, che i suoi avversari fanno fatica a raggiungere (figuriamoci poi ad eguagliarlo) è già sulla via di farlo convergere con il primo. Mac OS X e iOS sono destinati a un matrimonio che nell'arco di un paio di anni si trasformerà in una fusione. È immaginabile di tutto: anche Mac che funzionano con processori Arm realizzati dalla stessa Apple, con un ibrido di sistema operativo, mezzo iOS e mezzo Mac OS X. Interfacce ancora più nuove, sistemi di puntamento e interazione ricchi e complessi.

22.2.11

Spari d'inchiostro (2007)

CONOSCO PAOLO INTERDONATO. Dovreste conoscerlo anche voi, perché una cena in sua compagnia vi farebbe ridere a crepapelle, pensare e rimanere perplessi. Tutto in un'unica portata. Non è comune.

Paolo Interdonato è, insieme all'amico Matteo, uno dei più lucidi critici del fumetto che questa generazione possa vantare in Italia. Ha un blog, Spari d'inchiostro, e tanta voglia di scrivere di fumetto. Talmente tanta che, un paio d'anni fa, ha pure fatto il libro. Lui giura che è stato l'editore a chiederglielo, ma alla fine chi siamo noi per giudicare dove finisca il desiderio dell'uomo di emergere e dove cominci l'avidità dell'editore (Mark Twain ha scritto pagine immortali sull'immoralità degli editori).

Il libro è rapido da leggere: le 246 pagine per 16 euro vanno via belle veloci, ed è ambizioso. Propone un canone, un canone molto personale: quello dello stesso Paolo. I fumetti più importanti, quelli da leggere, quelli di cui parlare, quelli che costituiscono il canone occidentale, insomma. E così, come un Harold Bloom qualunque (che stranamente non cita mai), Paolo mette insieme il lavoro del suo blog, lo rimacina, aggiunge, arricchisce, va bollire a fuoco lento e serve caldo. Minestra gustosa, densa, a tratti piccante.

La lettura è spiazzante per chi arrivi da una grotta dell'Afghanistan o dall'altro lato della Luna (magari per essere andato a cercare il proprio senno per qualche anno). Bisogna già conoscere i fumetti di cui si parla, per cogliere i rimandi, vedere le divagazioni, navigare tra i dubbi, il desiderio di fare altro (come scrivere una storia del fumetto e della sua critica), la passione e il gioco. Una lettura da appassionati, dunque.

Anche se manca tanta roba (troppi italiani, troppo americani, pochi sudamericani, praticamente nessun giapponese, altre mancanze ed oblazioni minori), Paolo rivendica il fatto che questo sia il suo canone, e che quindi sia incompleto fisiologicamente, in realtà completo dal punto di vista della sua mente. E se volete farvi un giro tra le orecchie di Paolo Interdonato, come fosse un John Malkovich qualunque, siete i benvenuti. Spendete meno di venti euro e vi divertite pure.

Money Quote: Ma non basta enumerare: bisogna anche scegliere. Parlando con un amico scopro che il progetto di social network anobii è da considerarsi un fallimento. Perché l’accumulo di titoli sui propri scaffali virtuali produce un appagamento personale un po’ solipsistico. Ho un sacco di libri (o, quanto meno, dichiaro di averne tantissimi) e, allora, appaio colto. Ma, in realtà, a quanti interessa conoscere i 2000 libri che hai letto? Noi vorremmo sapere quali sono i 10, i 25, i 100 che porteresti su un’isola deserta.

Un canone è esattamente quello. Un’indicazione chiara e puntuale di quali siano i 10 (o 25, o 100) romanzi, dischi, fumetti, film, videogiochi, culi, torte gelato… che dovrei portare sempre con me. Un canone separa grano e loglio, delinea traiettorie culturali e storiche, connette elementi, articola scelte mirate e motivate.

Angeli

LA VIGNETTA DI MaKKox sul Post.it secondo me questa volta merita: due angeli che scelgono l'alternativa all'odioso ordine di bombardare i propri compatrioti; scelgono di volare via. Due cacciabombardieri libici sono atterrati a Malta, apparentemente per fare un inaspettato rifornimento; poi i due piloti, due colonnelli dell'aviazione militare libica, hanno chiesto asilo politico.

Per la cronaca, i due aerei sono due Mirage F1: aerei abbastanza antichi, battesimo dell'aria nel 1966 e costruiti in varie varianti, piuttosto popolari negli anni Settanta: sono considerati i migliori jet da attacco della seconda generazione, anche perché sono stati usati in combattimento da tutti i Paesi che li hanno acquistati. La Libia ha modelli delle varianti F1A, F1E ed F1D: dovrebbero essere una trentina in tutto. Due sono quelli parcheggiati qui sotto, all'aeroporto di Malta.

21.2.11

Blogdemocrazia: come si forma oggi l'opinione pubblica (2011)

Blogdemocrazia STAMATTINA FINALMENTE IL postino ha portato la mia copia del libro di Paola Stringa, Blogdemocrazia. Sono molto curioso di leggerlo, anche se nei prossimi giorni - causa tremendo carpiato editoriale - sarò in altro affaccendato. Sono curioso però perché conosco molto bene Paola, ho nel mio piccolo dato un minimo contributo (la presentazione del libro, e la ringrazio ancora per avermi chiesto di scriverla) e soprattutto perché lei è un'autrice speciale. Ho potuto vederne ampi stralci (come si dice nella buona società) in anteprima per scrivere l'introduzione, ma non ho visto il libro per intero, nella sua veste definitiva.



Dal momento che il tema del blog, della rete e social network, che si intreccia con quello della democrazia e dei sistemi politici nostrani, cioè con la formazione dell'opinione pubblica, è sempre più attuale, il suo lavoro di ricerca e di distillazione non potrebbe avere tempistica migliore.



Sono curioso di leggerlo tutto di fila, con l'occhio del lettore e non del "prefattore", insomma. Mentre sui Tg scorrono immagini di quel che succede nell'Africa settentrionale e in Medio Oriente. Mi pare che sia uno dei libri adatti per cominciare a riflettere su un aspetto particolare e molto attuale del cambiamento.

Storie popolari

I FATTI LIBICI mi hanno fatto venir voglia di cercare alcune cose sparpagliate nei miei ricordi. Cirenaica, Tripolitana: in tutti gli esami che ho fatto (dalla scuola dell'obbligo fino alle selezioni per la specializzazione) mi hanno sempre chiesto "il fascismo", in un modo o nell'altro. Accanto alla Cirenaica c'è la storia del Silfio, la pianta miracolosa per greci e romani adesso completamente estinta (e sono fantasiose le storie sull'effettivo uso di questo gigantesco finocchio selvatico) e quella dello straordinario Arco dei Fileni, fatto da Mussolini e disfatto da Gheddafi praticamente il giorno in cui fece la rivoluzione.

L'Arco, che sembra preso da un fumetto o da un film di fantascienza futurista, era stato costruito nel niente che marcava il confine tra Cirenaica e Tripolitana. Progetto di Florestano Di Fausto, realizzazione - manco a dubitarne – di Italo Balbo.

Arco dei Fileni

Sono inciampato per semplice fortuna nella storia di un graduato che ha prestato servizio dal '36 fino all'armistizio. Bella. Lui si chiama Cesare Pozzi e costruisce La mia guerra come un album illustrato di tante foto con didascalie essenziali ma tutt'altro che povere. Rende con garbo e ironia la prospettiva di chi è passato attraverso l'ingranaggio della Seconda guerra mondiale. Così, oggi penso alla Libia, che già immaginavo nella lista delle rivoluzioni del 2011 (dopo cosa ci sarà, il Medio Oriente?) e navigo.

Money Quote: El Agheila, gennaio 1942 Lo Stato Maggiore del Gen. Rommel (l’ultimo a destra che parla con il Gen. Navarrini) poco prima di sferrare l’attacco del 21 gennaio che ci porterà sino ad El Alamein. Attacco sferrato in seguito ad un marconigramma inglese che io stesso ho intercettato.

20.2.11

Un ragazzo del '99 - Il fondatore del 24 Ore

GIUSEPPE ODDO CI regala un altro dei pezzi dei suoi, raccontando la storia di Piero Colombi, il padre fondatore del 24 Ore.

Money Quote: Era un ragazzo del '99 il fondatore, direttore e azionista del 24 Ore, Piero Colombi, del quale si commemora oggi a Milano, a palazzo Marino, il cinquantenario della morte alla presenza del figlio Enrico e di alcuni suoi amici, Franco Morganti, Salvatore Bragantini e Salvatore Carrubba. Colombi, che guiderà fino alla sua prematura scomparsa il quotidiano nato nel '46 come antagonista del Sole, parte nel '17 volontario per la grande guerra e quando ritorna si ritrova iscritto dal patrigno al Politecnico di Milano.

Not to mention what?

TORNA GARRY B. Trudeau con Doonesbury, come ogni domenica.

18.2.11

Bowling again

DICEVA ROBERT PUTNAM: gli americani non sono più quel popolo sociale che erano una volta. L'anomia della vita moderna si manifesta anche così, andando a giocare da soli al bowling (cioè con i proprio amici, senza più partecipare alle gare collettive dove si incontrano le altre persone della propria comunità, esterne alla cerchia degli amici personali), senza più fare quella vita sociale e di relazione, con tanto di volontariato e comunità, che una volta erano la cifra saliente del popolo americano. È il declino del capitale sociale degli americani, cioè il valore derivante dalle connessioni nelle reti sociali e tra reti sociali.

Questo diceva, più o meno, Putnam. E il suo Bowling Alone è diventato un classico della critica sociale, nel 1995. Poi, qualche anno dopo (nel 2000) vede un miglioramento. Ma niente rispetto al tripudio di rinata socialità che il Pew Internet & American Life Project vede in una ricerca di qualche tempo fa. Merito di Internet, computer e telefonino.

Money Quote: This Pew Internet Personal Networks and Community survey finds that Americans are not as isolated as has been previously reported. People’s use of the mobile phone and the internet is associated with larger and more diverse discussion networks. And, when we examine people’s full personal network – their strong and weak ties – internet use in general and use of social networking services such as Facebook in particular are associated with more diverse social networks.

16.2.11

HWInfo

PICCOLE APPLICAZIONI UTILI: ho trovato e preso HWInfo per l'iPhone oggi pomeriggio: cercavo una app gratuita (come questa) che mi dicesse l'uptime del telefono. Cioè quanto tempo è passato da quando è stato spento l'ultima volta. Fra le altre cose: la scarico, la installo e guardo: erano passati da 11 minuti ben 30 giorni dall'ultima accensione dell'apparecchio. Mamma mia quant'è stabile, quest'affare... Gli faccio persino gli aggiornamenti alle apps installate in WiFi e lui non batte un ciglio. Che roccia.

Tilt and Shift

UNO DI QUEI video spettacolari che piacciono a me.

14.2.11

NoteSlate a 99 dollari

MI SONO INNAMORATO di questa idea: NoteSlate, un tablet da 99 dollari che fa una cosa sola, prendere appunti e disegnare con lo stile. Loro promettono di essere sul mercato per giugno e che più avanti aggiungeranno anche altre funzioni più sofisticate (riconoscimento dei caratteri, email, Pdf), però l'essenziale rimane che l'oggetto serve solo per scrivere. Ammesso che sia vero: sul sito ci sono solo rendering dell'apparecchio con schermo a risoluzione di 1080 per 750 punti in formato A4. Se fanno anche il modello in A5 e la risoluzione del pennino è buona, ci si può pensare.

13.2.11

Nimmo Bay

ALASKA: QUANTI RICORDI...



Ok, una nota. Si tratta di un filmato tridimensionale. Fatelo partire e poi, con il mouse, cliccate e trascinate. Cambierete punto di vista a 360 gradi. Un'esperienza notevole.

(Richiede Flash. Verificate se funziona con MacBook Air 11 pollici, NetBook, Mac con G4 e via dicendo?)

JAG e il silenzio nella mente del traduttore

CHI CURA L'ADATTAMENTO di film e telefilm deve fare equilibrismi notevoli per portare parole e concetti che appartengono a un'altra tradizione (quella americana) nel nostro ambiente linguistico-culturale. Insomma, se ci fossero anziché i telefilm Usa quelli fatti in India, avremmo i sottotitoli e le spiegazioni a pie' di pagina. E cosa vuol dire basmati, e cosa vuol dire tandori. Oppure, diremmo che si tratta di pizza margherita e calzone mozzarella e prosciutto.

Sto guardando Jag, avvocati in divisa su La7 (sempre deliziosa). Nel secondo dei tre episodi domenicali, la vedova protagonista della puntata ha appena detto: "Cucino un piatto di spaghetti alla puttanesca". Urka! E poi l'ammiraglio (che confessa di essersi sposato anche lui, una volta, e proprio a Napoli), concorda che quelli sono i più buoni spaghetti alla puttanesca che abbia mai mangiato. Urka numero due. Ma siete sicuri? Proprio sicuri sicuri? Hanno detto "spaghèdi ala pucianèsca"? Mah...

Per la cronaca, poi magari mi sbaglio, si potrebbe verificare. Riferimento di palinsesto della 7: EP.49 'IL TESTIMONE'. Harm è contattato da una vedova che vuole difendere suo figlio, testimone di un omicidio. Decide di portare lei e il ragazzo a casa sua, per aiutarlo a scampare dai tanti tentativi di farlo fuori.

"Spaghèdi ala pucianèsca". Bah.

Ps: l'episodio in originale è Someone to Watch Over Annie, numero 12 della terza stagione, andato originariamente in onda nel 1997. Poi magari lo cerco e verifico.

But how to book one?

COME TUTTE LE domeniche, con gradimento di pubblico e anche di critica, ecco Doonesbury di Garry B. Trudeau.

12.2.11

Bit World a Milano, dal 25 marzo al 30 aprile

MUSICA A 8 bit, come la sapevano fare una volta, dentro i videogiochi. Una mostra da non perdere, organizzata a Milano dal prossimo 25 marzo sino al 30 aprile alla Galleria Tufano in via Col di Lana 14 a Milano. Mostra gratuita, aperta tutti i giorni dalle 15 alle 19, è un evento da non perdere perché mette in pista la metà spesso non ricordata nel binomio videogiochi-musica. La segnala Matteo Bittanti.

Money Quote: L'incontro/scontro tra gameplay e sound, l'arte del suono ludico, beats e bits, in arte chiptunes (aka chip music o micromusic) sono il tema portante di Bit World, una mostra curata dal giovane bresciano Andrea Galuppini

11.2.11

Investimenti per il futuro

COSTA 20 DOLLARI all'anno per 80 Gigabyte di spazio per la posta (e le foto su Picasa e i documenti su Docs). Cinque dollari se uno ne vuole "solo" 20. Quelli che compri si sommano ai 7,5 esistenti. Insomma, io mi ero rotto le scatole e in un impulso, ho acquistato. L'alternativa, con MobileMe (che ho nella versione base) era molto, molto più costosa. Tipo 79 euro all'anno per altri venti Giga.

Che dite, ho fatto male?

9.2.11

Il ritorno del carpiato maledetto

MI STO TRASTULLANDO con una parola: backlog, cioè gli arretrati. Come avevo detto a un amico, dammi una settimana e avrò un quintale di arretrati. La settimana è quasi passata e la montagna di arretrati sta per franarmi addosso. È tempo di un nuovo carpiato danzante, con doppio avvitamento e colpo di coda. Tempo pochissimo e vi faccio sapere. Vi tengono informati, insomma. Stay tuned.

6.2.11

Jisui, cucinarsi il proprio pasto da sé

AUTOCOMPIACIMENTI: OGGI IL Chronicle pubblica una storia sui giapponesi che affettano e scannerizzano i propri libri per averne una versione digitale, visto che gli editori in quel paese latitano. Anche senza citare estesamente l'iPad, la stessa storia l'avevo trovata e scritta (pdf)parecchi mesi fa.

Wha.. Who's there?

DOONESBURY TORNA, GRAZIE a Garry B. Trudeau, come ogni domenica

4.2.11

Caro direttore, me ne vado

UN SENATORE DEL Pd si dimette. Non dal gruppo del Pd, ma dal Senato. In polemica con la sua generazione. Nicola Rossi ha 60 anni e scrive una lucida lettera al Corriere della Sera per spiegare il suo gesto politico. E prendere le distanze dal danno che una coorte demografica ha perpetrato alla successiva.

Il dato politico della lettera è l'invito al ritorno alla realtà, più che alla normalità. Tanto di cappello.

2.2.11

WeCa: da Twitter all'iPad

FINO A IERI mattina ero a Roma, Due giorni fa, la sera dopocena, ho fatto una lezione in eLearning del corso WeCa intitolata "Da Twitter all'iPad: nuovi paradigmi e modelli di informazione". Tra poco dovrebbe andare online la registrata. La dovreste trovare qui. Volendo, ci si può ancora iscrivere.

Cose strane della vita: due esempi? Air One e Malpensa

MI HA SEMPRE affascinato la compagnia aerea numero due in Italia: fondata da uno con un nome buffo, pluricanditata al fallimento, taluni sostengono vera causa di tutta l'ultima fase di casino con Alitalia (sembrava dovesse comprarsela lei, poi la manovra di salvataggio di Alitalia è stata praticamente un gigantesco passaggio per salvare Air One, senza che nessuno ne parlasse: il candidato acquirente aveva più difficoltà dell'acquisibile), candidata a scomparire come brand, adesso risorge lentamente. Prima a Malpensa, ("Pariamo dal terminal 1, il più vicino alla città") nella forma del brand low cost di Alitalia (con buona pace di Alitalia Express e di Volare) e adesso espande la sua base di operazioni aprendo anche a Pisa. Chissà, magari domani diventerà una azienda separata da Alitalia, ripulita dai debiti, con aerei nuovi (quelli che Toto aveva prenotato a suo tempo costavano un botto e non se li poteva permettere neanche se lo finanziava il signori General Electric in persona) e un sacco di clienti. Mah.

Nel frattempo, notizie da Malpensa, dove ero ieri sera in attesa di partire per Parigi. Alitalia ha chiuso la saletta nell'area A. Secondo il cartello, i clienti business o dotati di Ulisse, Freccia Alata e Freccia Alata Plus, dovrebbero andare in quella della Sea-Mi. Solo che quelli della Sea-Mi, che spero sempre un'alluvione se li porti via tutti, accettano solo le Freccie Alate/Plus esclusivamente con biglietti (business o no) solo per Roma e Pescara. Tutte le altre destinazioni Alitalia, Air France, Klm, Delta e via dicendo, no. Strano, vero? E quando glielo dici, fanno spallucce, come se ti dicessero: scemo, dovevi volare Lufthansa. Però...

Comunque, con le persone al pubblico non si litiga mai se non per loro errori personali, quindi me sono tornato dal satellite A fino alla zona del mega negozio duty free (l'autogrill dell'aeroporto, praticamente: per andare ai gate devi passare da dentro il negozio, dopo aver dribblato il mozzarella bar obika: mancano solo i venditori di tappeti e il cieco che fa l'elemosina con il cappello di Borsalino e poi ci sono tutti), e da lì alla saletta Air France/Klm. È dispersa dietro, dopo i cessi e in fondo a un budello inquietante di corridoi ritagliati alla rinfusa. Di fronte c'è l'altrettanto sfigata saletta di Lufthansa (tanto per dire quanto sia coerente Sea-Mi). Manca quella di British e siamo al completo: secondo me li tengono nel baracchino del parcheggio dipendenti. Oltretutto, quelle del terminal 1-A sono tutte salette cieche, senza finestre (proprio come quella di Sea-Mi, se è per questo), tanto da far pensare che varrebbe la pena prendere il treno e decollare da Zurigo, la prossima volta. Ma tant'è. Un giorno arriverà l'alluvione anche per loro, quelli di Sea-Mi, no?