11.1.11

SOB (1981)

ERA UN SACCO di tempo che volevo rivedere questo film di Blake Edwards, il regista della Pantera rosa e di Operazione sottoveste. La fatica per ritrovarlo (e guardarlo di nuovo) ne è decisamente valsa la pena. Commedia brillante ma tinta di nero, ambientata in una hollywood surreale, con al centro la "solita" villa, stile Hollywood party ma con un canovaccio completamente diverso. La storia è quella di un famoso produttore/regista (alter ego dello stesso Edwards) entrato in crisi dopo il suo primo flop, che vede coinvolta anche la moglie, la famosa attrice disneyana legata per sempre al ruolo di Mary Poppins (interpretata dalla vera moglie di Edwards, nonché interprete sul serio di Mary Poppins, Julie Andrews), terribile e fragile come nella migliore tradizione delle prime attrici hollywoodiane.

Il film scorre rapido e divertente, costruito sul terzetto di amici (uno straordinario William Holden alla sua ultima interpretazione, un semi-sconosciuto Robert Preston in stato di grazia e un notevole Robert Webber, tra i migliori caratteristi di Hollywood) e dall'ecosistema di amici/nemici, di piccoli tradimenti, di continui cambi di fronte e sorprese tra il capo dello studio cinematografico, l'attricetta sua amante e il giovane attore amante dell'attricetta e a sua volta innamorato della vita.

Il cast del film è veramente ricco: oltre ai già citati Andrews, Holden, Preston e Webber, ci sono anche Robert Vaughn, un giovane Larry Hagman, Loretta Swit, Marisa Berenson, Shelley Winters, una giovanissima Rosanna Arquette e lo straordinario comico e imitatore Larry Storch, conosciuto solo negli Usa.

Fa da cucitura e contrappunto alla storia la vicenda dell'anziano corridore che passa sulla spiaggia dove guarda la villa: l'uomo (un bravo attore molto sottovalutato) arriva insieme al suo cane all'inizio del film, viene colto da un attacco di cuore e muore nell'indifferenza di tutti i bagnanti; nessuno si accorge della sua fine sino al giorno dopo, a parte il cane che continua a fargli da guardia e che poi continuerà a tornare sulla spiaggia, desolatamente fedele al suo padrone e portatore di una sofferenza simmetrica a quella del noto regista e produttore Felix Farmer, interpretato da Richard Mulligan come alter ego di Edwards.

SOB è da rivedere, un piccolo capolavoro neanche troppo minore di Edwards, che sfortunatamente è morto a metà dicembre scorso. Dentro l'abito comico del film c'è un'anima, un sentimento di tristezza (il che non sarebbe poi una novità) che però si lega a una tradizione più ampia di nichilismo losangeliano: da Sunset Boulevard in avanti, passando per tutto il noir su carta e su pellicola ambientato a Los Angeles, c'è qualcosa di andato a male, di non curato in questa moderna Babilionia. Qualcosa che, nonostante il sole e le feste, emerge in maniera dissonante e disturbante. Nel film, questa nota cupa è l'anima della storia, la sua saggezza.

Ah, un'ultima cosa: S.O.B. vuol dire "Son Of a Bitch" ma anche "Standard Operational Bullshit".

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