12.10.10

Lacrime e incanti sotto la pioggia romana

SONO A ROMA fino a domani sera. Nella camera d'albergo, dopo una giornata di lavoro e una cena più che gradevole, guardo un po' di cose sul mio Mac. Era passato parecchio tempo da quando mi ero portato a giro il Mac l'ultima volta: oggi come oggi di solito mi basta l'iPad (che è qui accanto a me anche adesso, peraltro). Questa volta è diverso: mi serviva anche li MacBook, con li quale sto scrivendo. La tastiera, unico strumento che sono in grado di "suonare" forse con qualche talento, mi rende più loquace del solito.

Noto che il MacBook per me è una macchina della memoria, anziché una macchina del presente come l'iPad. È una macchina della memoria perché contiene tonnellate di documenti che si accumulano, migrazione dopo migrazione di computer, da più di dieci anni. Esperienza, "storia" del lavoro e della vita personale, informazioni sulle quali far correre lo spotlight per la mia personale business intelligence su misura (a proposito, giovedì modero un convegno a Bologna sulla BI, mentre qui mi sto occupando, al centro congressi in via Cavour a Roma, di un altro convegno su innovazione, creatività e stampa intesa come tipografia ed editoria, non giornalismo).

Ripercorro i miei archivi, a metà fra il disco rigido del Mac e le nuvole che contengono frammenti della mia identità e soprattutto delle mie relazioni con gli altri, lavoro compreso, e ritrovo cose singolari. Le rileggo incantato. Sono stato il primo giornalista italiano a provare iPhone a gennaio del 2007 e poi iPad a gennaiodi quest'anno. Soprattutto l'ultimo mi ha dato una notevole impressione. Lo scrivevo all'inizio dell'anno, ma pare già una vita fa.

Money Quote: Basta prendere in mano un iPad e iniziare a giocarci per un po' e si capisce che su una cosa Steve Jobs ha avuto ragione: «Non giudicatelo – spiega – prima di averlo provato». Bastano cinque minuti e in effetti l'oggetto alieno diventa familiare in maniera quasi inquietante: sembra di averlo usato da sempre, di averci guardato film, scritto mail, sfogliato fotografie con la punta di un dito e navigato la rete tenendola stretta fra le mani da tutta la vita.

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