29.4.09

Five years of my life and not seeing my family very much and stuff

UN DOCUMENTO FANTASTICO. Forbes pubblica la testimonianza resa da Steve Jobs, numero uno di Apple, lo scorso 18 marzo 2008 e ottenuta venerdì scorso dal giornale sulla base del Freedom of Information Act. Anche qui. Ci sono svariati punti salienti, davvero tanti. Per chi segue la storia di Apple, poi, è una vera miniera.

A me l'argomento interessa non solo perché ho scritto un libro, Emozione Apple, sulla storia e la strategia di questa compagnia. È davvero un documento che vale il vostro tempo, fidatevi. Altro che Inside Steve's Brain.

Legenda: Q= Questions, sono le domande fatte da uno dei commissari della SEC. A=Answers, sono le risposte di Steve Jobs

Nella parte di testimonianza qui sotto, Jobs affronta il tema di come mai si impuntò così tanto per farsi dare all'epoca 7.1 milioni di azioni sotto forma di stock options (letteralmente una montagna di azioni). Ecco il passaggio.

Money quote:

Q. Could you just tell me a little bit about the process of how this all came to be?

A. Well, it was a tough situation, you know. It wasn’t so much about the money, because a very small percentage of my net worth is from Apple.

Q. Okay.

A. But everybody likes to be recognized by their peers, and the closest that I’ve got, or any CEO has, is their Board of Directors. And as we’ve seen in the discussions of the past hour, I spent a lot of time trying to take care of people at Apple and to, you know, surprise and delight them with what a career at Apple could be - - could mean to them and their families. And I felt that the board wasn’t really doing the same with me.

Q. Right.

A. So I was hurt, I suppose would be the most accurate word, and, you know, the board had given me some options, but they were all underwater. They weren’t underwater necessarily because of our performance, but, you know, the bubble had burst in the dot-coms, and here I had been working, you know, I don’t know, four years, five years of my life and not seeing my family very much and stuff, and I just felt like there is nobody looking out for me here, you know.

Q. Right. Okay.

A. So I wanted them to do something and so we talked about it.

Acrobazie della mezza stagione

STO TERMINANDO IL carpiato del momento. Una cosa selvaggia, iniziata a gennaio e divenuta, a cavallo di marzo e aprile, veramente tosta. Adesso, roteato che ho nell'aria per un numero imprecisato di volte, sto per atterrare. Non sarà facile: come sanno quelli che seguono l'atletica, è qui che si nasconde il possibile errore. L'atterraggio è sempre pericoloso. Ammesso che prima uno sia riuscito a decollare, intendo dire...

L'Italia avant-pop

IN UNA TRANQUILLA giornata di cronaca, si apprende che il Presidente del Consiglio fa incazzare sua moglie per vari motivi fra i quali le candidature di "ciarpame senza pudore" (veline e altro), attitudine napoleonica che, dopo di lui Presidente, potrebbe portare a chissà quale rischio democratico, e le improvvisate a feste di compleanno di ragazzine 18enni (e il PdC non è mai andato a quelle dei figli suoi) che lo chiamano "papi" e che potrebbero essere - è facile gioco supporlo per i lettori più maligni - più che delle lolite delle figlie fuori dal matrimonio.

Soprattutto il Corriere (ma in par condicio anche la Repubblica) ci sguazza. Il Corriere, poi, sta bombardando l'Italia con la versione "fine" della guardonaggine imperante: anziché le ballerine e le veline, fa vedere il posteriore di Carla Bruni (che tutto sommato è pur sempre la moglie del primo ministro francese) e della futura regina di Spagna, Letizia Ortiz Rocasolano. Dev'essere un segno del nuovo ardore per il rilancio della qualità nel giornalismo italiano.

Già stancato da queste e varie altre cose che ti fanno girare le palle di prima mattina, allora dici: mi leggo la Stampa, che tutti dicono sia un gran giornale e adesso con il direttore nuovo e giovane sicuramente avrà gusto e stile diversi.

Fiducioso, apri il sito e ti trovi subito la qui presente foto di Michelle Hunziker, ospite di Chiambretti Night. Ora, va bene tutto, ma allora mi spiegate quale definizione delirante di "fascino latino" e quindi di maschio latino avete in mente, quando fate i titoli che sono pure spiacevolmente venati da un carattere se non razzista almeno lombrosiano e poi li appiccicate sopra a persone delle quali non conosciamo la nazionalità o l'origine, ma che a colpo d'occhio non sembrano proprio tutti tutti esattamente appartenenti a stirpi che derivano dalle popolazioni di lingua neolatina (italiani, spagnoli, portoghesi, francesi...). Ripeto: va bene tutto, però se vogliamo usare uno stereotipo culturale spiacevole, almeno cerchiamo di usarlo nel contesto visivo giusto, no?

Up Pompeii!

MAGARI NON C'È niente in televisione, stasera. Perché allora non dare un'occhiata a questo? In Italia non è mai arrivato. Invece, è una delle cose migliori prodotte dalla Bbc alla fine degli anni Sessanta, inizio dei Settanta. Consigliata vivamente.






Questo invece bisogna cliccarlo (maledetti guastafeste)



Magari qualcuno ha sentito parlare di Frank Howerd... No? Bah!

28.4.09

Un bagnetto e via

UN TEMPO GLI oceani li guardavamo con un certo rispetto. Adesso, invece, che sono diventati grossi laghi da saltare in qualche ora, legati sulla scomoda seggiola dell'economy di una qualche raffazzonata compagnia aerea, c'è persino chi arriva a chiedersi perché poi s'è fatto tutto questo gran problema sugli oceani e il gran parlare che se n'è fatto addirittura per secoli. Dopotutto, che ci vuole a passarli da parte a parte?

Per fortuna c'è chi rimette le cose in prospettiva: Barry Cunliffe, che dopo il suo Facing the Ocean: The Atlantic and its Peoples del 2001 adesso propone questo seguto ideale: Europe Between the Oceans: 9000 BC-AD 1000. E The New Republic ne pensa un gran bene.

Money Quote: Perspective is something that readers of Barry Cunliffe have come to expect. In Facing the Ocean: The Atlantic and its Peoples, which appeared in 2001, and now in its sequel, he has chosen to study Europe's oceanic destiny. Europe was, and is, the land between the oceans. Its deeply convoluted coasts and island fragments make for a total of 37,000 kilometers of interface between land and sea--equivalent to the world's circumference. It was "no accident" that Europe's first civilization arose in the Aegean Sea (on Crete), where the ratio of coast to land was at its greatest. The seashore is also where Europe came from--whence Europa was kidnapped to Crete, "a reminder, if one were needed," Cunliffe notes with characteristic charm, "that the seashore is a liminal place where unexpected things can happen!"

Febbre suina

E ORA SONO cazzi per le compagnie aeree, come si dice in francese. Altro che il credit-crunch.

Supersize-melo

SECONDO ME QUESTA idea che l'iPod touch (che peraltro è una figata) possa crescere fino a diventare in versione HD un Media Tablet e possa essere, insieme all'iPhone nuovo, la prossima novità di Apple non suona del tutto stonata.

Comunque: boh. Però lo dice BusinessWeek e lo riprende la Cnn... Credo che lo scopriremo in ogni caso tra quattro o cinque settimane al massimo.

Money Quote: According to BusinessWeek, the devices are a less-expensive "iPhone lite" and a bigger "media pad" that "would let users listen to music, view photos, and watch high-definition videos" as well as offering wi-fi calling. This sounds a lot like the tablet that Apple is supposedly developing, which we've been calling the "iPod touch HD."

A me basta che mi faccia da sostituto del portatile per i viaggi di media durata, cioè che ci si possa navigare, fare la posta elettronica e scrivere comodamente. Poi il resto va tutto bene...

Perché ho la faccia incazzata?

LA SAGA DI Luca Luciani continua: l'uomo rimane un vero modello anche in tempi di Say on Pay

27.4.09

La rivolta di Atlante

SE AYN RAND e George Orwell si fossero seduti insieme attorno ad un tavolo per progettare un videogioco, sarebbe uscito fuori questo BioShock, piccolo capolavoro di Ken Levine pubblicato da TakeTwo. Ambientato in un universo alternativo in cui negli anni Sessanta esisteva una città sottomarina, Raputre, costruita sulla base di una utopia alla Ayn Rand finita però male, e controllata da tecnologie degne del miglior George Orwell, è una storia adrenalinica in soggettiva, di lucida e rara bellezza visiva.

È previsto che a fine anno esca il seguito, BioShock 2, mentre c'è da dire che, vista la forte trama "etica" di questo primo capitolo, se n'era pensato di trarre un film. I lavoro erano affidati a Gore Verbinski, regista che già si era dedicato precedentemente a Pirates of the Caribbean. Però i costi sono esplosi, superando la soglia dei 160 milioni di dollari previsti per girare a Los Angeles, e lo studios in carica ha deciso che il progetto starà in pausa fino a che non trovano un'altra location in cui sia possibile contenere radicalmente la spesa. Probabilmente Londra, che ha basse tasse e incentivi finanziari per chi gira film. E le maestranze parlano inglese (come in Canada, Nuova Zelanda e Australia, oramai però non più convenienti)

26.4.09

Doonesbury

GARRY B. TRUDEAU, come ogni domenica. Soprattutto adesso, che la vita e la guerra stanno convergendo.



In più, una citazione da ricordare:

"Torture anywhere is an affront to human dignity everywhere... I call on all governments to join with the United States and the community of law-abiding nations in prohibiting, investigating, and prosecuting all acts of torture."

-- George W. Bush, June 2003

25.4.09

If you wanted to sleep with him...

IL PROSSIMO 22 giugno Virgin Atlantic festeggerà 25 anni di attività. La compagnia aerea di Sir Richard Branson ha creato uno spot per l'occasione, che è una spettacolare immersione negli anni Ottanta



Virgin Atlantic era già titolare di quello che considero uno dei migliori spot del pianeta...

Best Games of All Time

I MIGLIORI DI sempre e poi anche gli altri migliori...







E c'è anche una versione più autoriale (musica orrenda, però).

La Firenze della West Coast

SE AMATE SAN Francisco, le foto di jrodmanjr sono una delizia

24.4.09

Scaricarsi la coscienza

MENTRE IL PROCESSO a ThePirateBay, il sito per scaricatori incalliti, si arricchisce di un nuovo, intrigante rilievo, c'è chi fa protesta civile mostrando le pudenda del re:

Money quote: The intention of this site is to demonstrate the double standard that was exemplified in the recent Pirate Bay Trial. Sites such as Google offer much the same functionality as The Pirate Bay and other Bit Torrent sites but are not targeted by media conglomerates such as the IFPI as they have the political and legal clout to defend themselves unlike these small independent sites.

A Day at the Richthofen's Circus

21 APRILE 1918: muore il capitano di cavalleria Barone Manfred Albrecht "Freiherr" von Richthofen, meglio conosciuto come il Barone Rosso. Ne dà la notizia tra gli altri Flight International (il più antico giornale dedicato al mondo dell'aviazione), che segue anche le esequie militari, svoltesi in Francia il seguente 22 aprile.

Money quote: Il 21 aprile, quando viene pubblicato il bollettino del comando germanico in cui viene annunciato che "il capitano di cavalleria Barone von Richthofen, alla testa del suo fidato 11mo gruppo di volo, ha guadagnato le vittorie aeree numero 79 ed 80", il famoso pilota da caccia giace invece morto nella valle della Somme, che l'asso tedesco aveva descritto nel suo libro come il suo felice campo di caccia.

22.4.09

Sembrava ieri di stare a Berlino

ERO A BERLINO, ieri, e vista la bella giornata ho allungato un attimo la strada e sono andato alla porta di Brandeburgo. Che impressione passarci sotto, vedere le piccole toppe di cemento nelle scanalature delle colonne e nei pannelli delle pareti, ultime vestigia dei combattimenti durante la presa di Berlino da parte dei russi. Tra poco è l'anniversario della fine della guerra in Europa (per noi è il 25 aprile, ma per il Vecchio continente è l'8 maggio). Tra la caduta di Berlino (2 maggio) e la fine reale dei combattimenti passò qualche giorno, perché i nazisti e i civili erano terrorizzati all'idea di arrendersi ai sovietici e cercarono di guadagnare più tempo possibile nell'attesa della (lenta) avanzata degli Alleati. Sembra passato un secolo ma era "solo" il 1945, e le toppe che chiudono i buchi delle pallottole e i fori delle schegge, tutti ad altezza uomo, sono su molti altri monumenti e palazzi berlinesi.

Davanti alla porta di Brandeburgo, però, che avevo visto per la prima volta 22 anni fa, ieri c'erano un po' di attrazioni: un signore vestito da improbabile Vopos con una collezione di cappelli militari, per scattare foto grazie alle quali far passare il turista per liberatore sovietico, americano, britannico, persino per soldato tedesco vecchio e nuovo. L'unica cosa che manca è un qualsiasi tangibile segno riconoscibile dell'esercito del Terzo Reich, visto che in quel Paese è considerato reato e anche grave: a differenza dell'Italia, dove l'Apologia di fascismo è evidentemente un reato da operetta, come è la XII disposizione transitoria e finale della nostra Costituzione, mentre a quanto pare anche il 25 aprile è una festa da commedia all'italiana, in cui metà delle istituzioni si danno per latitanti e chiedono la giustificazione per l'assenza alla mamma. Vabbé.

Torniamo a Berlino. Il passaporto con il quale ci ero andato all'epoca oggi non c'è più. La vecchia città era ancora circondata dal muro, avvolta nella DDR e sul passaporto erano fioccati i timbri e i visti, compreso quello giornaliero per entrare nella parte est della città. Ma quando, anni dopo, ho rifatto il mio documento di viaggio, non sapevo si potesse chiedere che annullassero il vecchio e te lo dessero come cimelio dei viaggi. Risultato, oggi non c'è più (chissà se è stato distrutto o se giace da qualche parte alla Questura di Firenze o, peggio ancora, a Roma. Se si potesse recuperare, fatemelo sapere!).

Insomma, davanti alla porta di Brandeburgo, in una giornata di sole invidiabile, con la calma di una città non oberata di turisti e sfaccendati e borseggiatori e altre persone di etnie indefinibili come i loro scopi, mi sono messo a chiacchierare con Hans, studente un po' fuori corso, che ha in qualche modo recuperato timbri più o meno originali dell'epoca che fu.

E li utilizza per venderti una cartolina e un duplicato di visto giornaliero con timbrature dei vari check-point Charlie sul lato Usa, timbro con permesso della RFT, timbro con permesso di varchi diversi per la DDR, timbro di permesso russo, del settore americano ("You are Leaving the American Sector") e via dicendo. Il tutto "per una cifra che mi sembra accettabile di due euro", recita a memoria come il rosario il nostro strano amico.

Ho fatto un giro a piedi ancor più lungo, percorrendo un pezzo dell'Unter den Linden, passando davanti alla libreria statale, alla università Humboldt, fino al Museo storico tedesco, costeggiando poi l'Altes Museum, il museo di Pergamo e il Bode-Museum, rientrando infine all'hotel dietro la stazione di Friedrichstrasse.

Ci sono le polemiche, in Germania, su come sia poi andata la riunificazione. Berlino ne è il simbolo, la stagione più bella di questi ultimi anni, però è anche un po' alla fine del suo ciclo: le archistar hanno fatto il loro lavoro di acciaio e vetro temprati, i grandi, costosi e fantasmagorici palazzi monumentali e il nuovo assetto urbano per il quale vengono pagati milioni. Quello che è importante, però è che sono passati vent'anni, ci sono ragazze e ragazzi che vanno in discoteca e non hanno mai conosciuto il muro. Insomma, a me è rimasto l'imprinting di un'epoca lontana e della sua clamorosa fine, il crollo del muro, la mote del comunismo, la liberazione in un colpo solo di tutta l'Europa dell'est. Con la conseguente nuova era di opportunità.

Invece, Berlino ti urla in una giornata di sole che la vita non si è fermata il giorno di quell'epocale cambiamento. Anzi, che è già vecchio, già storia, come quei parenti anziani che da bambino continuavano a ossessionarmi di ricordi sulla Seconda guerra mondiale, lontana nella mia mente come la conquista del West, l'unità d'Italia e la giovinezza di Cleopatra.

Siamo tutti reduci di qualcosa. Del crollo del muro, della Pantera, di Falcone e Borsellino, di tangentopoli, dell'Iraq e dell'Afghanistan, del popolo di Seattle e di Genova, dell'11 settembre, di nuovo dell'Afghanistan e dell'Iraq: insomma, fate un po' voi. L'importante, però, è ricordarsi quando scade di farsi ridare il passaporto annullato, per non dimenticare che gli anni passano lo stesso. Anche dalle cose che crediamo mortalmente importanti, di quello che "dopo la vita non sarà più la stessa". In realtà, mi par di capire che la vita non sia mai la stessa d'abitudine.

What people want is a happy ending

SECONDO IL GOVERNO, è praticamente passata. Secondo il resto del mondo, il peggio sta per arrivare. Stirati a metà fra queste due visioni inconciliabili, c'è da segnalare che negli Usa la crisi è diventata anche una formula giornalistica. La si può, cioè, applicare a tutto. Ai lettori che comprano più libri di svago con finali positivi (tendenzialmente romanzi rosa), fino al boom delle vasectomie come segno tangibile della recessione che, a quanto pare, vuole tutto il divertimento ma nessuna delle conseguenze.

Money quote: In a recession, what people want is a happy ending. At a time when booksellers are struggling to lure readers, sales of romance novels are outstripping most other categories of books and giving some buoyancy to an otherwise sluggish market.

19.4.09

Cose che capitano

MI ERO QUASI perso l'ultimo atto di una storia vecchia di qualche secolo: la Banca Toscana (dove hanno lavorato per tutta la vita mio nonno, suo fratello e sua sorella) ha chiuso battenti e dal 30 di marzo è diventata Monte dei Paschi di Siena di nome e di fatto. Il Monte dei Paschi l'aveva comprata nel 2002.

La Banca Toscana era nata come cooperativa nel 1906 con il nome di Piccolo Credito Toscano, era diventata società anonima nel 1920 (Credito Toscano) e si era infine incorporata ufficialmente come Banca Toscana Spa nel 1930 grazie alla fusione avvenuta nel '29 con la Banca di Firenze (a cui aveva partecipato anche il Monte dei Paschi). Quotata nel 1986 alla Borsa italiana, la Banca Toscana ha acquistato (e fatto scomparire) prima il Banco di Perugia (1990) e poi la Banca popolare della Marsica (2000). La Banca Toscana ha sede nel palazzo Palazzo Portinari-Salviati, detto anche palazzo Cepparello, in via del Corso a Firenze

Il Monte dei Paschi di Siena (oggi conosciuto come Gruppo MPS) è la banca più antica al mondo ancora in affari: è nata nel 1472 come Monte di Pietà, ha sede nella Rocca Salimbeni, ovverosia i palazzi Tantucci, Salimbeni e Spannocchi, costituenti i tre lati della piazza Salimbeni e rimodernati dall'architetto Pierluigi Spadolini (fratello di Giovanni) a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.

Indovinello: è domenica e quindi?

...C'È DOONESBURY DI Garry B. Trudeau.

18.4.09

Ze plane! Ze plane!

NON È PASSATO molto dalla mia visita ad Everett, nello stato di Washington, dove ha sede uno degli stabilimenti della Boeing. Ma le cose continuano a muoversi. Innanzitutto, addio 747-400. È uscito dalla linea di produzione l'ultimo dell'attuale serie dei Jumbo-jet. Adesso si comincia a lavorare sulla produzione dei 747-8, previsti fra pochi mesi. Anche se il periodo è critico, perché gli ordini stanno calando e lo dimostra anche il destino incerto dell'ultimo 747-400 e di un suo fratello, entrambi richiesti da LoadAir (cargo del Kuwait). Qui le foto dell'uscita dalla linea di montaggio e l'aereo parcheggiato in attesa dei suoi acquirenti.

Invece, un nuovo video della Boeing, appena messo su YouTube (il primo da parecchio tempo), fa vedere come volerà il 787. Da sottolineare le ali fortemente incurvate verso l'alto (più che non per effetto della pressione dell'aria durante il volo), che sono una delle novità apparenti di maggior impatto visivo. FlighBlogger ci ricorda di guardare il video in HD, perché ne vale la pena, anche se, secondo me, l'animazione è a tratti deludente.



Ps: Il titolo, lo ammetto, è meno comprensibile del solito. E ce ne vuole. "Ze plane! Ze plane!" è un tentativo di trascrizione fonetica dell'accento francese in americano di Hervé Villechaize quando interpretava Tattoo in Fantasy Island (da noi Fantasilandia), e dalla cima della torre bianca, suonava la campana indicando l'arrivo dell'aereo con nuovi ospiti. Il "simpatico nanetto" nella versione italiana parlava pulito e con voce infantile, nella realtà invece aveva una voce più gracchiante e le pesanti inflessioni della madrelingua francese.

17.4.09

Il grande inganno del Web 2.0

IN BREVE:

IN un’Internet di massa, trovare ciò di cui si ha bisogno è sempre più difficile, ma ancor più difficile è valutarne l’attendibilità. È il prodotto dell’ideologia del Web 2.0 – quello di blog e social network – che preconizza la scomparsa degli intermediari dell’informazione, dai giornalisti alle testate di prestigio, dai bibliotecari agli editori, presto sostituiti dalla swarm intelligence, l’intelligenza delle folle: chiunque può e deve essere autore ed editore di se stesso. Il ‘mondo Web 2.0’, dove nessuno è tenuto a identificarsi e chiunque può diffondere notizie senza assumersene la responsabilità, realizza davvero un sogno egualitario, o piuttosto un regno del caos e della deriva informativa?

Il grande inganno del Web 2.0
Fabio Metitieri
Saggi tascabili Laterza
Pp. 192, euro 12,00

16.4.09

Il diavolo ad alta quota

MATO GROSSO, 11MILA metri sopra la giungla e l'immenso Pantanal, la più grande pianura alluvionale del mondo. Un jet privato Embraer Legacy 600 e un Boeing 737 con a bordo 154 persone si scontrano in volo per cause non ancora appurate. Il Legacy viene solo parzialmente danneggiato, mentre il 737 scompare nella giungla con tutti i suoi occupanti: nessun sopravvissuto.

È il 29 settembre 2006, i due piloti americani del Legacy verranno trattenuti dalle autorità brasiliane, che li accuseranno di aver provocato per loro colpa l'incidente (il più grave nella storia brasiliana) e la conseguente tragedia che ha cancellato le 154 vite a bordo dell'aereo della Gol Airlines. L'incidente diplomatico si somma a quello che è costato così tante vite umane. Pare che il sistema di gestione del traffico aereo (Atc) brasiliano sia alquanto lacunoso, ma le autorità di Brasilia non vogliono neanche prendere in considerazione l'ipotesi. Da parte americana c'è la sindrome di persecuzione che dall'11 settembre in avanti fa capolino ogni volta che viene messa in discussione la buona fede del Paese (quelle di Brasilia sarebbero ritorsioni dettate dalla politica estera conflittuale tra Lula e Bush).

Due dei miei giornalisti preferiti, a gennaio William Langewiesche e a suo tempo Patrick Smith, raccontano la vicenda. Langewiesche è uno dei più importanti inviati della stampa Usa, conosciuto anche in Italia (ha pubblicato vari libri molto belli tradotti anche da noi) e soprattutto è figlio di un pilota ed è un ex pilota di linea anche lui. Il suo primo, epico "pezzo" per l'Atlantic Monthly fu proprio sulla virata. Invece, Patrick Smith ha una rubrica su Salon, Ask The Pilot, e ha pubblicato un libro divertente ma più di cazzeggio tradotto anche in italiano: Chiedilo al pilota.

I due uomini possono raccontare le due storie partendo da una comune conoscenza dei fatti e della tecnica aeronautica. Un perfetto caso di "storie parallele". In una parola: wow!

Money quote: The investigation into the midair collision is being conducted by the Brazilian military, which happens to administer the country's ATC system. Thus far, despite having fired two of the country's top ATC officials, it refuses to concede that an air traffic control breakdown is the likely culprit, instead throwing up a smokescreen of intentionally ambiguous reports and falsehoods.

Un piano appena appena ambizioso...

IL TIMES RACCONTA la storia delle indagini sugli attacchi terroristici in India di quattro mesi fa condotte dal superdetective Rakesh Maria, l'uomo i cui exploits ispirano regolarmente "i registi di thriller a Bollywood". I risultati del suo lavoro potrebbero essere devastanti.

Money quote: Mr Maria, who has worked 15-hour days on the Kasab case for the past four months, knows the limits of what the gunman can reveal directly. “We have here a limb, not the brain, of this terrorist organisation,” he said. His investigation, however, is enormously ambitious in its reach and many onlookers believe it has one over-riding aim: the establishment of Pakistani state involvement in the Mumbai attacks.

15.4.09

Silenzio, parla Lindsay Lohan

È EVIDENTE CHE sta per arrivare la fine del mondo. E, soprattutto, che ce la meritiamo ampiamente...

14.4.09

Forature

SE AVETE BUCATO una gomma e la portate dal gommista, è probabile che la ripari così. Soprattutto per far colpo sulla bella ragazza...



Come nei migliori cross-over, si continua qui

Il cromosoma Calcutta

NON SO PERCHÈ l'ho comprato. Ma l'ho letto. O forse riletto. L'ho preso d'istinto alla Feltrinelli di Firenze l'altro giorno, mentre compravo un paio di libri per i miei genitori. Attirato dalla foto in copertina, forse. E vivendo la costante sensazione di averlo già letto, per un paio di scene e l'ansia di alcune situazioni. Nel complesso, se davvero l'ho riletto, le sensazioni sono state molto diverse dal passato: salvo il caso improbabile che sia stato ritradotto dall'inglese, ne deduco che sono cambiato non poco io, negli ultimi dieci anni.

Il libro in questione è Il cromosoma Calcutta. Un romanzo, dice il sottotitolo, di febbre, delirio e scoperta, dell'autore indiano ma che scrive in lingua inglese Amitav Ghosh. Ed è un bel libro: un piacevole divertimento, a sfondo fantascientifico, per niente rivoluzionario (non è un capolavoro della letteratura, insomma) ma assai godibile.

La storia è legata a Calcutta ma anche a New York e alla provincia indiana, in tre momenti storici diversi che si sovrappongono e mostrano la corsa per la comprensione, in uno scontro fra scienza e non-scienza che nasconde forse la formula dell'immortalità. Ma la forza e bellezza di questo piccolo libro è nella scrittura e nei dettagli, non tanto nella trama. Nella capacità di evocare stralci di vita di Calcutta, di ripescare l'indianità e lo spirito di un'epoca vista attraverso la lente degli anni novanta, prima che il mondo diventasse piatto, caldo e affollato. Una lente che oggi pare straordinariamente attuale e al tempo stesso lontana millenni.

Amitav Ghosh è nato a Calcutta il 1 gennaio del 1956. Scrive in inglese e il suo genere è la fiction a sfondo storico e fantastico. Con il Cromosoma Calcutta ha vinto anche un premio Arthur C. Clarke, mentre le sue opere più note sono in realtà Il paese delle maree e il recentissimo Mare di papaveri. In Italia lo pubblica Neri Pozza. L'edizione che ho preso io è super-compatta e costa 14 euro per 320 pagine.

12.4.09

I have 8,000 tunes... Can't get out of my head!

DOMENICA, DOMENICA DI Pasqua, ma sempre domenica. Quindi, Doonesbury di Garry B. Trudeau.

9.4.09

La striscia più lunga d'America

HO IL CUORE gonfio di un'emozione che è anche orgoglio: chi segue da un po' questo Posto, soprattutto la domenica, capirà cosa voglio dire. Sta per andare in porto qualcosa alla quale ho avuto il privilegio e la fortuna di dare un piccolo contributo. E che spero riesca a compiere il suo ambizioso cammino. More to come...

6.4.09

Terremoto, solidarietà e movimentismo

SONO COLPITO NON tanto dalle voci spontanee e solidali che si stanno levando un po' su tutti i social network, da Facebook in poi, quanto da quelli che fanno finta di niente e vanno avanti a cazzeggiare felicemente. E anche un po' perplesso per chi si getta nello studio del fenomeno (già temo gli articoli, tra qualche giorno o settimana, pure sulla stampa straniera visto l'abbondanza di studiosi esteri in costante vacanza dalle nostre parti).

Sulla solidarietà che si trasforma in movimentismo, però, vorrei riprendere quanto dice Sabina, una di Caterpillar che di queste cose se ne intende:

Ogni iniziativa personale è lodevole ma dannosa. Dubbi e iniziative: Dipartimento della Protezione Civile, Centralino: 06 68201.

Come dire: prima di attrezzarvi per dare una mano vostra sponte, vedete se siete più utili in maniera coordinata con la Protezione Civile. Thanks.

La storia siamo noi

È UNA FRASE sulla quale bisognerebbe riflettere. Cito Francesco Alberoni dalla sua rubrica sul Corriere di oggi: "E, venendo all'Italia, la sinistra ha fatto un errore quando non ha voluto ammettere che Forza Italia era un vero movimento collettivo e Berlusconi un vero capo carismatico. Se lo avesse capito e non si fosse limitata a deriderli, la storia avrebbe anche potuto andare in modo diverso".

(Ps: mi viene anche un innocente dubbio: la storia avrebbe potuto o sarebbe potuta andare?)

Real artists ship

ALLA FINE, SI parla sempre dei soliti noti. E potrebbe darsi che, visto che Ibm non ce la fa a comprare Sun Microsystems perché ci sono anche altri pretendenti, che alla fine se la comprerà Apple. Io la butto lì, perché no?

In alternativa, rimangono i soliti noti: Oracle, Hp e - perché no - un cinese come Lenovo per i Pc di Ibm...

4.4.09

Edonismo digitale

OGNI TANTO BISOGNA farsi prendere da qualche momento di sano pessimismo. Pensando a Barack Obama - che negli Usa cominciano a chiedersi se, oltre a parlare bene come Ronald Reagan più che come Abramo Lincoln, sappia anche fare qualcosa di concreto - e a qualche signorotto asiatico in cerca di contatto con la sua audience locale, viene da pensare all'edonismo digitale e al bisogno di attrarre gli elettori giovani e interconnessi. Ne parlava un po' di tempo fa l'Economist:

Money quote: Political leaders and religious establishments are placed in a dilemma by the rise of cyber-hedonism: do they follow their youngsters onto the net, or try vainly to lure them away from the computer?

In Asia, some politicians have tried to profit from online hedonism by presenting themselves as devotees. In last year’s elections in Taiwan, candidates vied to appear internet- and youth-friendly. One hired a spokesman from a heavy-metal band and posted a series of ads on YouTube, the video-sharing site; he was unfazed by explicit exchanges about a popular erotic film, “Lust, Caution”.

A me l'accostamento che viene da fare è con un altro angolo visuale. Adoro da un decennio i libri di Giuseppe Culicchia, e trovo stupendo Brucia la città, l'ultimo che ha pubblicato. Oltretutto, vivendo sull'altra sponda, cioè Milano, il prototipo nazionale originale, sono sempre più convinto che non stiamo più producendo da tempo gli anticorpi sociali necessari a restare in una parvenza di equilibrio. Basta parlare con i rintronati convinti che X-Factor sia un capolavoro di intelligenza e che soprattutto valga alcune ore della nostra fin troppo breve vita (intendiamoci: le vale, ma solo se di professione fate l'antropologo oppure l'elettricista di scena della trasmissione) per capire che siamo persi definitivamente.

Propongo quindi di dedicarci tutti alla coltivazione di fonti alternative di energia, piantando seicento alberi all'anno a testa. Possibilmente a distanza, così riusciamo a fare ricco qualche furbacchione a cui si faccia gratuitamente pubblicità.

Il G-20 visto dall'aereo

SICCOME AI GIORNALISTI piacciono gli indici e le statistiche, eccone una che è stata costruita da Flight International per fotografare lo stato di sviluppo dell'industria aeronautica locale. Gli aerei sono a fusoliera larga e soprattutto l'A350 entrerà in produzione nel 2013 circa, mentre il Boeing 787 comincerà ad essere venduto tra circa 12 mesi. L'A380 ha i suoi problemi e soprattutto le sue lentezze, mentre il Boeing 777 è un veterano (e a me piace molto, se devo essere sincero).

Però, la statistica è ugualmente interessante. Notate, ad esempio, il "vuoto" italiano (presumibilmente di Alitalia-Air One) per quanto riguarda l'A380...



Addenda. Il 777 è nato nel 1993 e costa tra i 205 e i 287 milioni di dollari di listino. Il 787 costerà fra i 155 e i 205 milioni. L'A350 XWB costerà fra i 208 e 270 milioni di dollari mentre l'A380 (2008) costa fra i 310 e i 337 milioni di dollari. Sono tutti aerei a fusoliera larga (wide-body) ma molto differenti per autonomia, raggio, capacità e tipo di impiego. Insomma, si possono comparare ma non sono in piena concorrenza tra di loro: è in concorrenza la filosofia d'utilizzo che spinge ad acquistarli. Centro-periferia per l'A380, ad esempio, e punto a punto per il Boeing 787.

2.4.09

Please, enjoy your fine machine

PORTATE UN PO' di pazienza e vi prometto che preso ci sarà una bella storia da leggere

1.4.09

Link? Link! [Appuntamento alle ore 21!]


È LA PIU' spettacolare e ponderosa rivista di televisione attualmente esistente in Italia. E Link (qui il blog), scende in piazza. Anzi, in sala: il Maestro Fausto Colombo, l'apprendista stregone Fabio Guarnaccia e il voster-semper-voster (che poi sarei io) parlano del numero 7, Mash-Up Television. Il tutto succede il prossimo 8 aprile presso la Shake Edizioni, in viale Bligny 42, Milano, alle 21 giuppersù.

Accorri numeroso!

Money quote: La televisione è in continuo fermento. Le serie tv americane e i nuovi format internazionali ne cambiano il linguaggio. Il digitale e i nuovi media la costringono a confrontarsi con stimoli prima sconosciuti. La convergenza porta a cambiare le logiche e i modelli di business. Link guida lo spettatore attraverso questi cambiamenti. Alla scoperta della tv di domani.