7.2.09

Il problema Lincoln

UN EROE, IL PADRE della patria, un martire. La figura di Abrahm Lincoln è quella che più intriga gli americani per quanto riguarda la loro storia. Adesso ancora di più, visto che sarà Barack Obama a celebrare il prossimo 12 febbraio il bicentenario della nascita del 16mo presidente degli Usa (1861-1865, quando l'Italia si unificava, per intenderci) che ha traghettato il Paese attraverso la guerra civile e terminato la schiavitù. C'è però chi consiglia di prendere la figura di Lincoln con il dovuto rispetto ma dedicare un po' più di scetticismo al mito politico ed editoriale che gli è stato costruito attorno.

Money quote: There's a joke in the publishing world. A writer asks his editor for ideas about a commercially promising topic for a book. "Lincoln's doctor's dog," the editor unhesitatingly responds.

L'emozione per il bicentenario di Lincoln e Obama è legata non solo al colore della pelle dell'attuale presidente degli Usa, ma anche al costante richiamo delle capacità oratorie del 44mo presidente rispetto al genio monumentale dell'avvocato del Kentucky. Un paragone un po' eccessivo e prematuro per un presidente come quello attuale, che ha ancora quattro anni quasi intonsi per fare gigantesche cavolate. Insieme a questo, nonostante i Repubblicani tengano caro Lincoln come fondatore del movimento politico che rappresentano, c'è anche l'ulteriore deriva che vede invece i Democratici sostenere che il 16mo presidente era un "proto-democratico" (proto perché i Democratici ancora non esistevano nella forma attuale, mentre i Repubblicani sono nati nel 1854 con l'idea dell'abolizione della schiavitù al centro). A istinto posso dire che presto vedremo molte cose sorprendenti accadere...

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