17.12.07

The Golden Compass

C'È ARIA DI fanatismo dietro al significato della Bussola d'Oro (cioè The Golden Compass), prima parte di una trilogia tratta dall'opera di Philip Pullman, complessivamente intitolata His Dark Materials tradotta tutta quanta anche da noi grazie a Salani, con modica cifra (ogni volume è nella fascia dei 15 euro).

C'è aria di fanatismo perché Pullman, pur scrivendo tre romanzi per ragazzi (e proprio perché scrive tre romanzi per ragazzi) compie un "peccato mortale" di ateismo anticlericale. Non è blasfemo, badate bene. Casomai eretico, se proprio volessimo andare al di sotto della superficie delle parole. Come del resto era capitato (visto che siamo sotto Natale, vale la pena ricordarlo) anche al migliore dei film dei Monty Python, Brian di Nazareth. All'epoca, era il 1979, il presidente degli Stati Uniti da tre anni era un "cristiano rinato". E durante la sua campagna elettorale Jimmy Carter aveva fatto appello all'elettorato più giovane anche attraverso un neo-convertito/neo-rinato molto popolare: Bob Dylan. Oggi la situazione è, se possibile, ancor più arroventata su questi temi, e all'attuale presidente degli Usa fa forse più gioco Samuel P. Huntington con le sue tesi delle civiltà che collidono proprio sui temi religiosi (e tutto ciò che questo dopo l'11 settembre ha preso a significare). Ma la sostanza non pare essere molto diversa.

Il fanatismo è forse da entrambe le parti, però. Perché Pullman non si risparmia negli attacchi a tesi contro la religione e lo stato, contro la malvagità degli uomini che mirano al potere e desiderano solo fare del male ai simboli dell'innocenza (i bambini), contro le ambizioni e la sete di potere, il condizionamento che impedisce di vivere l'unica e breve vita come dovrebbe essere vissuta, e cioè all'insegna, dice Pullman, anche di un sano e misurato edonismo. Luca cita l'ampio pezzo di Atlantic Monthly che fa il punto sulla vicenda.

La storia del film è la versione "semplificata" di quella del libro – per questo non c'è voluto un ex Beatles come George Harrison per produrlo (accadde invece per il film dei Monty Python dopo il rifiuto delle major del settore) – ma lo stesso disturba l'ortodossia e inquina le coscienze dei più piccoli. Il peccato mortale, casomai, è la strutturazione della storia, un prologo di quasi due ore che si interrompe bruscamente e lascia l'amara sensazione di essere entrati per errore in una macchina a più stadi, come Matrix e soprattutto come il Signore degli Anelli. Anzi, di più: la Bussola termina repentinamente e a metà di una scena, praticamente con un cliff hanger degno di un buon telefilm, lasciando però perplesso lo spettatore che immagina come eccessiva l'attesa di un anno (almeno) prima di sciogliere i nodi di questo primo capitolo e lasciarne altri sul tavolo per la terza e – si spera – ultima parte dell'opera.

A parte questo, il film è maturo per gli effetti e suggestivo nell'ambientazione. Con Nicole Kidman, recentemente sempre più sotto tono, questa in buona forma. L'unica, vera irreale macchietta è quella di Sam Elliott, improbabile cow-boy texano che ricorda più la disastrosa parte in Ghost Rider (non l'avete visto? non vi siete persi proprio niente) che non un personaggio sensato e funzionale al film. Daniel Craig, meglio noto come l'ultimo 007, compare per adesso in maniera marginale: ritornerà nei prossimi capitoli con una funzione più chiara.

Attenzione, perché in questa fase di ricerca (soprattutto da parte degli investitori e produttori) di un nuovo Harry Potter, in realtà si perde il valore intrinseco nella storia. Che è un genuino e pregevole pezzo di artigianato fantasy con spunti interessanti e originali. Vale la pena, secondo me, cimentarsi nella lettura del volume originale e attendere con buona pace i prossimi due capitoli del film. Anche se non è detto che arriveranno.

Il dubbio che pervade lo spettatore, dopo una più attenta riflessione, è comunque un altro. Come faranno a far "ripartire" il film, tra un annetto? Con un riassunto della puntata precedente prima dei titoli di testa?

4 commenti:

Federico Fasce ha detto...

Solo un appunto. I libri di Salani tradotti sono già tutti e tre, per chi avesse la curiosità di seguire l'evolversi della storia.

Lessi i libri di Pullman una buona decina di anni fa, dopo un hint trovato su un Newsgroup. Nel complesso l'opera è molto carina e divertente, soprattutto per quanto riguarda la seconda parte. Il terzo libro è invece un po' fiacco: si capisce chiaramente come Pullman avesse in mente la fine della storia, ma per arrivarci fa un po' i salti mortali e non è sempre efficace.

Ma mi aspettavo le reazioni: la chiesa (come istituzione, in realtà pullman è meno ateo di quanto non si creda) non ci fa certo una bella figura.

Anonimo ha detto...

Non discuto il resto delle tue opinioni sul film, ma non direi che il film si tronca all'improvviso: esaurisce gli obiettivi che si è posta la storia fino a quel punto, e come accade in questi casi, ha una postilla che dice "ok, adesso dobbiamo occuparci d'altro", rimandando al porssimo episodio. Peraltro il libro si chiude con lo stesso criterio.
Su tutto il resto, leggiti il pezzo dell'Atlantic Monthly:
http://www.theatlantic.com/doc/200712/religious-movies
Ciao, L.

Anonimo ha detto...

Scusa, ti correggo solo su un'altra cosa: "l'innocenza dei bambini" non è messa in pericolo dai cattivi, che anzi a modo loro vogliono preservarla, evitando che i loro Daimon si stabilizzino. Pullman vede invece l'evoluzione verso la consapevolezza adulta (e il peccato originale, e l'amore) come un momento importantissimo nel superamento della pretesa "innocenza" e nell'evoluzione umana verso il "libero arbitrio" su cui si combatterà la guerra con la chiesa, che vuole mantenere tutti in uno stato di "innocenza". L.

laStefi ha detto...

Ciao Antonio! Posto un commento in ritardo perché solo ora mi è capitato di leggere il post e soprattutto ho visto il film due giorni fa. Io non l'ho apprezzato molto, mi è sembrato un patchwork frettoloso di situazioni già viste, la ragazzina è francamente odiosetta, mentre l'idea del daimon è uno spunto simpatico. Quanto alla "innocenza" dei bambini... mah... direi che il Magisterium tende a voler mantenere un po' tutti (anche la tragicomica-occhiblu-Nicole Kidman) in uno stato di "obbedienza", non di innocenza. Sulla polvere magica, a parte inevitabili battute di poco spirito, non è spiegato bene il come e il perché e il cosa sia.. tuttavia devo ammettere che questo film poco curato mi ha fatto venir voglia di leggere il libro!
baci & abbracci!
Stefi