25.2.07

Dottori e dottoresse

IN OCCIDENTE C'ERANO i "dottori della Chiesa". Di là dal Mediterraneo (ma in realtà, anche di qua sia dalla parte greca che spagnola) c'erano gli studiosi del Corano. Quelli che il New York Times Magazine definisce in un bell'articolo Islamic Scholar [FreeRegReq]. Oggi questi ultimi li pensiamo e li vediamo come dei barbuti signori, talvolta un po' strambi, altre volte un po' pericolosi (nel nostro ingiustificabile fanatismo anti-islamico), di sicuro non li capiamo così come non capiamo bene perché siano i "dottori della legge" queste figure che dovrebbero essere invece religiose. E invece è semplice, basta pensare che sino alla divisione tra Stato e Chiesa era così anche da noi: nell'Islam il Corano è per buona parte legge più che cogente.

Comunque, le cose cambiano per tutti, anche se noi amiamo pensare che l'Islam viva ancora nel Medio Evo. Per noialtri sarebbe stata probabilmente una fortuna, visto che - tra le altre cose - proprio durante la nostra età più oscura la fiaccola della storia e della filosofia ardeva più nel Vicino Oriente che non nel Vecchio Continente. E che le donne dell'Islam erano dottoresse della legge, studiose del Corano, che tra Damasco, Medina, Aleppo e Beirut avevano ruoli diversi da quelli nei quali sono costrette adesso.

Oggi in Occidente, nonostante alcune rivoluzioni culturali avvenute a caro prezzo, l'identità femminile - che poi è una delle possibili identità non più vincolate dalla sola appartenenza ad un genere sessuale peraltro più sfumato nei suoi ambigui confini di quanto non vogliamo ammettere come società - duole notare che rimane più una somma di stereotipi all'interno del grande carrozzone su cui viaggiamo che altro. Per colpa di tutti: donne comprese, ovviamente.

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