14.8.06

Astroturf 2.0, la propaganda nel web

ARSTECHNICA SI DILETTA a raccontare qualcosa che dalle nostre parti non "arriva": la propaganda in rete simulando il movimento di massa. Per di più, ispirata dai repubblicani (quelli americani, cioè i conservatori).

Il nome è Astroturf, che come ho scritto nel mio ultimo libro (Dio da quanto desideravo poter scrivere una cosa del genere...). In buona sostanza, è questo:

Nel 1965 alcuni dipendenti della multinazionale Monsanto brevettarono un tipo d’erba artificiale che poteva sostituire quella naturale nei campi da gioco (in inglese detta grass turf), e la chiamarono Astroturf. Un’idea di un certo successo, visto soprattutto il proliferare degli sport indoor e gli “impegni” sempre più frequenti degli stadi che non consentono all’erba del campo da gioco di crescere in maniera appropriata. Astroturf però è diventato anche un termine che in inglese definisce le pratiche con le quali viene simulato a scopi politici il consenso apparentemente spontaneo e dal basso (grass roots): le telefonate in diretta a una radio, mentre il politico di turno si dichiara disponibile a un “confronto franco e onesto” con gli ascoltatori, possono essere organizzate dal suo ufficio stampa e dal suo spin doctor (o da quello dell’avversario). La claque ai comizi è una pratica che affonda la sua storia nelle radici stesse della democrazia occidentale, prima in Grecia e poi a Roma.

Ebbene, le agenzie di comunicazione che lavorano per i politici hanno scoperto la rete e le gioie del marketing virale: questo che segue - come spiegano quelli di ArsTechinca - è un modo come un altro per "smontare" e screditare le tesi presentate da Al Gore nel suo film An Inconvenient Truth.

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