28.2.06

Roma, caput mundi

DOMANI, IN VIA del tutto eccezionale, mi trapianto a Roma per la giornata. Memore del colpo di reni estivo (quello del libro, ricordate? Era il numero 42, per la precisione...) c'è una presentazione che mi vede coinvolto. Niente Ferruccio de Bortoli, a questo giro, ma altrettanto gradevoli signore che fanno un lavoro di tutto rispetto per le Pari opportunità.

Mariella Gramaglia, Assessore alle Politiche per la Semplificazione, la Comunicazione e le Pari Opportunità del Comune di Roma e Mirta Michilli, Direttore Generale del Consorzio Gioventù Digitale

hanno il piacere di invitare la S.V.

alla conferenza stampa per la presentazione della seconda edizione del corso seminariale “Donne e nuove tecnologie”

Roma, 1° marzo 2006
Sala del Carroccio (Palazzo Senatorio)
Ore 12.00


Ci sono anche io, quindi accorrete rumorosi...

A cosa serve Dashboard

GOOGLE HA APPENA realizzato tre widget per Dashboard (se non avete un Mac potete anche smettere di leggere qui) che consentono di fare cose interessanti. 

Controllare la posta di Gmail, guardare la cronologia delle ricerche su Google e fare dei post su Blogger.

Indovinate con cosa ho scritto questo?

Tentazione irresistibile

BUSINESS WEEK INTERVISTA Mena Grabowski Trott, creatrice con il marito Ben di Six Apart, Movable Type e TypePad. Si parla di blog (visto che siamo in par condicio, la cito qui anche se Blogger usa una sua piattaforma concorrente e proprietaria) e si dicono cose interessanti. Per esempio, come sottolinea Mantellini che segnala per primo l'intervista, mette l'accento sull'uso della prima persona che dal blog è passata al giornalismo. E' quel tono discorsivo, a metà strada fra quello "alto" (formale) e quello "basso" (colloquiale) della comunicazione pubblica e privata, di cui in molti dovremmo prestare maggiore attenzione. Ma non c'è solo quello, ovviamente.

Most people think of blogs as being primarily political or tech-focused. To most people, the important things they want to learn about have to do with people they know. So I think personal blogs are really the future, and with that comes a challenge for blogs to be more friendly and welcoming.

Also, blogs are all about capturing and preserving information about our lives. And that makes me think of what might be the biggest future blog-design challenge: How do we design blogs that will archive and present 20 years worth of content?

27.2.06

Le domeniche del Condor

FINITE LE NOTTI, iniziano le domeniche. Alle ventuno, teatro Litta di Milano, con gran successo di pubblico e di ospiti: stasera c'era Lorenzo Cherubini a stupire. Sì, perché il Dj-cantautore legge, s'informa, "bazzica" giornali, blog e periodi vari. Insomma, ci capisce, ma non s'atteggia a santone o pifferaio magico. Per quello ci sono altri grilli parlanti. Lui si accontenta di fare musica: ottima peraltro (mai sentita Mi fido di te?) e abbondante...

Il capo ha inaugurato con una volatona gli appuntamenti della domenica sera milanese. Tra una settimana esatta, ci sarà Maria Latella...

25.2.06

Si finisce!

E' STATA UNA settimana strana: interviste, corse, articoli, chiusure. Ho anche preso un Eurostar ad alta velocità per andare a Torino (e rientrare a Milano all'ora di pranzo) con il capotreno che annuncia dopo Novara: "Signori e signore, in questo momento abbiamo superato i trecento chilometri all'ora...".

Soprattutto, però, finisce Condor in the Night. La corsa solitaria (si fa per dire) di Luca Sofri attraverso le notti di RadioDue. Dalla mezzanotte alle due del mattino, siamo stati chiusi dentro lo studio R3 di corso Sempione a Milano. Magari non mi succederà mai più (anche perché non so se reggerei altre notti con solo due ore di sonno) ma è stata un'esperienza che mi ha fatto tornare indietro di almeno dodici anni...

Grazie, Condor. Magari, una volta ne facciamo un'altra, di settimana così. Che dici?

23.2.06

Momenti che... beh! Momenti!

QUANDO LAVORI DEVE piacerti. Altrimenti, lo fai solo per necessità. E se ti piace, lo fai meglio. Poi, scopri che certi lavori non solo ti piacciono, ma sono speciali. Un esempio? Le serate di Condor in the Night (dalle 24 alle 02 di stanotte e domani sera su RadioDue). Perché? Arrivano le email degli ascoltatori. Anche se non sei tu il titolare della trasmissione e soprattutto non hai alcun merito, ce ne sono alcune - di queste mail - che ti fanno davvero bene...

Spesso di sera mi metto a letto col walkman; ascolto Fiorello, e puntualmente mi addormento prima della fine di W radiodue; mi risveglio dopo un po' e spengo tutto.

Ieri notte mi ha svegliata di botto un assolo di sassofono. Ci ho messo qualche secondo a riconoscere il pezzo, poi ho capito, e la prima cosa che ho pensato e' stata : "Mado', Claudio Lolli che passa in radio!"
Mi e' sembrato incredibile....

Ho spalancato gli occhi e sono tornata indietro di quindici anni almeno: l'istituto tecnico, Ludovico, l'universita'. Ci sono proprio ripiombata, ho ritrovato una parte di me che non viene piu' fuori ormai... mentre lei citava i versi della canzone io pensavo :"Domani sera cerco il testo su Google, lo stampo in venti copie e lo distribuisco a tutto il call center". Quasi quasi lo faccio sul serio. Nel frattempo, grazie.

Valentina

Io oggi mi sento così...

...E NON SONO uno di quei due laddietro, coi denti di fuori.

Matinée

C'ERA LA CONSUETA anteprima per la stampa. A questo giro, quella di sinistra. Oggi toccava infatti alla presentazione del Dvd in allegato con Diario dal titolo criptico: "Quando c'era Silvio" ma dai contenuti assai espliciti. L'hanno curato Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani (regia di Ruben H. Oliva). Un Citizen Berlusconi meno esotico e senza il vocione del narratore americano.

Com'è? Di cosa parla? Ve lo lascio intuire dalla scaletta dei capitoli:

1 – L’Omino di burro
2 – Titoli di testa e cartello
3 – La stanza dei ricordi
4 – Milano anni ’70
5 – Una villa e un incredibile mausoleo
6 – Uno strano stalliere
7 – Il cavallo di Troia
8 – Una clamorosa sentenza
9 – Discesa in campo e miracolo
10 – Intermezzo con Karl Marx e Mussolini
11 – Il suo corpo
12 – Al governo!
13 – Il discorso di Strasburgo
14 – Delusione
15 – L’Italia che consegna
16 – Un’occasione mancata
17 - Il nuovo che avanza
18 – Ecco chi era l’Omino di burro
19 – Titoli di coda

A me più che altro sono piaciute le musiche garbate di Carlo Boccadoro...

Please, come see some fun

APPLE HA INVIATO 24 ore fa ai giornalisti del settore un criptico bigliettino:

Come see some fun, new products from Apple

Il posto dove andare è Cupertino, sede californiana dell'azienda, il giorno è il 28 febbraio (un marterdì). Su Internet si è scatenata l'ira di dio per cercare di capire cosa sarà: nuovi iPod a schermo grande, tablet touch screen con tecnologie a "doppio tocco" o "tocco multiplo", nuovi iBook a schermo rettangolare, nuovi business digitali, addirittura il neo-nato Cubo ma questa volta Intel... Chi può dirlo?

Io non vado a Cupertino, gente, perché ho da fare altre cose. Ma ringraziate Steve e dite che è come se fossi lì con lui.

22.2.06

La mia banda suona il rock

OGGI L'OPERATORE UMTS "3" ha presentato a Roma - prima città italiana coperta - la nuova rete HSDPA, dal nome ADSM. Seguiranno Milano (a maggio) e poi per la fine dell'anno altre 250 città che coprono il 35% della popolazione.

L'HSDPA è una forma di UMTS per i dati che permette di andare parecchio più veloci: si arriva a 1,8 Mbps. Cinque volte più veloci che non con l'attuale banda larga del telefonino, insomma. "Per fare un esempio, - scrivono quelli di 3 - per scaricare un videoclip di 3MB basteranno 12,3 secondi contro 67,2 richiesti dall’UMTS".

Quanto costa? Il piano dati di 3 prevede che per la modica cifra di 9 euro al mese (dopo 12 mesi diventeranno 25) si possano scaricare sino a 25 MB al giorno. La scheda per il Pc costa (in offerta) 99 euro. Se si supera la quota dei 25 MB il traffico costa 60 centesimi di euro al MB con scatto alla connessione di 15 centesimi. Se si finisce in roaming GPRS (anche nel caso si sia al di sotto dei 25 MB al giorno) il costo è ancor più salato: 2 euro al MB più i 15 centesimi di scatto alla connessione.

Perché è una sòla? (secondo me, eh, per carità...)

E' una sòla perché offre tanta banda (l'Adsl in mobilità) ma poi te la fa pagare cara. I 25 MB al giorno sono tanti in regime di scarsità, ma diventano un bicchierino di fronte al flusso imperioso dell'ADSM. Per dare un'idea, nell'immagine c'è quel che passa in un paio di giornate-tipo attraverso la scheda senza fili (collegata ai due o tre access point cui mi attacco durante la giornata) del mio portatile...

La cosa da leggere è la cifra dei "Traffic Totals". Secondo voi, io con l'ADSM quanto spenderei?

Venti anni di Zelda

COMPIE DUE DECADI uno dei giochi più belli dell'universo digitale: The Legend of Zelda.

Esclusivo appannaggio del mondo delle console, la serie di giochi di Zelda è stata creata da Shigeru Miyamoto in esclusiva per Nintendo (lui è lo stesso di SuperMario, per intendersi), ha attraversato tutta la storia delle console prodotte dalla casa nipponica e... beh, è una pietra miliare nel campo dei giochi di ruolo-avventura. Forse non sarà altrettanto famosa di altri giochi (Pac-Mac? Space Invaders?), però è altrettanto importante e forse anche di più.

Insieme a questa panoramica (in inglese) che racconta i venti motivi per cui Link e la principessa Zelda animano una grande serie di giochi, c'è anche questo piccolo mio.

Si continua!

CHE FOSSERO SEI, come nel romanzo originale, oppure tre, i giorni e le notti del Condor continuano. A questo giro, abbiamo portato a termine le prime due notti, su RadioDue dalla mezzanotte alle due. Ce ne sono altre tre, sino a venerdì notte. Il giorno, invece, si macina puntuale l'appuntamento delle sedici e trenta. Domenica arriva, al teatro Litta di Milano, la prima delle serate (gratis, a partire dalle 21) del Condor Live. La prima a colloquio con Jovanotti, a seguire altri illustri.

Qui finisce che mi trasformo in un Condor anche io... Come faranno quelli di Caterpillar? Boh!? forse perché sono tanti...

(PS. Per chi gli interessa: di podcast della/e trasmissione/i per adesso la Rai non ne parla. Però, magari qualche richiesta inviata a condor@rai.it potrebbe aiutare a sbloccare la situazione. Qualche decina di richieste... anche quelle degli amici e dei parenti! Insomma, voi mandate copiosi...)

20.2.06

Pubblicità progress(ista)

LA COSA SORPRENDENTE è che non è una parodia: è proprio la pubblicità vera. Mamma mia...

Si comincia!

TRA POCHISSIMO, ALLA mezzanotte, per essere precisi, parte Condor in the night. Due ore di buona musica in compagnia del Capo, che a questo giro s'improvvisa DJ amateur. Vi sorprenderà. Provare per credere!

(RadioDue, dalle 24 alle 2 del mattino, da oggi a venerdì)

19.2.06

Beppe Grillo

NON DITEMI CHE non lo sapete: Beppe Grillo ha una redazione che scrive i testi e aggiorna il blog quotidianamente... Sotto la sua supervisione, of course, ma concettualmente è lo stesso modello del Corriere della Sera, con un direttore e i vari giornalisti. Non ditemi che non lo sapete, vi prego! O almeno che non ve lo immaginiate, dopo mesi di post quotidiani sulle più svariate materie.

(PS: non lo scrivo per cattiveria, casomai per invidia. E' un momento di difficoltà estrema, sono in ritardo con tutto. La voglio anche io la redazione!)

La trappola per topi

IL CAPO NON mi capisce e mi guarda sempre in cagnesco, come se fossi un poveretto debole di mente. In realtà io sono malato. Ho una forte dipendenza da libri. Non per l'oggetto in quanto tale (come ha osservato con certo sussieguo un mio conoscente mentre suggeriva le dimensioni di una possibile libreria, "certo, se hai solo tascabili questi ripiani sono un po' sprecati"), non per il suo intrinseco valore culturale, non per la sua irresistibile capacità di contenere sogni, viaggi e vite solubili, liofilizzate in neri caratteri di stampa. No, sono dipendente: li compro e poi li leggo. Basta, non ci faccio nient'altro. E' un'attività compulsiva che mi perseguita da quando ero in terza elementare: quasi peggio dell'ossessione per la scrittura. E pensare che volevo fare la rockstar...

Mettiamo oggi, per esempio. E' domenica, a Milano piove, la mattina dormo (finalmente!) e poi per pranzo una giratina in centro. Obiettivo: leggiucchiare il giornale nel MacDonald dentro la galleria Vittorio Emanuele, mangiando un economico pranzo da fast food. Tralasciamo la fauna locale, la ressa, lo sporco, l'umanità che spinge (etnie non identificate insieme ad altre fin troppo identificate), la maleducazione. Questi sono argomenti da "signora mia". Torniamo al mio junk-brunch da single solitario. Finito il MacBacon e il giornale, puntatina a prendere il caffé e già che ci siamo visita al reminder di fronte a Ricordi. Ci giro mezz'ora, un sacco di roba strana e interessante, alla fine compro Quelli che il lunedì, scritto da Aldo Biscardi nel 1985 per raccontare del suo Processo su RaiTre. Dubito che mai lo leggerò, è quasi una forma di modernariato. Però costava 13.500 lire iva inclusa, al 50% fanno 3,48 euro. Una festa. Poi, l'errore: entro dentro Feltrinelli.

L'idea è che vorrei comprare Facce da Mac, pubblicato da Mondadori. In realtà dentro Feltrinelli c'ero entrato con un amico ieri sera, e ne ero uscito con Lo specchio di Dio di Andreas Eschbach (carino, ma scritto un po' con i piedi, almeno le prime dieci pagine. E' una storia di fantascienza di uno scrittore tedesco, vale la pena soprattutto per uscire un po' dal solito ménage americanofilo), Mi raccomando: tutti vestiti bene di David Sedaris (valido, si vede fin dal primo racconto. E con questo siamo a due Mondadori di fila) e infine con una Bussola di Carocci: Il giornalismo americano di Fabrizio Tonello (che non è affatto male, se uno è appassionato al genere). Comprandolo con l'amico Valerio, a un certo punto l'ho brandito a mo' di cahier des doléances e devo aver detto qualcosa del tipo: "La saggistica dovrebbe essere tutta così, altrimenti non si riesce più a leggere niente". Il punto qualificante è che le Bussole sono degli scriccioli di 148 pagine, scritti pure grossi). In più, ho comprato anche un'altra cosa in Dvd di cui poi parlerò, con più calma.

Insomma, sabato mi ero quasi saziato, ma a quanto pare un desiderio compulsivo era rimasto: entro per cercare questo benedetto Facce da Mac che mi brucia particolarmente (sono tre anni che ho in canna un libro sul Mac, e questo è un po' la lapide sulla mia idea. Però vale la pena di comprarlo per le tre pagine dell'introduzione di Diego Piacentini) e scatta la trappola per topi.

Prima ancora di arrivare al commesso per chiedere del libro di Alberto Pucci, cazzeggio tra gli scaffali di geografie e viaggi vari, finendo col tirare sù La storia dei 47 ronin di G. Soulié de Morant. Quelli di Luni Editrice beccano l'argomento scintoista-nippo-marziale che comincia così, nel risvolto di copertina:

Da quella notte di gennaio del 1702 in cui la truppa dei samurai di En-ya attaccò il palazzo dello scellerato ministro Kira per vendicare l'oltraggio e il tradimento perpetrati ai danni del loro Signore e la dispersione del loro clan ordinati dallo Shogun, la storia dei 47 Ronin è divenuta il più alto esempio di lealtà ed eroismo che la storia del Giappone ricordi.


Siamo arrivati al punto che non finisco di leggere neanche il risvolto di copertina: infilo in saccoccia e procedo determinato verso il commesso, inciampando però in L'ultimo posto onesto in America di Marc Cooper (che poi sarebbe Las Vegas) pubblicato da Internazionale nella collana (Fusi Orari) e che mi faceva sesso da mesi. Lo tirò su quasi commosso, infischiandomene anche del retro di copertina e a malapena occhieggiando il sottotitolo: Benvenuti nella nuova Las Vegas. (Piccola nota: meglio evitare i retro di (Fusi Orari), perché la scelta dei libri è affascinante, i testi di valore ma la redazione del retro di copertina invece risulta agghiacciante nella migliore delle ipotesi).

Il percorso a ostacoli ha un'ultima tappa, proprio a pochi metri dal traguardo: Il gay, di Paolo Zanotti per Fazi editore. La copertina è una stupenda accoppiata di pin-up anni Cinquanta, il sottotitolo declama che questo è il libro dove si racconta come è stata inventata l'identità omosessuale, questo mi ricorda una lunga discussione con la mia ex per la quale ancora (a ben due anni dalla rottura) patisco, e quindi lo tiro su senza problemi. Il commesso, poi, ravana trenta secondi su Alice (o quel che è), tira fuori le coordinate dello scaffale giusto e mi consegna tra le mani anche Facce da Mac.

Finita? Magari! Giratina verso gli Einaudi, l'editore che sta evolvendo in maniera più radicale: dopo aver cazzeggiato a lungo tra comici televisivi e ristampe di classici eterni, l'ex tipografia del Partito comunista adesso è totalmente in sintonia con lo spirito del tempo: ha mandato in cantina la stessa Feltrinelli (che comunque, tra un Erri de Luca e una Banana Yoshimoto, condita con Daniel Pennac, era votata al fallimento se non fosse che negli ultimi tempi ha svecchiato l'apparato ideologico e pare che stia recuperando, forse merito delle carte fedeltà che permettono una migliore analisi dei dati di vendita per il marketing) e se la vede praticamente da sola con la casa madre Mondadori. Inciampo prima in Dance dance dance di Murakami Haruki, poi evito un Faletti in economica (mi ero ripromesso di leggere anche il suo secondo, ma per questa volta passo), tiro su uno stagionato Tullio Avoledo con L'elenco telefonico di Atlantide rimuginando sull'importanza dei risvolti di copertina (banalità tipo: ah, Fruttero e Lucentini come curatori di collana e imbattibili retrocopertinisti, e via delirando così tra me e me).

Mi rendo conto che con il terzo Einaudi scatta lo sconto del 30% (15% su ogni singolo volume se sono meno di tre) e decido di pescarne un altro. Indeciso, lo prendo addirittura perché l'ho regalato in inglese alla solita ex, di ritorno da New York (me lo ricordo ancora: lei divorava Einaudi a manetta, Franzen in testa, io pensavo di aver fatto il fine filologo, lei mi rispose che in inglese non ce la faceva a leggerlo e lo parcheggiò su uno scaffale dove ancora dorme quando la vado a trovare). Si tratta di Le correzioni, collana Super ET.

Prima di arrivare alla cassa, ho un momento di crisi: davanti agli scaffali della fantascienza, dominati da Asimov, Ballard e Dick (un crescendo di insopportabili, per di più neanche conosciuti o capiti, e lo dico io che leggo fantascienza da quasi tren'tanni anni), tentenno. Narnia? Il ciclo della legione di Turtledove? Un paio di vecchie conoscenze ancora da leggere? Ho i nove decimi dei miei libri ancora a Firenze, non posso rischiare doppioni e il Murakami di cui sopra mi sembra proprio di averlo già pigliato mesi fa), infine pago con la consueta superiorità che solo la plastic money ti permette, incasso i punti omaggio sull'altra tesserina e me ne esco felice. Di aver speso 79,15 euro in venti minuti, risparmiandone altri 11 circa. Maledetta trappola per topi: sono malato, dovrebbero fare qualcosa per quelli come me quando entrano in posti come quello. Magari un po' più di sconto...

16.2.06

Stiamo scrivendo la storia

MENTRE SU MACCHIARADIO, la radio web (si ascolta solo sul web o si scarica poi il podcast) di Macchianera s'è fatta la puntata speciale del mercoledì per l'inizio del reality La Fattoria, con le eccellenti partecipazioni di Luca Sofri, Filippo Facci, Michele Boroni, Laura Carcano etc etc - oltre allo squisito padrone di casa - volevo segnalare una cosa che non c'entra niente ma che per pigrizia metto in questo stesso post.

Si può essere bravi a scrivere e fare buona informazione parlando (addirittura) di video games. Ad esempio, con un pezzo come questo del buon Dario Giorgetti. Non è poca cosa, al giorno d'oggi...

15.2.06

Ci avete rotto...

ALL'EDICOLA DELL'aeroporto di Lione in prima pagina sui giornali francesi (Le Monde, Le Figaro, Liberation) c'erano titoli a profusione su Google. Poi, la copertina su due o tre riviste francesi specializzate e non. Infine, torno a casina e in redazione trovo Time di questa settimana, appena uscito. Indovinate un po' chi sono quelli in copertina?



(Beh, se non altro Time usa il Mac come computer sul quale mostrare le schermate di Google... E' già qualcosa per indorare la pillola)

Spaesamento

E' DURATA VERAMENTE poco: dalle 11 di martedì mattina (ieri) alle 11 di mercoledì mattina (oggi). Ventiquattr'ore a Lione, la città dello scrittore aeronautico, dei fratelli Lumiere e tanto altro. Si dice sia stato Caio Giulio Cesare a fondarla, in un impeto di magnanimità di conquistatore e per volere del Senato romano. La residenza in cotale loco è stata l'Hotel Radisson, del gruppo SAS, che ha sede nel "matitone", un palazzone di 42 piani da cui si domina la città vieppure collinosa. Invitati speciali di Philips, con dimostrazioni del settore luce dell'azienda, che non solo fattura a manetta, ma porta avanti la rivoluzione dei LED (nuove, rivoluzionare ed economiche forme di luce derivate proprio da quei noti LED che sono dentro il frontalino della lavatrice, per esempio). Ambiente internazionale, giornalisti da tutta Europa, lingua ufficiale ovviamente l'inglese.

Ecco, non so perché ma con questo modello di viaggi di lavoro, io sono tornato a Milano (tuffandomi nella nebbia padana) con una sensazione particolare e dalla quale non riesco a scrollarmi. E' arrivata stamattina, insieme allo squillare della sveglia (chiesta per telefono e attivata dentro il televisore che, come posseduto, si è acceso e messo a scandire a volume altissimo il count-down al momento del mio presunto risveglio) e si è infiltrata nei miei neuroni. Dev'essere stata la vista dalla finestra, o forse alcune finiture "di serie" in tutti gli hotel business in Europa, oppure chessò, qualche altro dettaglio secondario e subliminale, magari il fatto che la tivù via satellite ha esattamente gli stessi canali esattamente nello stesso ordine da tutte le parti del Vecchio continente.

Fatto sta che io sono tuttora convinto di essere stato ventiquattr'ore a Barcellona. Non so perché, ma è così. Magari mi sto solo rincoglionendo per colpa dell'ATR 72-500 di Alitalia Express con la pressurizzazione di un cargo siberiano... boh!

14.2.06

La città del volo

ME LO ERO dimenticato, ma giuro che anni fa lo sapevo: sono appena arrivato a Lione e (ri)scopro che è la città di Antoine de Saint-Exupéry. La città del volo.

Anche l'aeroporto è intitolato (ovviamente) allo scrittore de Il piccolo principe, che riposa nelle profondità del mare vicino a Marsiglia, verso l'isola di Riou. E magari passeggia ancora in città, a braccetto con Amelia Earhart.

Si prospetta una giornata assai interessante...

13.2.06

Il carnevale di Britney Spears

FORSE NON MOLTI lo sanno, ma la cantante ex-giovane lolita Britney Spears è originaria della Louisiana. Ed è felice, per dare un segno tangibile di partecipazione, di esserci (in diretta nazionale sul network ABC) al prossimo Mardi Gras di New Orleans il 28 febbraio prossimo venturo, come riportano le cronache internazionali.

Emozioni dal fronte...

Viaggiamo tutti più sicuri

COME DICEVO SOTTO, domattina presto vado a Lione. Volo rapido, località spero piacevole, servizio interessante. E la sicurezza garantita dagli accurati controlli in aeroporto...

Consigli per i festeggianti

COSA FACCIO PER San Valentino (la festa del finto santo etc. etc.) quest'anno? Non so voi, ma io vado a Lione per lavoro... tié!

10.2.06

MacFan






IO MI ABBONEREI anche domani. Se solo sapessi dove la vendono e riuscissi a leggere il giapponese...

Voglia di iPod

QUANDO L'AVEVA LANCIATO, Steve Jobs aveva detto: "E' un esperimento". Adesso, gira voce che l'iPod video si aggiornerà con un formato più idoneo a consentire la fruizione di film e telefilm. Magari, con schermo "touch-screen" e comandi trasparenti, come nell'interpretazione qui sotto. Una tra le tante che girano in rete in queste ore...

8.2.06

I miei capi

LO AVETE NOTATO, presumo: non aggiorno più il blog con la frequenza e l'abbondanza di prima. Si tratta di un retro-effetto dei colpi di reni precedenti e forse di un insieme tellurico di colpi di reni attuali. In realtà, è colpa anche dei miei quattro o cinque capi. Perché lavorando come precario di lusso ho svariati capi (alcuni con un blog e altri senza). Sono tutti bravissimi e squisiti, ma spesso a fine giornata non mi rimane più birra (e neanche cocacola, se è per questo) per scrivere altro. Male!

Cosa potrei fare? Per esempio cambiare stile, e mettermi a farcire questo Posto di brevi e sapidi commenti sull'attualità. Ma non è mai stato lo stile: ce ne sono altri che fanno così e sono molto più bravi di me. Io appartengo a quella rara specie di giornalisti che si definiscono specializzati. Anzi, specializzandi: acchiappo un argomento, ci gioco per un po' e poi passo oltre. Che sia un limite o una virtù?

3.2.06

Fallimenti

SCRIVE BRUCE SCHNEIER:


US-VISIT è il programma per gestire il controllo delle impronte digitali e tenere traccia degli stranieri che visitano gli USA. [...] Dal gennaio del 2004, US-VISIT ha processato più di 44 milioni di visitatori. A quanto pare, ha intercettato circa mille persone con carichi penali pendenti o relativi all'immagrazione, secondo le fonti ufficiali.

Ho scritto dell'US-VISIT nel 2004 e anche allora avevo detto che si trattava di un programma troppo costoso e che aveva un trade-off sbagliato. Il prezzo per "la prossima fase" era di 15 miliardi di dollari: sono però sicuro che il costo finale sia molto maggiore.

Ma teniamo lo stesso buona la cifra di 15 miliardi di dollari. Un migliaio di "criminali", molti dei quali non così pericolosi, sono stati catturati con US-VISIT. Fanno 15 milioni per uno. Siamo sicuri che non ci siamo metodi meno costosi per catturarli?

Innovazione a domicilio

IERI SUL SOLE-24 Ore c'era un servizio a pagina due, all'interno di una carrellata sulla competitività del sistema Paese. In basso, una intervista a Diego Piacentini, ex capo di Apple Europa e adesso vicepresidente di Amazon: giusto un passo dietro al fondatore.

Piacentini spiegava perché dalle nostre parti non vedremo il negozio ibrido (si compra online e si riceve via posta). Da un lato la priorità è l'espansione verso l'Asia, quel mercato che gli americani chiamano the place to be. La seconda è l'arretratezza in termini di competizione e di costi del nostro sistema postale, attualmente ibridato dalla pseudo-privatizzazione del monopolista (siamo uno dei tre paesi al mondo che abbia fatto questa mossa) e dall'altra dalla nanesca competizione sul mercato. Insomma, spedire costa troppo e funziona molto male, per questo a chi fa della consegna dei beni comprati il proprio business l'Italia non conviene per niente.

Ci sono anche freni all'innovazione, sia normativi che culturali. Una ricerca della UE, dice Piacentini, segnala il ritardo di 50 anni dell'Europa rispetto agli Usa e di 10 anni dell'Italia rispetto alla media europea.

Ieri ero andato a un convegno - molto interessante - a Torino su Donne e Innovazione, organizzato dalla Provincia. Il punto chiave del convegno? Che il treno per tornare - un interregionale - su un'ora e quarantacinque minuti di tragitto ha fatto cinquantacinque minuti di ritardo, facendomi rischiare di arrivare tardi alla Rai per Condor. Da notare che ho preso il tram dalla stazione - il taxi sarebbe costato quindici euro per un tragitto di due chilometri - e c'erano lavori a sorpresa che hanno ulteriormente aggravato il tutto: sono entrato in studio facendo una figura da peones a meno venti dall'inizio della diretta. E poi facciamo i dibattiti sull'innovazione...

Aggiungo che ho fatto un acquisto su Amazon UK (uno dei tre europei insieme a Francia e Germania). Usando la carta di credito ricaricabile - così, per sicurezza ulteriore - ho preso tre Dvd che in Italia non ci sono. Il prezzo complessivo è scontato di più del sessanta per cento, le spese di spedizione sono di 4,67 euro (3,20 pound) con un tasso di cambio complessivo un po' da ladri di 1,46 euro per pound e ho speso in tutto 70 euro e 10 centesimi anziché più di 160 euro, tasse comprese. Ordinati sabato notte, ricevuti ieri pomeriggio mi sono stati spediti materialmente da Amazon DE senza sovrapprezzi per lo switch logistico.

Posso immaginare perché gli editori italiani, sia di libri che di film, possano non volerle un Amazon IT tra le balle...

Per la cronaca, ho preso la serie completa degli anni Ottanta di Battlestar Galactica, la miniserie del 2003 e la prima stagione del 2004. Per dare un'idea dei prezzi nei negozi italiani (che hanno un ulteriore differenziale al rialzo) la prima stagione della prima serie di Star Trek costa 99 euro ma si trova anche a 130. La serie storica (praticamente due stagioni) è costata tasse incluse 28,25 euro...

Non per allungare il brodo, ma continuo a pensare che l'innovazione non sia una questione di prodotti, di logistica, di ricerca, di sviluppo. Credo sia invece una questione di persone. In questo momento storico, quelle che abitano in Italia non vanno bene. Solo questo: svegliamoci.

1.2.06

Orgoglio e pregiudizio

NEGLI ULTIMI MESI sono andato tre volte al cinema, due delle quali a vedere anteprime. L'altra volta è stato il divertente King Kong. Quello di stasera, che uscirà nelle sale venerdì, è Orgoglio e pregiudizio, diretto da Joe Wright.

Primo punto: si apprezza la bellezza del romanzo di Jane Austin (soprattutto, la ricchezza e la modernità della trama, insieme alla complessità dell'ambientazione sociale e culturale).

Secondo punto: si apprezza la ricchezza degli scenari, che non avrebbero fatto torto a un Luchino Visconti.

Terzo punto: la recitazione, ritagliata e composta ma mai banale. In inglese dev'essere una mitragliatrice, in italiano è di sicuro godibile per un ottimo lavoro di adattamento.

Quarto ed ultimo punto: fa venire voglia di andare a (ri)leggersi il romanzo della suddetta Austin. E non è mica poco...

Ci si può andare anche con il fidanzato/compagno/marito. Parola.