20.7.05

Danny Crane!

IN PASSATO CREDO di averne già parlato. Ma adesso ci ritorno sopra per dare un senso positivo al domani (vedi sotto). Da un po' di tempo, tra noi amanti del telefilm di contrabbando, un personaggio si è infisso nella mente. Danny Crane, il burbero avvocato interpretato da William Shatner in Boston Legal, spin off di tutto rispetto che a settembre riparte negli Usa con la sua seconda stagione.

Il vecchio, egocentrico, burbero, autoritario e (un tempo) cazzuto avvocato fondatore dello studio legale in cui esercita una banda di sconclusionati ha un modo ineffabile di sfidare il mondo e affermare il suo essere: ripete il suo nome, che è leggenda che lui quotidianamente alimenta e a cui disperatamente si aggrappa.

Danny Crane!, stringendo con forza la mano a un cliente, Danny Crane! ai giornalisti che lo circondano all'uscita dal tribunale per dichiarazioni sue o più spesso dei suoi clienti, Danny Crane! come unica risposta possibile per gli sfortunati testimoni che interroga in aula. Danny Crane! E' il maschio e autoritario augurio, l'urlo fragile e coraggioso verso il domani incerto. Danny Crane è testardo e mangiato vivo dall'Alzheimer. Danny Crane è un moderno Sisifo, un eroe sfortunato - ma dopotutto come sosteneva Plinio il Vecchio, l'eroe è colui il quale lotta per sconfiggere soprattutto la propria sfortuna.

Danny Crane è un fortunato comprimario, un simbolo di quel che la generazione silenziosa non è riuscita a dirci. Doveva gridare solo una cosa, che forse non avremmo capito lo stesso, ma almeno provarci: "Danny Crane!" Dovevano gridare il loro nome, temibile e ispiratore, patetico e fortunato.

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