31.1.05

Io che mi sentivo in cima al mondo adesso rotolo a valle

QUANDO COMPRI UN computer, il migliore, quello che ha tutto e che meglio non ce n'è, dentro di te una parte del tuo essere più intimo sa che non è per sempre. Che tra qualche tempo ci sarà un altro computer un po' meglio, più potente, più capace, più veloce, più sottile, più leggero. Tra un po' di tempo.



Io da maggio scorso ho un PowerBook 15 pollici di Apple. Il più potente, veloce, performante e via dicendo tra i portatili della casa di Cupertino. Non ce n'era uno che, a parte le dimensioni dello schermo (esiste anche il 17 pollici, ma l'elettronica dentro è uguale) fosse in qualche modo "più". Non c'era sino a oggi, quando Apple ha annunciato l'aggiornamento della linea...

Ehi, da noi in tivù (non) c'è Desperate Housewives...

PARAGONATE ALLE RAGAZZE di Sex and the City (persino!), le quattro più tre protagoniste di Desperate Housewives stanno segnando la misura dell'attuale stagione televisiva statunitense.

Protagoniste di una soap/tv-drama nell'epoca della decadenza dei reality, seguono percorsi narrativi che scandalizzano, divertono e intrigano al tempo stesso. Tanto da generare, nel paesaggio nostrano, un interesse quantomeno singolare: la serie ancora non è stata trasmessa (perlomeno in chiaro, visto che non ho il satellite) nel nostro Paese, eppure se ne parla a profusione, prima come carbonari modaioli adesso senza più quasi pudore alcuno.



La collezione dei quattro personaggi principali è ragguardevole. C'è Susan, la madre single in affidamento alla figlia quindicenne, che è perdutamente innamorata del misterioso idraulico appena arrivato nel vicinato. C'è Lynette, l'ex donna in carriera soffocata dal senso di inadeguatezza nel portare avanti la famiglia composta da un marito dolcemente inetto e da quattro guastatori travestiti da figli. C'è Bree, la perfettissima, plastificata, immarcescibile madre-modello in piena crisi matrimoniale e familiare. C'è infine Gabrielle, l'ex modella sposata al ricco "latino", insoddisfatta di tutto se non del giardiniere diciassettenne che frequenta vanamente corsi di castità prematrimoniale.

Di uomini ce ne sono (mariti e figli), ma spiccano sopra a questo le comprimarie: la defunta Mary Alice, che fa da voce narrante degli episodi e intorno al cui suicidio ruota la storia principale, oppure l'aggressiva agente immobiliare Edie, divorziata seriale. E, infine, l'orrida e meravigliosa Martha Huber. La cui fine è ancora più orrida e meravigliosa, anche quando sarà stata ridotta in cenere.

Si è scritto e detto di tutto e di più, dicevo. Paragonando Desperate Housewives a Sex and the City, tanto per cominciare, e rotolando attraverso quasi tutto quel che ci vuole per dare scintille originali nelle menti dei lettori - oltretutto all'oscuro dell'oggetto di tanto desiderio, quindi un po' come dire impreparati a valutare i paragoni. Si passa da Melrose Place a Via col vento sino al delitto di Cogne (c'è, a quanto pare, anche un infanticidio sullo sfondo), da Anna Karenina a Madame Bovary.

Il senso del telefilm, l'effetto estetico a metà tra Disneyland e The Truman Show, non è raccontabile ma va visto. Però la letteratura puritana americana (da Nathaniel Hawthorne sino al Peyton Place di Grace Metalious) qualcosa ce lo può dire lo stesso. Se è vero che la televisione non è stata più la stessa dopo i giochi a quiz e i reality (nelle varie declinazioni real tv oppure real game tv), l'impatto di Desperate Housewives non è altrettanto devastante. E' una boccata di amara e sarcastica critica sociale, plastificata come l'oggetto stesso che vuol criticare, costruita da sceneggiatori abili nell'intrecciare le regole classiche dello sviluppo della trama.

Manca del tocco maligno e un po' morboso dell'ultima Hbo, il network crittato che ha prodotto i Sopranos, Six Feet Under, Nip/Tuck e Sex and the City. Manca anche di quel senso per l'estetica iper-realistica e quasi "magica" che ormai si trova ovunque la produzione abbia investito soldi negli effetti speciali: da Csi (in tutt'e tre le sue declinazioni) al già citato Nip/Tuck, sino a Smallville, ma non se ne sente la mancanza.

Viene da ridere? Certo, con un umorismo debole ma continuo. Viene da piangere? Relativamente, siamo pur sempre dentro un telefilm, una soap patinata. Viene da scandalizzarsi? No, non in Italia, perlomeno. Siamo stati abituati a pensare tre americhe televisive (il ghetto contro la provincia patinata contro la megalopoli scintillante) e fin qui niente di nuovo. La middle-class che vive nella "suburbia" non ci riguarda e tanto meno la figura della madre-casalinga è, per come viene rappresentata qui, abbastanza lontana. Desperate Housewives è una critica (non eccezionalmente mordente) del sogno delle classi medie statunitensi di famiglia che, nell'ideologia del telefilm, è invece famiglia disfunzionale. Quella famiglia da noi non esiste, né culturalmente né ideologicamente.

Ma le favole, anche quelle un po' nere, portano alcuni valori universali. E quindi, forse, le allegre scorribande della nostra provincia - macchiata indelebilmente dalle caratterizzazioni della seconda commedia all'italiana - possono in qualche modo diventare oggetto di paragone con Desperate Housewives, si sente dire.

Io, per fare un paragone, vi consiglio di pensare a qualcosa che nella nostra tivù non c'è mai stato. Non per mancanza di talenti o di risorse, ma per scarsa fantasia. Pensate a uno qualunque degli sceneggiati per il piccolo schermo degli ultimi dieci anni (Maresciallo Rocca? Don Matteo? Qualunque altro costoso melodramma nostrano vi venga in mente?). Ecco, tutti questi escludeteli. Quel che resta, comincia a somigliare a Desperate Housewives... che prima o poi giungerà anche da noi, verrà come al solito barbaramente maciullato in fase di doppiaggio e adattamento e, a quel punto, sembrerà molto meno acido e crudele di come lo dipingiamo oggi. Per la tivù tragica e crudele basta accomodarsi in poltrona quando arrivano Porta a Porta o Simona Ventura.

30.1.05

Differenti prospettive

MARGHERITA GRASSINI SARFATTI è un personaggio storico legato all'epoca del Fascismo e non solo. Forse non molto conosciuta (non credo si studi a scuola), ma lo stesso interessante. Per chi, navigando in rete, ne volesse sapere di più, è possibile incappare in differenti prospettive. Molto differenti, su temi in cui il privato diviene pubblico, e quindi rilevante.



Il sito di Azione Giovani Sardegna ne propone un ritratto puntuale. Ma, come dire, algido:

[Margherita Sarfatti] tra il 1907 e il 1909 si trasferì a Milano dove diventò giornalista e fu redattrice fin dalla fondazione de “Il Popolo d’Italia”; qui conobbe Benito Mussolini, la cui amicizia, protratta negli anni, si rivelò particolarmente importante per l’attività della Sarfatti.

Wikipedia americana (purtroppo quella italiana non ne parla) approfondisce altri particolari:

In 1911 Margherita Sarfatti met, and started an affair with, Mussolini. As a highly educated and intellectual woman, she played a significant role in the rise of fascism, only to be discarded when her lover turned to anti-Semitism, unable to credit a Jewish woman as his collaborator in the forging of a new, revolutionary ideology. In 1938 Sarfatti left Italy.

Cinema, sale e recensioni (Call of reality)

SIETE PERSI IN una città straniera? Volete andare al cinema? Qui potete trovare le varie sale, i film proiettati e i relativi indirizzi e orari.

Aggiungo che ci sono anche le recensioni. E pure buone, meglio di tanta paccottiglia che si legge altrove su più quotati luoghi e supporti. Prendo come esempio La foresta dei pugnali volanti. E, non c'entra un tubo, ma cito una frase dell'anonimo redattore della recensione:

In amore e in guerra da sempre non esistono regole, se non quella di perseguire con ogni mezzo la propria causa: questo è il messaggio che arriva più forte, tra i tanti spunti di facile attualizzazione che il film regala allo spettatore.

Sapete cosa? Avevo proprio bisogno di rileggere una frase così...

Il Genius Bar

DENTRO I NEGOZI che vendono solo Mac e iPod, gli AppleStore (102, tre in Giappone, uno in Gran Bretagna e tutti gli altri negli Usa) c'è, secondo il New York Times, una delle più grandi anomalie della nostra epoca: il Genius Bar. Dove dipendenti di Apple risolvono i problemi dei clienti, gratuitamente. Lo scopo del loro creatore, Ron Johnson vicepresidente responsabile del settore retail di Apple, è quello di offrire lo stesso tipo di servizio dei grandi alberghi. L'esperienza di acquisto, tutta giocata intorno al prodotto, si arricchisce di una nuova dimensione.



immagine rubata da questo articolo di Macity, che è sullo stesso argomento


The experience of Cecilia Joyce, a marathon runner who claims to be unable to live without her iPod, is a recent case in point. Ms. Joyce's iPod is packed with music like Boy George's rendition of "The Girl From Ipanema," which inspires her to run longer, sometimes even faster.

When her iPod's battery stopped holding a charge, Ms. Joyce went straight to the Genius Bar in San Francisco. She apologized to Mr. Marcantonio for having bought the device at a different Apple Store. Unfazed by this mundane detail, and without further ado, he gave Ms. Joyce a new iPod.

Were it not for the Genius Bar, Ms. Joyce might have gone an untenable two weeks without a device, the amount of time it could have taken to send it to be repaired or replaced.

Soon after the elated Ms. Joyce left, Mr. Marcantonio glanced down at his computer to see what troubled device was coming next. "Oh, it's an iPod Shuffle - this is going to be interesting," he said, delighted by his first encounter with the tiny new flash-based iPod.

Mr. Marcantonio picked up the white plastic stick and gave its miniature controls a quick poke.

Unlike the clerk in the Monty Python dead parrot skit, who refuses to concede that the bird he sold to a customer was in fact deceased, Mr. Marcantonio knows a dead iPod Shuffle when he sees one. The solution: give the customer a new one.


29.1.05

53 possibilità di farlo bene, una di farlo male

ERA UNA BUONA idea: si prende un sito popolato di autorevoli economisti. Un po' di sana vena di cazzeggio, il fenomeno di costume - con risvolti amari di persone rovinate - e si scrive il dotto saggio un po' snob di chi con statistica e azzardo (economia e finanza) ha grande consuetudine.

Così devono averla pensata quelli (di solito bravi) de LaVoce.info. Ma questa volta gli è venuta male, il pezzo è una ciofeca. Da segnalare tra gli orrori della rete.

Si potrebbe provare a tagliar la testa al toro anche calcolando qualche probabilità che dovrebbe stupire i giocatori sui ritardi. Di queste se ne possono calcolare tante e superare il numero di 53 ragioni per non giocare sul 53.

Per esempio, la probabilità che il 53, supposto in ritardo di 150 settimane, continui a latitare anche la prossima settimana sulla ruota di Venezia è 1-5/90, circa il 93%..

Ma dovrebbe colpire anche la probabilità che il 53, supposto in ritardo di 150 settimane, non compaia (il maleducato!) in alcuna delle 10 successive. Quattro conti conducono a 56%.

C’è (quasi) sempre un dopo.

28.1.05

Quando l'icona diventa solida

QUESTO MESE LA copertina della Bibbia dell'era digitale, Wired, è dedicata a Firefox.

Il browser open source figlio di Netscape e Mozilla ci interessa sino a un certo punto, però.

Quello che dovrebbe far divertire gli appassionati di design, semiotica e quant'altro abbia a che fare con le immagini e le idee di cui sono portatrici, è notare l'icona del browser che si fa oggetto tridimensionale e viene fotografata tra le mani del suo creatore...



27.1.05

Eyes on the Prize

NEL 1987 VENNE realizzato il documentario Eyes on the Prize, sulla storia (e gli scontri) per i diritti civili negli anni Cinquanta e Sessanta negli Stati Uniti. E' considerato uno dei migliori lavori in assoluto non solo sull'argomento. Lo vorreste vedere? E' quasi impossibile anche se siete negli Usa, perché molto del materiale che lo compone (il girato di varie televisioni, amatori, film, interviste varie) è sottoposto a una ragnatela di copyright "paralizzanti".



Al limite si trova il Vhs in qualche biblioteca. Peccato che le suddette biblioteche siano negli Stati Uniti...



Ebbene, se avete BitTorrent, il piccolo programma per scaricari i file di cui ho già parlato, basta che andiate sulle pagine del gruppo di attivisti per i diritti civili Downhill Battle e scarichiate gli appositi file .torrent. Metto il primo e il secondo (in tutto sono dodici puntate da 600 MB l'una, le altre seguiranno sul sito di Downhill) a disposizione anche da questo Posto.

(Ps: il sequel, Eyes on the Prize II, segue la vicenda dei diritti civili negli anni Settanta ed Ottanta. Ma non è all'altezza del primo. Così come la battaglia per i diritti civili di quel periodo non è stata all'altezza di quella della precedente stagione...)

Il resto del Posto di Antonio

Join' the club

STANOTTE E' SUCCESSO. Ho sognato (il ricordo si va affievolendo, ma ancora è presente) che dovevo prendere il treno. Che ero nella stazione. Che il treno stava partendo. Che correvo affiancato all'ultima carrozza, lo sportello miracolosamente aperto e dovevo fare quell'ultimo sprint necessario ad agganciarmi con la mano e issarmi sul predellino. Non era poi chiaro, alla fine del sogno, se ce la facevo.

Sono entrato così ufficialmente - doveva succedere, prima o poi - nel mondo adulto di quelli con l'ansia da prestazione. Un club grande quanto il settore impegatizio dei paesi occidentali.

Ho incontrato tantissime persone che sognano così. A Dubai, un pomeriggio, mentre eravamo in coda per prendere il taxi, due manager italiani mi raccontavano che sognavano cose simili. Però loro che sono moderni lo sognavano con gli aerei: decolli lunghissimi con piste come autostrade ma i motori dell'aereo non ce la fanno ad alzare il velivolo. Atterraggi infiniti nella nebbia, con l'aereo che plana su un letto bianco e sotto non sai se c'è la pista o il bosco. Cose così, insomma.

Mi chiedo cosa ci sia dopo. L'infarto?

26.1.05

Il coraggio di una scelta emotiva (a.k.a. A cosa serve l'iPod shuffle realmente)

IN QUESTI GIORNI c'è un delirio di pagine sul web (e non solo) dedicate ad Apple e ai suoi due nuovi prodotti. Del Mac mini magari si dirà più avanti. Del nuovo iPod shuffle, si è praticamente detto tutto (ed ho contribuito anche io). Ma al di là degli annunci e delle recensioni, sta nascendo tutta una letteratura delle intenzioni. Dedicata alle analisi e controanalisi psico-tecnologiche sullo shuffle, sul "senza display", sulla leggerezza del bit delle canzoni.



Nel mio piccolo mi permetto di segnalare questa recensione. Perché da lì, proprio dalle prime righe, si evince il senso dell'oggetto. Un piccolo, modaiolo, utile nella sua inutilità, prezioso oggetto portatore di emozioni. Perché porta musica, costa relativamente poco ma è un "fico iPod". Perché è facile, perché è il regalo ideale per una persona cara. Dopotutto, lo stiamo tutti quanti comprando-regalando per quello. Anche, magari, a noi stessi. No?

(segue l'incipit della suddetta recensione)

iPod shuffle

Annette, my wife, recently bought me an iPod shuffle, Apple’s newest release of the iconic portable music player. It was particularly thoughtful since I’m the primary moneymaker in the family—Annette takes care of the kids and the house during the day and thus doesn’t have time for revenue-generation—and she used money she made from a graphic design job to buy it for me. That meant a lot to me.

25.1.05

Una chitarra speciale

LA GIBSON, STORICA marca produttrice di chitarre (che risuonano nell'immaginario di tutti noi, perché si tratta di uno dei marchi più antichi della musica leggera contemporanea), ha presentato una chitarra speciale. Si tratta del primo modello dell'austera casa che "suoni" sia in maniera classica - analogica - che in digitale.



Dentro, si legge su Internet, c'è tutto un meccanismo elettronico per trasformare in byte le vibrazioni delle sei corde. Poi, i dati così prodotti vengono trasferiti sino a una distanza di centro metri su di un normale cavo Ethernet (e la chitarra è dotata di una tale porta proprio come tutti i Pc in circolazione oggi).



La chitarra è stata definita dal Ceo di Gibson, Henry Juszkiewicz, una vera e propria "piattaforma", quindi un qualcosa da cui si parte per costruire un mondo - mi immagino - di suoni e usi ulteriori, differenti, complementari e più ricchi.

Sono affascinato. Se avessi seguito la mia inclinazione adolescenziale e adesso facessi il chitarrista (tanto, fare la fame per fare la fame...) credo che starei già correndo verso il negozio.

C'è trippa per gatti (a.k.a. il senso della notizia)

SEGNALO CHE UNO dei più interessanti giornalisti italiani in circolazione, Luca de Biase, ha il suo blog. Da non molto, ma me ne sono (colpevolmente) accorto solo adesso. E subito azzecca, con la storia dei 50 euro falsi spacciati dal Bancomat, il filone giusto. Ma quando uno ha il senso della notizia, c'è sempre trippa per gatti...


Il summenzionato Luca de Biase

Mi pareva ci fosse qualcosa...

SECONDO QUESTO ARTICOLO di Msnbc, ripreso ieri anche da lui, il 24 gennaio è il peggior giorno dell'anno. Con tanto di formula pseudo-matematica per dimostrarlo. Nel mio piccolo, se valgo come esperimento, non è stato il peggiore in assoluto ma di sicuro si candida per uno dei primi cinque posti...

BitTorrent Reloaded

SCRIVONO QUELLI DI /. che una società, Hurricane Electric, sta offrendo a pagamento un servizio di download attraverso BitTorrent. Come funziona? Ci si iscrive, si paga, si invia (upload) tramite Ftp il file in questione (mettiamo si chiami "matrimonio.zip") ai server della società che creano automaticamente il piccolo file .torrent ("matrimonio.torrent, pochi KB) e fanno partire tracker e seeder mantenendo online una versione completa di "matrimonio.zip". A questo punto la persona che ha inviato il file basta che mandi agli amici che devono scaricare il file in questione il piccolo "matrimonio.torrent" magari con una semplice email et voilà, tutti scaricano e son felici.

Ovviamente il servizio è pensato per file legali (immaginiamo il classico esempio introdotto sopra di qualcuno che vuol distribuire agli invitati il filmato del suo matrimonio, una roba da 700 MB, e non sa come fare...).

23.1.05

Ma l'Umts è una cosa seria?

STO PROVANDO UN po' di connessione a larga banda grazie all'Umts.Uso un Nokia 6630 e il mio Mac. Lo scopo è quello di usare il computer su Internet sfruttando il collegamento Umts che dovrebbe arrivare a 384 Kbps, cioè 40 KBps. Uso Tim come Isp.

Alcune considerazioni:

1) E' possibile gestire una telefonata e rimanere collegati a Internet. Buono, il Gprs non lo fa.

2) Si viaggia più veloci del Gsm, ma non così più veloci. Direi che sembra una linea Isdn

3) Il collegamento non è stabile. Pur essendo a Milano, che dovrebbe avere tonnellate di banda, la connessione non è costante in quanto a capacità (spesso rallenta), è erratica (spesso disconnette senza una ragione) e di sicuro non arriva a 40 KBps

4) E' possibile, con il Mac, collegarsi sia via Bluetooth che con il cavetto Usb in dotazione (questa è una buona cosa, di più lo trovate qui)

5) Il telefono non è niente di eccezionale. Meglio delle prime generazioni di Umts, meglio dei primi Nokia Symbian, ma nel complesso non entusiasma. Oltretutto, ha una sola videocamera e per di più dietro. Cioè, niente videochiamate. Però fa buone foto (rispetto ad es. al Nokia 6600)

6) Le tariffe proposte dagli operatori sono ridicole. Costi elevatissimi per il traffico dati, modalità flat praticamente inutili o quasi amatoriali. Tim è una delle meno peggio dal punto di vista delle tariffe (fino al 28 febbraio è possibile avere connessione per un mese a venti euro flat la notte e il fine settimana o i giorni di festa).

7) Tim, ma credo anche gli altri, non stanno portando la rete allo stesso livello di affidabilità e performance che l'utente si era abituato ad avere con il Gsm.

8) L'Arpu (la redditività media per utente su base mensile) dell'Umts è più alta del 50% rispetto al Gsm. Questo è buono per i provider, meno per gli utenti. I primi pensano che si tratti di valore aggiunto generato dai servizi connessi alla larga banda. I secondi hanno la sensazione che sia una forma di strozzinaggio...

Conclusioni: l'Umts come lo conosciamo oggi rispetto a come ce lo avevano raccontato a suo tempo è una fregatura. Un po' meno peggio di quanto temessi, ma sempre una fregatura. Ho il sospetto che non sia un caso se tutti gli operatori non fanno una tariffa rivoluzionaria, tipo venti euro al mese (anche trenta) per avere connessione flat a tutta manetta. Stanno spremendo il mercato. Ho la sensazione che i ponti radio, i sistemi informatici e i terminali telefonici siano ancora a uno stadio primordiale. Ho il sospetto che la promessa implicita per una fascia del mercato, cioè di avere la connessione a larga banda ovunque come se fosse una Adsl portatile, sia stata tradita.

Non credo che il mercato desideri avere solo partite, telefilm, Mms e videotelefonate (che peraltro non funzionano come dovrebbero sia per le dimensioni degli schermi che per la qualità delle trasmissioni) sul terminale Umts. Credo che il mercato desideri avere banda larga da sfruttare per i cavoli suoi (BitTorrent? Perché no? Eppure dopo quattro-sei minuti di sessione a bassa velocità, peraltro, si viene sconnessi e bisogna resettare il telefono spegnendolo per ricollegarsi). E credo che né i fornitori di tecnologia né i fornitori di accesso stiano ascoltando realmente questo bisogno. Sarebbe strano, visto che comprometterebbe con tutta probabilità il business dei dati su linea fissa (l'unico redditivo rispetto alla voce che si sta spostando sempre più sui cellulari) per chi ha il doppio interesse.

Parere finale: c'è molto da fare ancora, sia come tecnologie che come modello di business. Per gli utenti, il telefono Umts è ancora prevalentemente un telefono e basta. Quindi, perché cambiare?

Prima un sassolino, poi la montagna

ADESSO ALL'IMPROVVISO su /. appare un articoletto. Non una delle solite segnalazioni di altri articoli, ma un vero e proprio articolo-pensiero di un certo DataDragon. Si intitola "programmare fino alla pensione?" e attira l'attenzione.

Perché il trentenne programmatore di una grande azienda multimiliardaria del software, che si sta per sposare, si è spezzato letteralmente la schiena (e i polsi) sulla tastiera, ha scritto più di un milione di righe di codice, creato 15 software commerciali (di cui otto di sua completa ideazione e realizzazione) si chiede: anziché cercare iperattivi e dinamici personaggi come mai nessuno offre un onesto lavoro da fare con orari cristiani e quel minimo di stabilità che faccia arrivare alla pensione sereni e soddisfatti del posto fisso?

Se cominciano a chiederselo nella Silicon Valley, tra un po' l'onda del cambiamento arriverà anche da noi...

21.1.05

Quelle belle storie come non le sappiamo raccontare

UNA COSA CHE stupisce il giornalista italiano, prima ancora che il lettore, è il modo in cui i settimanali americani riescano a trattare le storie. Se non fosse sicuro che hanno un metodo che insegnano nelle loro scuole di giornalismo (e che nelle nostre non insegnano) verrebbe da pensare che sian tutti geni. Invece no, sono "solo" dei seri professionisti.

Prendete questa, per esempio. Storia di copertina di BusinessWeek. Titolo: Linux Inc. Argomento: ascesa e successo del sistema operativo Open Source. Da noi, che sia Panorama o che sia Diario, i nove decimi dei lettori sono già passati all'articolo dopo. Perché? Perché mi romperei le scatole anche io che le scrivo tutti i giorni queste cose (e che un po' mi interessano anche, lo ammetto) figuriamoci il famoso "lettore qualunque", la casalinga di Voghera della carta stampata.

Ci volete scommettere, invece? Se sapete abbastanza l'inglese da leggerla (non è neanche particolarmente difficile, mannaggia a loro che scrivono pure in maniera semplice) probabilmente la troverete una storia interessante. Forma linguistica piana e chiara, sviluppo dell'intreccio, documentazione (mica pareri personali), ritmo, informazione. Da noi queste cose non si leggono mica. Da noi se ti danno quel numero di battute (circa 26mila spazi inclusi, più di quattromila parole, fanno 430 e passa righe, che son tante per chi viene dal quotidiano) il più bravo tira giù un pippone che ammazzerebbe un rinoceronte...

Lo dico, sia chiaro, con una certa delusione verso me stesso e una malcelata invidia verso di loro. Perché a questo punto è chiaro che col mestiere (di quel Paese) si va avanti per bene. Qui, no. Da noi si vendono pere cotte. Da cui la nota espressione: "fare il peracottaro"...

Hai chiuso il gas prima di uscire?

VI E' MAI capitato di partire all'alba per l'aeroporto e accorgervi, due ore dopo mentre entrate nell'aerostazione, che avete dimenticato il biglietto sul comodino accanto al letto? Beh, c'è qualcuno a cui è capitato qualcosa di più grave: scoprire a milioni di chilometri di distanza che il macchinario da usare per l'esperimento era partito senza essere stato acceso...

Si apprende, infatti, dopo sette anni di volo nel sistema solare verso Saturno che quelli del controllo a terra della missione Huygens a suo tempo si erano dimenticati di accendere uno degli strumenti. Il titolare di quel singolo esperimento c'è rimasto un po' maluccio...

SPOKANE, Wash. - David Atkinson spent 18 years designing an experiment for the unmanned space mission to Saturn. Now some pieces of it are lost in space. Someone forgot to turn on the instrument Atkinson needed to measure the winds on Saturn's largest moon.

"The story is actually fairly gruesome," the University of Idaho scientist said in an e-mail from Germany, the headquarters of the European Space Agency. "It was human error — the command to turn the instrument on was forgotten."

20.1.05

Il fantastico mondo delle leggende metropolitane

QUALCHE GIORNO ADDIETRO ci era cascata Repubblica. Anche le agenzie internazionali, come ad esempio l'Associated Press. Ma insomma, voi a radiografie come queste, che raccontano storie di incidenti con i chiodi (sempre i chiodi, mai le viti) ci credete veramente? Ma sul serio? E a quella del cane di casa e del coniglio dei vicini?


19.1.05

Stanotte ho sentito che ticchettavi...

E' UNO DEGLI argomenti più comuni, soprattutto tra i trentenni, ma sono molto pochi i modi razionali per viverlo. E' vero che le donne, a differenza degli uomini, vivono stagioni biologicamente e psicologicamente diverse per quanto riguarda il tema della maternità. E' altrettanto vero che non tutte sanno perfettamente quali sono le opzioni e come funziona il sistema dei media: sui giornali si parla in continuazione di donne che hanno più di quarant'anni (recentemente abbiamo superato la barriera dei sessanta) e stanno avendo figli. In pratica, quasi nessuno dice che si tratta di gravidanze effettuate con uova e seme di donatori, quindi senza aver dato vita a un figlio biologico ma a una funzione da "incubatrice" (che è un desiderio legittimo e bello, non fraintendetemi. Basta saperlo...).

Il presupposto, ovviamente, è che la vita di oggi, tra cicli di studio e carriera professionale (nuovi ruoli di uomini e donne, ridefinizione degli spazi e dei tempi che cozzano però con le famigerate - ma semisconosciute - leggi di madre natura) influiscano violentemente soprattutto a livello psicologico sul naturale desiderio di avere figli. Ci sono dei ritmi biologici, ma non è chiaro quanto siano in realtà conosciuti sino in fondo. E anche se sono stra-conosciuti dalla singola donna in astratto, quanto lo sono i suoi personali? Quante uova? A che punto della vita? Quali sistemi a disposizione per gestire la propria fertilità?



Ci sono varie cose che si possono fare, sapere, ricavare con semplici analisi del sangue, test e poco altro. Basta un ginecolo, anche se non sempre il rapporto con un medico è l'ideale per farsi una idea completa del quadro, che va al di là del semplice dato biologico. Il libro che indico, invece, parrebbe avere delle caratteristiche adeguate ad informare in maniera completa. Volete un consiglio, soprattutto voi ragazze che la notte quando uno vorrebbe dormire invece ticchettate come sveglie impazzite? Usate Amazon (non è poi questa gran spesa) e compratelo. Magari dopo averlo letto scoprirete che il libro di Cara Birrittieri, What Every Woman Should Know About Fertility And Her Biological Clock, è una cavolta, oppure potrebbe aiutarvi a trasformare un impulso biologico profondo in un sentimento più esplicito e chiaro. L'ansia si combatte con la luce della conoscenza...

17.1.05

Ciao Mac, come stai?

UN PAIO DI giorni fa mi si chiedeva delle quote di Apple rispetto agli altri attori del mercato del Pc e non solo. Eccole, sono a questo link. Per brevità, qui sotto il grafico con un po' di commenti che trovereste anche in quella pagina del Seattle-Post



(Si, la quota di mercato nelle vendite è 1,9%. Per adesso...)


Ps: aggiungo in collegamento a un post precedente sui titoli relativi ai nuovi Mac e iPod una cosa che mi è venuta in mente adesso: "Mamma, mi si è ristretto l'iPod!". E poi non dite che non sono un buon titolista, e che cavolo. Mi ci è voluta meno di una settimana, mi ci è voluta...

16.1.05

Eccoci! Ci siamo: è arrivato l'anti iPod

SE NE PARLAVA da tempo. Sembrava che non ci fossero alternative. Sembrava che l'iPod fosse destinato a dominare il mercato per sempre. Ma poi è arrivato questo. E niente sarà più come prima...



Nessuno disegna le nuvole come lui

SUL NEW YORKER di questa settimana c'è una sezione dedicata ad Hayao Miyazaki, uno dei registi più significativi del Giappone contemporaneo (anche se fa cartoni animati per bambini: è stato lo stesso Akira Kurosawa a definirlo così). Il pezzo, in particolare, è una intervista a Margaret Talbot, che a sua volta lo ha intervistato.



Cosa mi aspetto dal domani

TRA POCO ARRIVA uno dei software che sono stati presentati da Steve Jobs a San Francisco l'altro giorno. Si tratta di iWork, che mi interessa fino a un certo punto. Il certo punto è Keynote 2, il PowerPoint per il resto del mondo. Amo e uso tantissimo quel programma, che ha molte limitazioni rispetto alla versione di Microsoft, ma anche una serie di punti geniali. Gli sono grato perché lo trovo molto facile da usare e potente nell'output. Ma soprattutto perché varie volte mi ha aiutato: a interessare le classi dove faccio lezione, oppure le platee alle conferenze dove sono intervenuto. E per avermi fatto costruire presentazioni ricche e complesse, dagli effetti retorici fantastici, in pochissimo tempo. Attendo a gloria la versione due, che dovrebbe essere la mia "arma di distruzione di massa" per il 2005...



(Per quanto riguarda invece il nuovo Pages, ne riparliamo quando l'avrò usato. Per adesso non ne sento la necessità, ma tengo il cancello della mia percezione aperto...)

E' arrivato iPodnet...

NOIALTRI DI MACITY abbiamo appena fatto partire una nuova sezione del sito (che, ci crediate o no, è uno dei primi tre siti europei del mondo Mac per numero di visitatori, nonostante sia tutto in italiano). Questo comporta due considerazioni. La prima è che l'onda dell'iPod è veramente imponente, a tal punto da spingergi a registrare un nuovo dominio totalmente dedicato ai lettori digitali di Apple. La seconda è che potete leggere la mia prova sul campo (ma sarebbe meglio dire "nel cielo") del nuovo iPod shuffle...




(il resto del Posto di Antonio è qui)

15.1.05

Santi, poeti e navigatori

SONO RIENTRATO. MALPENSA avvolta nella nebbia ha fatto toccare terra senza problemi al 767 di Continental. Ho anche quasi finito il libro che mi sono comprato per passare il viaggo (se ne parlerà più avanti), ma soprattutto ho giocherellato per varie ore con il piccolo iPod Shuffle da 1 GB preso al volo all'AppleStore poche ore prima di partire. Mo' faccio la prova e la vedrete su Macity. Intanto, per i più curiosi, qui sotto il pezzo in versione integrale (quello su Alfa sarà stato sicuramente rimesso a misura per la pagina) sul Macworld...

Un Mac piccolo e ultraeconomico, un iPod ancora più piccolo, nuovi software per andare a sfidare anche Microsoft nel ricco mercato di Office. Il Mac, la piattaforma creata da Apple nel 1984, e il lettore di musica digitale dell'azienda californiana guidata dal suo fondatore Steve Jobs, partono all'attacco del resto del mondo. Questa volta è quello del mercato di massa. Con l'ambizione, supportata da tre anni positivi dal punto di vista di mercato e finanziario, di conquistare il ruolo guida soprattutto nel nascente mercato della convergenza tra computer ed elettronica.

Le novità presentate martedì da Steve Jobs a San Francisco, durante l'annuale Macworld Expo che riunisce intorno al Ceo di Apple le migliaia di appassionati e fedeli utilizzatori della tecnologia "designed by Apple in California", come scritto su tutti i suoi prodotti, sono tante. E mirano tutte a conquistare un mercato che appare sempre più attento ai prodotti di Apple, che spaziano dai server a 64 bit alla vendita di musica digitale in quindici paesi.

L'attenzione del mercato verso Apple emerge anche guardando il valore delle sue azioni, che in un anno è triplicato. Passando da 22 a 69,25 dollari (+4,70$) alla chiusura di venerdì scorso, mentre il market cap è di 27 miliardi di dollari, (per comparazione, il primo produttore di Pc, la statunitense Dell, ha un market cap di 100 miliardi).

Apple adesso sfida contemporaneamente Microsoft, Dell e tutto il mercato dei produttori di riproduttori audio digitali basati su schede di memoria.

Partiamo da quest'ultima novità: contraddicendo il fatto che i prodotti di Apple siano i più costosi sul mercato, i due nuovi lettori di musica digitale basati su schede di memoria (da 512 Megabyte e 1 Gigabyte, in grado di contenere sino a 240 canzoni o funzionare come memoria per archiviare dati) costano rispettivamente 99 e 149 dollari. Il trenta per cento meno, secondo Steve Jobs, di quanto offerto mediamente dalla concorrenza. L'obiettivo è stato spiegato chiaramente da Steve Jobs: "In un anno dall'introduzione dell'iPod mini abbiamo aumentato sostanzialmente la nostra quota di mercato, adesso al 65%. Rimane un 29% di prodotti basati su memorie allo stato solido che vogliamo conquistare, considerando che abbiamo venduto dal 2001 dieci milioni di iPod, 8,2 milioni nel 2004, 4,5 milioni nel solo trimestre natalizio".

L'altra sfida di Apple è contemporaneamente a Dell e Microsoft, la prima come produttore di computer economici e la seconda come, tra le altre cose, paladino del Windows Media Center, presentato nuovamente da Bill Gates la scorsa settimana a Las Vegas durante il Ces Expo. Il nuovo Mac mini, senza monitor, tastiera o mouse ("Questi - ha detto Steve Jobs - dovete comprarli da voi") è estremamente piccolo e silenzioso (come un grosso libro rilegato), basato sul processore G4 di Motorola, dotato di masterizzatore Dvd, hard disk da 40 o 80 GB e costa 499 o 599 dollari e può essere collegato anche a un televisore. Sarà disponibile sul mercato statunitense a partire dalla prossima settimana.

Ma la sfida più subdola Apple la lancia al rivale di sempre, cioè Bill Gates, presentando una serie di nuovi software sia per la produttività professionale che amatoriale, rafforzando l'esistente e allargando una breccia in un territorio sinora considerato patrimonio pressoché esclusivo di Microsoft. Vale a dire la suite di Microsoft Office.

Da un lato, infatti, Steve Jobs durante la sua presentazione ha introdotto nuove versioni dei software che vengono distribuiti gratuitamente con tutti i Mac (iPhoto, iMovie, GarageBand e iTunes riuniti nella suite iLife'05) pensati per organizzare lo stile di vita digitale che il Ceo di Apple ha predicato a partire dal 1998. Dall'altro, insieme al presidente di Sony, Kunitake Ando, ha presentato nuove soluzioni amatoriali e professionali per il video digitale ad alta definizione, che adesso diviene gestibile in modo standard su tutti i Mac. Ando ha sottolineato che "l'incredibile progresso tecnologico dei nostri prodotti non funzionerebbe senza software facili e potenti come quelli offerti da Apple".

Insieme a questi software, però, Steve Jobs ha lanciato anche iWork, una suite composta da due applicazioni ("per adesso", ha dichiarato Jobs), cioè Keynote e Pages. Il primo è la seconda versione migliorata di un software analogo a PowerPoint mentre la seconda è una applicazione pensata per sostituire Microsoft Word. E' ben chiaro che Apple sta pensando di offrire una alternativa alla suite Office di Bill Gates, un pezzo alla volta, per svincolarsi dalla necessità che Apple aggiorni sempre il suo prodotto per la piattaforma Mac.

Il ruolo di Apple nel mercato dell'intrattenimento, dove vende in quindici paesi tra i quali l'Italia canzoni via Internet attraverso il suo iTunes Music Store, ha toccato la soglia dei 230 milioni di canzoni vendute, un milione e 250 mila al giorno, con una curva di crescita che se mantenuta porterebbe a mezzo miliardo di venduto in un anno. Un business che secondo la società di analisi di mercato Gartner potrebbe arrivare a valere 8 miliardi di dollari nel 2007.


A.Di.

13.1.05

Un'onda lieve di tristezza

QUESTA EDIZIONE DEL Macworld è andata. Come al solito, con quell'amarognolo sapore di insoddisfazione per il tanto visto e toccato ma per il poco comprato. Diciamocelo: anche il più tosto tra gli utenti Mac, il giornalista più scafato ("seasoned", come si dice da queste parti) alla fine si lascia irretire dalle fila e fila di banchi e banchetti strapieni di tutte quelle tecnologie che per resto dell'anno può solo intravedere su Internet.

Adesso questa enorme concentrazione di utenti e produttori di cose legate al Mac si allontana. Se ne va. Siamo a giovedì ma qui è già tutto cotto, una battaglia di retroguardia. Domattina l'aereo sarà all'alba, ma già i primi facchini staranno smontando gli stand e la sala stampa sembrerà deserta come una festa venuta male.

Ieri sera, lunga giratina al freddo (perché dopo una giornata di sole ieri ha virato al brutto e oggi è ben nuvoloso) con cena in trattoria italiana su Columbus Avenue. Esperimento con il nostro amico che lavora alla localizzazione di cose varie di Apple e che è venuto espressamente da Cupertino. Si è finito cazzeggiando e parlando di problemi di lavoro (paiono essere comuni un po' da tutte le parti) sino alle due di notte, buttati su di un angolo di una strada dietro Union Square, con i "bums" che venivano a rompere le scatole chiedendo i soldi dell'autobus. (Ehi, alle due di notte gli autobus a San Francisco non passano mica più!!).

Abbiamo fatto miliardi di foto e visitato centinaia di stand, durante questi tre giorni. Io ho cacciato fuori anche un articolo martedì che è uscito - invece che mercoledì, come gli altri quotidiani - oggi su Alfa. Box in prima a mo' di fogliettoncino e giro in quinta. Speriamo almeno che la foto fosse bella... Ma avranno preso la solita foto formato tessera di Steve Jobs in piedi, barba e occhiali, sfondo scuro, dolcevita scuro, che mostra alle folle adoranti il solito iPod shuffle o il Mac mini. Me li vedo, me li...

Invece gli iPod shuffle son proprio finiti...

STO CERCANDO DA ieri di conquistare il diritto a possedere un iPod shuffle. Ma non ci si riesce. Mannaggia! Esauriti dopo un'ora. E ancora non rientrano...



12.1.05

Un delirio di titoli

LA NOTIZIA, SI sa, quando c'è va messa in testa. E in gergo il suo succo al massimo del distillato lo chiamiamo "il titolo". Non è raro, in quei paradossi della logica e del buon senso che sono le telefonate tra il redattore "inviato sul posto" e il suo caporedattore, sentire da parte di quest'ultimo frasi tipo: "ok, qual è il titolo, allora?", oppure "tagliamela su questo titolo", o meglio: "io faccio questo titolo, va bene o forza troppo?"

Ecco qui tra le sale del Moscone Center, col Macworld ancora in corso, si è scatenata una corsa al titolo perfetto. Si sente un po' di tutto: "Apple pensa in grande, agisce in piccolo", "Piccolo è bello", "Mini Jobs: il bello del piccolo", "Per essere grandi bisogna diventare piccoli", e via dicendo. Avrete capito che non stanno parlando tutti delle dimensioni fisiche del fondatore di Apple Computer...



Intanto, questo piccolo Mac pare proprio bello. Invece, gli iPod shuffle sono arrivati solo in tagli da 512 MB e sono andati esauriti alla velocità della luce... forse tra oggi e domani ritornano...

(ancora Mac mini, troppo bello!)



11.1.05

Oh mio dio...

L'HANNO FATTO, VOGLIONO ANDARE a conquistare il mercato grosso, quello di massa. Apple ha lanciato Mac mini, un micro Macintosh da 499 dollari, e un iPod da 1/2 e 1 GB di memoria allo stato solido (che funziona anche come chiavetta Usb 2 per archiviare i dati) da 99 e 149 dollari. Che bello... mi comprerei tutto!



Io intanto ho già scritto il pezzo per il Sole. Non esce domani, bensì giovedì su Alfa (Il Sole 24 Ore)

Siamo tutti eccitatissimi

LA DURA VITA dell'inviato speciale. Non ci sono più gli stormi di giovani pierre che ci proteggono. Siamo lasciati a noi stessi. Allo stato brado, a soffrire il jet-lag, con un sonno che spacca la testa. E quindi siamo tutti eccitatissimi per il keynote, ormai a poche ore di distanza. In Italia sarà sera, qui da noi mattino. Il lavoro sarà tantissimo e terribile. Da fare velocemente, tra mille difficoltà - soprattutto di tipo caratteriale con i colleghi - per informare il grande pubblico...

Cosa tirerà fuori il buon Steve Jobs dal sacco? A questo punto non sappiamo dire. Qualunque cosa, basta che lo faccia in due ore e poi ci mandi tutti a casa. Please...

10.1.05

Breaking News: people's favorite tv drama is...

IN DIRETTA SULLA Cbs, il tv drama che ha vinto (contro Gilmore Girls e The O.C.) è Csi, la serie originale. Prima ha vinto Joey qualcos'altro. Scusate, non so neanche cosa, ero distratto a scrivere il post di prima...



Ps: erano i Cbs People Choice Awards...

Pps: e per il new tv drama, Desperate Housewives ha sconfitto Lost...

Ipse dixit, qui a San Francisco

IN ITALIA E' quasi l'alba, ma qui a San Francisco è il momento di andare a letto. Ultima boccata d'aria e rapida chiacchierata con il portiere notturno, Michael. Informatissimo sul Macworld, una vera gola profonda dei prodotti di Apple. Ammicca, sorride, scuote la testa, mi racconta dei suoi quattro figli e poi me la butta lì: "Io lo so, me l'ha detto un cliente: martedì Steve Jobs tira fuori il Mac da 499 dollari. Una figata, è quello che ci vuole: finalmente un Mac con la solita qualità per tutti, l'arma finale contro il Pc".

Michael mi ha raccontato anche di Natale, con la gente impazzita per l'iPod che correva avanti e indietro per Market Street a cercare il piccolo lettore digitale di musica. E il mercato nero, l'unica risorsa per portare l'agognato regalo ai figli. E' uno strano mondo, dove i portieri di notte sanno tutto sul Mac, iPod e le strategie di Cupertino. "Lo sai - mi ha detto - che il titolo di Apple in Borsa è cresciuto di tre volte in diciotto mesi? Se avevi comprato dieci dollari di azioni un anno fa, adesso ne avevi trenta". Ipse dixit.

Ps: lui va due volte all'anno in vacanza a Las Vegas. Perché lì le ragazze sono wild...

9.1.05

Scoop: l'abbiamo visto! Life is random!

ECCO LO SCOOP dal vostro blog preferito di San Francisco. Grazie allo staff di Macity in loco, abbiamo scoperto quale sarà una delle novità del MacWorld che inizia martedì. Il prode gruppo di inviati ha fotografato i cartelloni pubblicitari che gli operai stavano montando. Hanno scattato le foto, sono stati inseguiti da un operaio tremante che li ha costretti (più che con la violenza con la paura di essere licenziato e querelato da Apple) a cancellarle. Gli inviati, che sono generosi per natura, hanno acconsentito. Ma qualcosa sul rullino digitale è rimasto... Posso solo dirvi due cose: Life is random! e 240. Ecco anche il link all'articolo ufficiale che compare su Macity!

News from San Francisco

OK, SONO ARRIVATO a San Francisco. Spettacolo divino, anche se la giornata è alquanto grigia e quasi piovosa. Pure la California risente dell'ondata di maltempo che ha invaso il paese.

Io comunque, non perdo l'occasione per segnalare l'altra grande ipotesi di cui si dibatte in queste ore pre-Macworld: un iPod basato su memori flash (come quella delle macchine fotografiche) anziché un piccolo hard disk. L'attesa è forte, ma le ore che restano prima di svelarla son poche...



(qui sopra a confronto con uno degli attuali iPod mini)


8.1.05

iHome di Apple: C'è sempre qualcuno che ci prova...

SIAMO A POCHISSIMO dal MacWorld. Io sono a Malpensa, in attesa dell'aereo, collegato via Gprs col telefonino. E trovo subito la notizia (probabilmente falsa). Foto messe in rete su iHome, il media center di Apple che verrà presentato martedì... Chissà, l'opzione è veramente plausibile?







(E' una cavolata, di sicuro. Però se fosse vero io me lo prendo...)

7.1.05

Una piccola nota

VIVIAMO TEMPI IN cui molte cose cambiano. Una tra queste è l'arco della vita delle persone, la loro fertilità lavorativa e - forse di conseguenza - la loro "freschezza" fisica e mentale.

In pratica, un sessantenne di oggi è come un quarantenne di venti anni fa.

Cosa che, tra l'altro, mi fa pensare che sia anche la stessa persona...

Brevi note dal vostro invitato speciale...

ALCUNE PICCOLE CONSIDERAZIONI la sera prima della partenza: la prima è anche quella che dà il titolo al post. Dal momento che i viaggi di lavoro giornalistico che il mio lavoro mi porta a fare non vengono finanziati dal giornale ma dalle aziende che organizzano gli eventi (com'è peraltro prassi diffusa nel settore), più che allo status di inviato speciale aspiro a questo punto a quello di invitato speciale...

Domattina il volo numero 45 di Continental Airlines mi preleverà a Malpensa alle 10.05 e mi depositerà, se tutto va bene, alle 13.24 ora locale a Newark, l'aeroporto del New Jersey accanto a New York. Lì, alle 15.45 mi aspetta il volo 41 sempre di Continental che arriva al San Francisco International Airport (in arte SFO) alle 19.13 ora locale.

Il ritorno dal MacWorld avrà luogo il 14 prossimo venturo: partenza alle 08.30 del mattino con volo 149 sempre di quei bravi ragazzi di Continental con i quali ho già volato alcune volte, arrivo a Newark alle 16.47, cambio record per il volo 44 che decolla alle 18.05 (sono solo 1 ora e 18 minuti, mica tanto per una coincidenza fra un transcontinentale e un intercontinentale) e atterraggio a Malpensa (in arte MXP) alle 07.55 del mattino del 15 gennaio.

Chiariti i passaggi salienti, vi dico solo che il keynote di Steve Jobs avrà luogo al Moscone Center alle nove di mattina (orario californiano) del martedì. Gli altri giornalisti europei che seguiranno la cosa faranno gli invitati non troppo speciali, andando alla sede europea di Apple a seguire l'evento in diretta via satellite.

In questo caso viaggio per Macity (dove potrete seguire la diretta testuale del keynote), non paga Apple. Quindi, mi viene in mente adesso con lucida chiarezza, sarò uno dei tre inviati speciali della nota testata giornalistica! Per una volta... che bello!

Ps: mi ero anche un po' rotto le scatole di stare a Milano, nonostante la pausa fiorentina delle vacanze di Natale. Un po' di azione, santo cielo. Era l'ora!

6.1.05

Salita faticosa

IN QUESTO MOMENTO, mentre scrivo, sto salendo una salita faticosa. Ho i piedi doloranti, è sera, ho camminato troppo: non è la salita ad essere ripida - anzi decisamente non lo è - ma la fatica a pesare insieme a un certo senso di spaesamento. Sembra di camminare su per la Quinta strada, con l'angolo di Central Park che si apre all'improvviso e all'inizio non si riesce a capire quanto sia grande il giardino che si apre un po' di sbieco davanti agli occhi.

In realtà sto camminando nella direzione opposta, con la stanchezza di una giornata addosso e all'improvviso la sorpresa di superare un giardino più piccolo ma più aperto, circondato da palazzi, strade, qualche torre più che non grattacieli. Le piante, gli insetti, persino le auto e i passanti sembrano alieni in questa Sydney di più di un anno fa. La strada per tornare verso l'albergo è ancora lunga, anche un po' incerta e poco cartografata: tra breve prenderò un taxi. Prima, però, indugio a guardare le false collinette del giardino, gli alberi alieni e ben potati, l'erba regolare, i primi fari e lampioni che si accendono.

Il senso di felice spaesamento, dolce come una droga, lo provo ancora fortissimo mentre scrivo sul divano, un anno dopo, con la mente improvvisamente ingabbiata là, per pochi attimi ancora. Era la metà di ottobre del 2003.

5.1.05

Anche i rumori possono far male

TRA POCHI GIORNI, meno di una settimana, Steve Jobs salirà sul piano rialzato del Moscone Center, prenderà posto davanti a un enorme schermo su sfondo nero, accanto a un tavolino con un computer e una seggiola (a sinistra del palco) e forse con un altro paio di tavolini e computer ma senza seggiola a destra. Inizierà il MacWorld di San Francisco edizione 2005. Già mi sembra di vederlo, come se fossi già arrivato nella città californiana, avessi già fatto la consueta gita a Cupertino a trovare i cuochi e gli altri amici italiani insediati nel cuore della Mela e la mattina avessi anche smaltito la coda per entrare nella sala del keynote del centro congressi più famoso della Silicon Valley.

Quest'anno si presentava come particolare e promettente per vari motivi: ottima annata di prodotti, ottime vendite, ottimi successi strategici, ottima performance in Borsa del titolo. Apple è in forma come poche volte nel suo trentennale passato. E' il momento di sferrare il colpo duro, quello rumoroso, con un lancio per il 2005 da far fischiare le orecchie.

L'ho pensato io e lo devono aver pensato in molti, però, perché se è vero che grazie al successo di iPod e MacOsX e iTunes Music Store e via dicendo Apple è tornata mainstram, anche quelli che creano rumors e ci speculano sopra stanno facendo un sacco di straordinari. Si sono inseguite una ridda di voci pazzesche, tali da generare aspettative che solo un incrocio tra Gandhi e Napoleone saprà non deludere il prossimo 12 gennaio.

Ne parla Bill Palmer diffusamente in vari modi e io mi accodo; in questa maniera, ragazzi, state distruggendo il giocattolo che si era rimesso miracolosamente a funzionare. E in maniera pure stupida...

La lettera di scuse

POTREBBE ESSERE QUESTA la lettera di scuse che Roberto Dal Bosco, il feritore del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha inviato all'ex presidente del Milan ieri per chiederne il perdono (concesso benevolmente dal suddetto proprietario di Mediaset).

Signor presidente, sono Dal Bosco Roberto, quello che in un momento di deprecabile euforia, che mi ha portato a un'esibizione clamorosa, le ha causato una ferita di cui non riesco a perdonarmi e di cui sono sinceramente pentito.

Sono dispiaciuto soprattutto perché il mio inqualificabile gesto e le mie parole sconsiderate hanno manifestato sentimenti di odio che non mi appartengono. Mi creda sono addolorato tantissimo, la mia famiglia è angosciata e vede crollare la consolidata certezza di essere una famiglia per bene.

Sono molto pentito e so che la sua fede cattolica mi perdonerà. A questi suoi sentimenti mi affido nella speranza di non restare deluso. Delego il mio difensore al recapito della presente.
Con osservanza Dal Bosco Roberto


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(ps: sono contento per i colleghi che si occupano di politica, perché mi rendo conto scrivendone che con questo presidente del consiglio non si resta mai a corto di sinonimi, uno degli stress maggiori quando si scrive un articolo)

In The Beginning Was The Command Line -- Redux

NEAL STEPHENSON, UNO scrittore che a me piace non poco, cinque anni fa aveva pubblicato un saggio sulle interfacce di computer - In The Beginning Was The Command Line. Che dopo un po' è diventato come dire, un po' datato. Adesso è stato ricommentato con il permesso di Stephenson da un a me ignoto viaggiatore che attraversava l'Alalska (belle foto).



Colgo dalla discussione che si è sviluppata su SlashDot - /. come dicono gli intimi - e ripropongo il lapidario commento di un anonimo:

The only good thing about windows is I can run multiple sessions of DOS.


Larga banda

LO AMMETTO, SONO un povero drogato di Internet. Anzi, di larga banda. Sono stato a Firenze per le vacanze di Natale dal 20 fino al 30, poi una volta rientrato a Milano sono finito a letto con un po' di febbre - perché si sta avvicinando il MacWorld e la tradizione vuole che io mi ammali sempre quando c'è Steve Jobs a giro - e finalmente oggi arrivo al dipartimento dove mi annido da alcuni mesi a questa parte.

Considerando che non ho Adls o altro né a Firenze né a Milano, da pochi secondi ho inserito di nuovo il cavetto Ethernet nell'apposita presa. Come farsi una pera! Altro che modem: questa è larga banda, signore e signori!

(Ok, ok, forse mi sono lasciato trascinare un po' troppo, ma vorrei vedere voi a collegarvi in Gprs tutti i giorni dopo le 18... Non mi passava più! Per la cronaca, dove sono ora - alla faccia di Fastweb - si viaggia sopra i 500 MBps, vale a dire quattromila Mbps, mica ciuffole).

4.1.05

Domani è un giorno speciale

HO GUARDATO UN po' di programmazione televisiva negli Stati Uniti. La maggior parte delle serie di telefilm Usa attualmente in corso sono sospese da metà dicembre per la pausa natalizia. Ma dopodomani, il 6, ricominciano quasi tutte - e la prossima settimana saranno davvero tutte on air. Buono per me che sono in California dal prossimo fine settimana fino a giovedì della prossima settimana. Ma buono soprattutto perché l'ondata di cannonate della Mpaa non poteva arrivare in un momento migliore, dato che la torrenziale scena underground dei telefilm si è già riorganizzata, per quanto mi consta...


Tenete protetto il vostro portatile

PASSA NATALE E nelle case di molti è spuntato un nuovo, piccolo ospite: un computer portatile. Adesso che scoprite la comodità di questo strumento, dovete però trovare il modo di proteggerlo - quando lo portate con voi - dai malintenzionati. Arriva per questo l'intelligente PowerPizza (sul sito anche una animazione in flash di come funziona) e niente sarà più come prima.



(occhio perché l'immagine pare essere animata...)


I tropici in Europa

ALTRO CHE MUTAMENTO climatico: in Germania partendo dall'hangar ciclopico della morente compagnia che progettava di rivitalizzare il trasporto con gli Zeppelin (gli enormi dirigibili in uso tra le due guerre mondiali) hanno realizzato un paradiso artificiale "sotto vetro". A pochi chilometri da Berlino. A 25 gradi tutto l'anno...



Se pianificate una vacanza in clima temperato, spiagge immacolate, natura lussureggiante e via dicendo, potrebbe essere un'alternativa...

La lega dell'edera

SI CHIAMA COSI' perché la pianta tradizionalmente cresce edifici che costituiscono il cuore di otto università americane. E' la Ivy League, la lega dell'edera. Composta da otto università che vengono anche chiamate "le otto antiche". Hanno anche delle caratteristiche, a parte quello di aver formato la predetta lega nel 1954.



In prima battuta, il fatto non è solo culturale ma anche sportivo. Le università in questione si ritrovavano per giocare (tutti gli sport classici, dal basket all'atletica) e proprio un cronista sportivo è stato quello che, negli anni Trenta, ha coniato il nome. All'inizio anche le due scuole militari principali del Paese, Esercito e Marina, partecipavano ai giochi e quindi alla lega informale, ma poi pensarono di non iscriversi con le altre otto per motivi vari. La Ivy League è composta da otto università private, anche se la Cornell in realtà è finanziata in parte da privati e in parte con soldi pubblici.



Non ci sono solo le otto università nel circuito: esiste anche l'Ivy Plus, a cui partecipano altre università: in particolare Mit, Standord, Oxford e Cambridge (cioè le due più antiche università inglesi e in Gran Bretagna vengono chiamate Oxbridge).

L'accordo tra le università è basato sullo stabilire regole comuni per la competizione nel campo dell'insegnamento e dello sport (oltre a regole finanziarie comuni). L'accordo ricalca quello che nel 1916 venne firmato tra Harvard, Yale e Princeton.

Nella classifica delle migliori università americane per il 2005 sono presenti tutte e otto le Ancient Eight. Però, ce ne sono anche altre che fanno meglio di alcune delle otto: per la precisione fanno meglio la Duke University (#5), Standford (#6), Mit (#7), California Institute of Technology (#8), Northwestern University (#11) e Washington University in St. Louis (#12)

La classifica delle otto invece è la seguente: Harvard University (#1), Princeton University (#2), Yale University (#3), University of Pennsylvania (#4), Columbia University (#9), Dartmouth College (#10), Brown University (#13), and Cornell University (#14).

(la classifica originale è differente perché prevede degli ex-aequo, qui è stata corretta per rendere meglio l'ordinamento)

Ingiustamente sottovalutati

E' DA UN po' di tempo che va in onda, la sera da mezzanotte in avanti, il "reality all'italiana" (inteso come porno-soft) Sexy Boxy. Il canale privato che ci regala questa gioia della televisione è OdeonTv, syndacation presente più o meno in tutta Italia (credo: perlomeno a Firenze e a Milano c'è).

Oggetto del reality, che coinvolge anche una discoteca romana per la sfida domenicale, è un gruppo di ragazze che si preparano tutti i giorni a combattere sul ring e che poi la domenica si sfidano a coppie. Ovviamente, inquadrature birichine e telecamere negli spogliatoi. Al massimo qualche nudo siliconato, visto che le tipe a occhio e croce son le stesse che costellano i palinsesti delle minori italiane facendo reclame a servizi telefonici di vario genere.



La caratteristica narrativa che più colpisce è non tanto il tema (dopotutto non così diverso dagli altri programmi del genere più blasonati) quanto la scelta di giocarlo direttamente in chiave ironica, stile Mai dire Grande Fratello. Una coppia di Dj radiofonici un po' goliardi e un po' sbruffoni si preoccupa di saturare tutta la trasmissione, sulla falsariga della Gialappas. Con l'unica differenza che loro si fanno anche inquadrare, come tradizione da tempo dei telecronisti di calcio, probabilmente per aumentare la propria riconoscibilità e quindi il cachet da chiedere per le serate in discoteca.

E' uno spettacolo bello ed educativo, che ha anche vari sottotesti e una certa contiguità con il mondo dell'intrattenimento sessuale italiano notturno, oramai metabolizzato grazie a tutti i reportage seri o presunti tali, da RaiTre a Lucignolo. Imperdibile per chi si è stufato della terza serata di Italia7 Gold e non ha la parabola satellitare. Andrebbe discusso maggiormente nel mondo dei blog e non solo. Sono convinto che la fuori ci siano gruppi di ascolto che si ritrovano la sera per assistere con pizza e bibite varie allo show. Basta Maria de Filippi, isole e GF. Diamo spazio ai format autarchici...

3.1.05

Il mio computer è meglio del tuo

DEDICATO A QUELLI che con il computer ci vivono, ci lavorano, se lo portano dietro, gli vogliono bene, ci fanno proprio tutto, tranne che il caffé. Ecco, dedicato a loro...


Avete capito come funziona, no?


2.1.05

Sms per i ritardatari

ECCOCI: AVETE PERSO l'occasione di mandare un segnale di vita ai vostri amici più cari. Non avete spedito l'sms di mezzanotte e tre secondi. Non ci sono scuse, apparentemente. Ma forse non tutto è perduto. Qui di seguito, alcuni messaggi copyleft (potete spedirli senza pagarmi niente, tanto non lo fareste lo stesso, maledetti barboni). Ce la potete fare, non temete. Fidatevi del vostro Cyrano digitale... (Ehi, sono tutti di meno di 160 caratteri spazi inclusi, cotti e pronti per essere serviti caldi)

Felice e sereno 2005. Rientro adesso da vacanza alle Maldive. Tutto stupendo, tempo meraviglioso, esperienza impagabile. Non vedo l'ora di raccontarti. Ciao.

Non ci crederai mai: incontrati alieni fuori Brescia ristorante Zio Pesce. Incontro del terzo tipo. Forme di vita avanzatissime. Segreto militare, poi ti spiego

La Marisa mi ha nascosto il cellulare. Solita gelosia incontrollabile. Ma ti ho pensato stappando la boccia e irrorando i passanti. Felice 2005

Ero al cinema: tutto Godard a partire dal 30 mattina. Finito dieci minuti fa, esperienza mistica meravigliosa. Felice 2005

Lo sai come si fa a far stare dodici albanesi in una scatola da scarpe? Basta dirgli che galleggia. Buon anno e salutami Marisa

Ricordi la biondina degli aperitivi? Quella con le tette grosse e una inspiegabile passione per la vodka? L'ho incontrata e non sono più uscito di casa

Sul monte Athos con tre amici. Esperienza mistica. Rientrato adesso a Malpensa con Maldini e Spielberg. Poi ti racconto tutto martedi' sera

Auguri e un felice 2005 pieno di tutte quelle cose meravigliose che ai bambini nigeriani non capitano mai, come mi spiegava don Luigi della missione a Rapt

Finito il Malox. Da allora chiuso in casa con la televisione spenta. I vicini hanno messo il discorso di Ciampi a tutto volume. Tg a manetta. Non ce la posso fare...

ciao, auguri. senti, hai un treppiede per macchine fotografiche con zavorra? domani vado a roma e passo da palazzo chigi, magari serve

Ho incontrato Marisa. Dice di salutarti e farti tanti auguri per il 2005 e di non preoccuparti per i bambini, sono al sicuro in macchina davanti la discoteca

Rientro adesso dal cenone sul Garda. Ottima polenta e stupendo baccala'. Hai fatto male a non venire. Tanti auguri a tutti.

Ti sto aspettando, dove cacchio sei? Stiamo facendo tardi, porca paletta. Muoviti, che ho già pagato anche per te al Pastarito. Sono 90E

Hai mica visto Marisa? Dio mio, devo parlarle, è stato tutto uno sbaglio, non volevo, non avevo capito che c'era anche lei. Chiamala tu, ok?

Siamo stati ricoverati tutti. Il pesce era marcio. Lo spumante anche. E in televisione Bonolis non si e' visto. L'anno prossimo non mi fregano

Auguri di un laico inizio della seconda metà dell'anno celtico. Buon raccolto, felice mietitura e ricordatevi di abbracciarvi sotto la palla della dea Po'

Un lampo, poi rumore di metallo che sfrega. E' diventato tutto luminoso e si sentiva odore di mughetto. Pensavo fossero alieni, invece incredibile, poi ti dico

Caldi ricordi di momenti passati insieme: riflettere di piu' e non invidiare i giovani. L'inizio dell'anno e' convenzione e noi la rispettiamo ancora

Se il ricordo della festa ti e' lieto, lo sara' ancora di piu' pensare che ti invio adesso i miei migliori auguri per impedire che il ricordo svanisca

Piccoli bambini dalle grandi teste mi circondano, tutto bello, vogliono portarmi con loro. Io vado, intanto auguri per un felice 2005

1.1.05

Chi ben inizia, è a metà dell'opera...

ALCUNE BREVI CONSIDERAZIONI e bozzetti visti con la prospettiva di inizio dell'anno:

1) I nostri telegiornali (Tg1, Tg2, Tg5 e in certa misura anche Tg3 e gli altri) sembrano fatti con la fotocopiatrice. Nel caso della Rai, ancor più clamoroso è che si passino i servizi avanti e indietro senza neanche il buon gusto di riscriverne almeno una parte.

2) Alla faccia del Capodanno sobrio e di solidarietà. Chi non ha stappato la boccia, scagli la prima pietra... Grazie soprattutto per quella bella immagine del Capodanno di Sydney, così sobrio e in "minore" rispetto agli altri anni.

2,5) L'unica nota divertente (per chi ha la passione della lotta nel fango tra ragazze in bikini) è il suo equivalente tra le inviate della Rai. C'è una rigida gerarchia nel modo in cui Tg1 e Tg2 somministrano l'ordine delle nostre valenti colleghe, le corrispondenti da sbarco. Il Tg3, invece, si ostina a utilizzare solo le sue e non lascia cittadinanza alle altre... Presto arriveranno i dispetti in differita (nel mio servizio copro cose tue, nel tuo servizio copri cose mie) e alla fine anche alle mani.

3) Ieri sera alle 18.55 ero andato al supermercato a comprare una scatola di datteri con il nocciolo per una persona a cui voglio bene (e che ritiene che il dattero mangiato a mezzanotte con il nocciolo tenuto in tasca per tutto il successivo anno sia di buon auspicio economico). Supermercato chiuso (di solito arriva alle 20.30), cassiere in libera uscita che fumavano l'ultima sigaretta prima di andarsene a casa. Alla domanda (effettivamente tautologica): "Ma è già chiuso?" rispondeva la più simpatica del terzetto: "Ma insomma, cosa crede che facciamo, il Capodanno qua dentro? Guardi che a quest'ora è già tutto chiuso, e da un po'...". Di aperto c'era l'alimentari egiziano, che di datteri ne ha a vagonate e parecchio buoni. Oltre che bisogno e voglia di lavorare.

4) Nonostante tutto questo blog è stato visitato anche il 31-12 e a quanto pare anche l'1-1. Sorpreso, ringrazio e spero che abbiate trovato il Posto di vostro gradimento e sufficientemente in ordine.

5) L'offensiva della Mpaa (l'associazione dei produttori di film e telefilm americani) contro BitTorrent è stata potente e spietata. In meno di dieci giorni sono andati giù (e per "giù" intendo proprio sotto terra) la maggior parte dei grandi siti che ospitano i piccoli file con cui la gente mette a disposizione i contenuti. Siccome questi piccoli file xyz.torrent possono essere parcheggiati ovunque, e adesso la gente li cerca con Google, mi chiedo perché non vadano all'attacco anche di Google. Forse per via di una sentenza che negli anni Ottanta dichiarò che Xerox non era perseguibile se la gente utilizzava le sue fotocopiatrici per copiarsi i libri?

6) A proposito, lo sapevate che con Google si possono fare ricerche molto particolari? Se per esempio cercate l'ultima distribuzione di Linux Debian, che sapete essere di solito pubblicata in formato torrent per essere più agevolmente scaricata, basta che digitiate nell'apposita barra di ricerca di Google: debian filetype:torrent mettiamo che poi non cerchiate più la Debian ma qualcos'altro, sono sicuro che avrete capito come fare...

7) Ho perso un'occasione storica: volevo fare un post per chi non ha fantasia per scrivere i messaggi sms di auguri (a quanto pare, visti quelli arrivati a me, parecchia gente) e proporne una ventina in formato copyleft. Troppo tardi, mi è venuto in mente a mezzanotte meno cinque, quindi troppo lontano dal computer per rimediare. Perciò, a breve, è in arrivo una lista di messaggini per chi si è dimenticato di farli a mezzanotte e cerca di recuperare nei giorni successivi...

8) La mente delle persone è un mistero insondabile. Soprattutto la sua. Ma io, caparbiamente, non smetto di essere come sono, anche se niente è più.