21.12.04

Il vero sentiment per Firenze

L'ATTUALE SINDACO DI Firenze si chiama Leonardo Domenici: ex parlamentare diessino, è quello che ai telegiornali nazionali gli storpiano sempre il nome in "Dominici" e che quest'estate alle comunali è riuscito a finire al ballottaggio in una città con i tre quarti degli elettori che votano a sinistra. Adesso, dopo che ieri il Sole 24 Ore ha pubblicato il suo rapportino annuale sulla qualità della vita nelle città d'Italia, gongola perché Firenze è sempre tra le prime cinque e addirittura la prima per quanto riguarda l'idea di città in cui gli italiani vorrebbero vivere (24,3% del totale del Belpaese opterebbe per la città del giglio, per la precisione), davanti a Roma, Siena, Bologna, Perugia, Bolzano, Parma, Genova, Rimini e Trento, tanto per dire quali sono le altre nella top ten.

Firenze era la prima in assoluto l'anno scorso, ed è in caduta libera su tutti gli indicatori, tranne su uno: quello che conta meno per quanto riguarda l'amministrazione ma tocca la storia e il passato (variabili sulle quali un solo sindaco troppi danni non riesce a fare).

Ebbene, anziché fasciarsi la testa e dire che adesso bisogna rimboccarsi le maniche e salvare il salvabile prima che sia troppo tardi, il nostro gongolante sindaco ("nostro" perché io sono sempre residente qui a Firenze) dimostra di non aver letto non dico le tabelle (che sono piene di numeri e magari non le capisce), ma neanche gli articoli. Come quello di Cesare Peruzzi, la firma del Sole da Firenze, che non è che ci vada giù tanto delicato. O no?

In vetta / Le ragioni del successo

I problemi ci sono ma il mito resiste

I miti sono duri a morire. Non fa eccezione l’immagine di Firenze luogo del bello e del viver bene. Il sondaggio di IPr marketing per il Sole-24Ore su dove gli italiani vorrebbero risiedere ha infatti confermato un sentiment molto diffuso a livello internazionale. Qualche anno fa, un’indagine analoga realizzata negli Stati Uniti per individuare la località preferita dagli americani per un viaggio o un trasferimento di lavoro indicò al primo posto ancora una volta la città di Dante.

Da questo punto di vista, Firenze e più in generale la Toscana rappresentano un brand di formidabile forza e suggestione. I cui contenuti rispondono però solo in parte alle attese. Qui si sta effettivamente meglio che in molti altri luoghi d’Italia e del mondo, una realtà testimoniata dai piazzamenti di Firenze nella classifica del Sole-24Ore sulla qualità della vita, che quest’anno vede il capoluogo toscano al quinto posto nel Paese (era addirittura primo nel 2003), posizione analoga a quella occupata nella graduatoria Istat sulla ricchezza prodotta. Economia, cultura e servizi sociali sono gli indicatori di maggior successo.

Tasso di disoccupazione basso (intorno al 4%), alto livello di coesione civile, buona dotazione e offerta culturale: per molti versi Firenze può effettivamente apparire come un’isola felice, dove si concentra una quantità di beni artistici irripetibile, con una delle campagne più suggestive del mondo a pochi chilometri. Questo hanno consacrato pittori e poeti, letterati e registi. Questo ama (e cerca) il pubblico colto e meno colto. Ma non è tutto oro quello che luccica.

Se la gente scappa da Firenze (365 mila i residenti, in sensibile diminuzione) un motivo c’è. Traffico, smog, prezzi alti, degrado urbano: i mali delle grandi città ci sono tutti, e anche qualcuno delle piccole (come la ristrettezza del mercato del lavoro). Le case hanno valutazioni stratosferiche e trovare un parcheggio è un’impresa da inguaribili ottimisti. I manager stranieri si trasferiscono volentieri nel capoluogo toscano, salvo poi scoprire che l’unica scuola americana è sovraffollata e non può espandersi per motivi burocratici. E quando le aziende, magari multinazionali, provano a investire nell’area si scontrano con i tempi delle istituzioni. A un luogo normale basterebbe molto meno per vanificare qualsiasi azione di marketing territoriale. Ma il mito di Firenze resiste.
Cesare Peruzzi


Ps: il vero sentiment (cioè la categoria sociologica del sentire coniata dai geni del marketing che hanno lavorato alla ricerca del Sole 24 Ore) è in circolazione da non poco tempo. Roberto, qui nei commenti, lo afferma. Io aggiungo che lo ha anche scritto, a suo tempo, con meravigliosa gravità. Non me ne vogliano i non-fiorentini se proseguo su quest'argomento. Sono almeno otto secoli che nella mia città si fa guerra per piccole cose, a lungo e con passione...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma la Firenze Parcheggi è davvero di proprietà del sindaco?
Fa delle multe spaventose, chissà quanti soldi si mettono in tasca...