30.9.04

Virgin Nigeria

PARLAVAMO DI SIR RICHARD BRANSON? Bene, adesso ne abbiamo un motivo in piu'. Il ragazzo sta aprendo una compagnia aerea col suo brand basata in Nigeria...


Ahi ahi ahi, Trenitalia

A PARTIRE DAL PRIMO di ottobre (che sarebbe poi domani) chi prende il treno senza biglietto o col biglietto non convalidato prende anche la multa. 25 euro, peraltro. Quindi: finiti i bei tempi del biglietto a bordo (che poi bisogna fare lo stesso, dopo aver pagato penale). Mamma mia...

28.9.04

E andato anche lui...

UNO DEI PIU' bei blog in circolazione, Personalita'confusa, non ce l'ha fatta piu'. Ha ceduto. E lancia, in collaborazione con la rivista di tendenza Jump, la versione cartacea (definita unplugged) del suo blog.



Tradotto: ha fatto il libro! I migliori non sempre sono i primi. Ma prima o poi pare tocchi proprio a tutti...

27.9.04

Un patto col diavolo

QUEST'UOMO HA SIGLATO un accordo con il Signore delle Tenebre. Non c'e' altra spiegazione. Altrimenti come potrebbe essere cosi' bello, felice, di successo e smodatamente ricco?



Chi e'? Ma e' Sir Richard Bransons, signori, in arte Sir Richard "Virgin" Branson... la sua storia di imprenditore seriale e' qui...

Dubai, Dubai...

HO SCOPERTO CHE devo andare in Dubai, tra qualche giorno. E ho appena appreso, tra le altre cose, che pochissime ore fa proprio li', all'aeroporto del piu' sfizioso tra i sette regni degli Emirati Arabi Uniti, e' venuto giu' il terminal che stavano costruendo...


(questa e' una orrenda foto di repertorio della Cnn online. Da notare che quelli dell'aeroporto di Dubai, DBX, stanno facendo un'operazione di rinnovo da 4,2 miliardi di dollari, costruendo il terzo termina appena crollato e un terminal cargo. L'aeroporto e' quello che sta crescendo piu' velocemente nel mondo, al momento)

Convergenti? E allora convergiamo...

NELLA LOTTA QUASI eterna tra mezzi di comunicazione, nello scontro frontale tra tecnologie, insomma nel duello tra grandi gruppi industriali, sta emergendo un cavallo di troia che pochi hanno notato. Si tratta di un accessorio che sfrutta il Bluetooth (come le auricolari e certi telefonini per collegarsi al computer) ma ha una finalita' non consueta: farci sapere dove siamo.

L'accessorio, un ricevitore Gps (di segnali che provengono dai satelliti Gps e in prospettiva anche Galileo), e' cieco. Da solo, cioe', non serve a niente. Ma comunicavia bluetooth con qualunque cosa: computer fissi e portatili, palmari e telefonini. Basta che sull'apparecchio ci sia un software standard (esiste anche uno standard, in questo settore) ed ecco che possiamo sapere dove siamo e come fare ad andare dove vogliamo andare... mica poco!



Chi lo produce? Ma Nokia, ovviamente. Senno' che convergenza sarebbe...

qui i dettagli

Luca Cordero, i viaggi e i telefonini

PARTIAMO DALLA FINE: continuano ad arrivarmi messaggi pubblicitari (reclames, come si diceva un tempo) relativi a promozioni turistiche e di compagnie aeree. Siccome il mio telefonino ogni settimana va in roaming con qualche operatore straniero, causa viaggio di lavoro, ne devo dedurre che la Tim ha implementato un data-mining sui miei dati. Si sono accorti che viaggio e hanno deciso di personalizzare la pubblicita' che mi viene inviata. Fantascienza? Tecnicamente e' possibile, chissa' se e' vero o si tratta solo di una mia idea...

La Ferrari ha vinto. Barrichello primo. Sul podio, a sciacquarsi con lo spumantino c'era Montezemolo. Straordinario fenomeno, dal momento che dai tempi di Niki Lauda il prode non saliva sul palco. Considerando anche gli impegni Fiat-Confindustria, una gita fuori porta sino a Shangai non gli deve essere riuscita tanto facile (appuntamenti da spostare, riunioni da cancellare, lavoro da mettere in stand-by). Perche' lo ha fatto? Per tributare l'omaggio al doppio titolo mondiale in ritardo di qualche settimana?



Be', ci si puo' aspettare di tutto, pero' credo che il motivo fosse un altro. Montezemolo penso sia andato in Cina a lavorare. Da quelle parti, a vedere il GP c'erano anche il presidente/Ceo di Deutsche Bank, Deustche Telekom, Siemens e Lufthansa. Pezzi da novanta (e chissa' chi altro c'era). Ma non e' un caso. Quando girellavo per Pechino c'era chi mi diceva (il direttore della sede locale dell'Ice, l'istituto per il commercio con l'estero italiano) che i tedeschi la Cina se la stanno mangiando viva. Producono auto, aprono centri commerciali, piazzano aerei e servizi di trasporto, fanno affari con i telefonici, insomma: spopolano.

Da notare che la Cina viene indicata dalle nostre parti piu' come un rischio che non una opportunita' (storico Tremonti nell'indicare insieme all'Euro e alla guerra questa come causa dei nostri problemi economici). Pero' c'e' anche chi sostiene - pure dalle nostre parti - che e' li' che bisogna andare a fare il business. Non per produrre per l'Europa sottocosto, ma per vendere da quelle parti. Diventano ricchi, i cinesi, iniziano a viaggiare per turismo, si comprano telefonini, auto, case, arredamenti, vestiti... Forse una logica nel viaggio di Montezemolo c'era. Spero...

25.9.04

alitalia

INTANTO CHE SI tranquillizza (apparentemente) la questione piu' immediata per la compagnia di bandiera, cioe' riuscire a fornire le garanzie per l'impostazione del nuovo piano industriale (leggi: l'accordo con i sindacati sui tagli del personale) e quindi reperire il cash necessario a sopravvivere, in realta' altre cose maturano nella famiglia allargata che prende il nome di SkyTeam.

Si tratta del gruppo al quale partecipa Alitalia, l'alleanza per effettuare voli in code sharing (cioe' si vola con una compagnia del gruppo ma la tratta ha posti risservati anche per conto degli altri) e condivisione di miglia etc. etc. Fino a ieri Alitalia stava con Delta (partner americano, c'e' in tutte le alleanza), Korean Air (sfigati sud-est asiatico), AeroMexico (sfigati America del Sud), Csa (cioe' Czech Airlines, ovvero sfigati Europa dell'Est), AirFrance (quelli che tirano la baracca con Delta) e ovviamente Alitalia (sfigati di lusso Europa occidentale).



Adesso si sono aggiunti anche l'olandese Klm (Royal Duch Airlines, con un hub importante e che noi conosciamo bene perche' ha fatto tornare per un anno in nero i conti di Alitalia con la penale per l'accordo saltato (poi l'hanno fatto con AirFrance) e i due compagniucci di merenda che Klm si porta dietro: Continental Airlines e Nortwest Airlines. Saranno cavoli acidi per Delta e per noi, altro che ristrutturazione...



La mossa, diciamocelo, era obbligata. Altre alleanze stavano crescendo a velocita' pazzesca. Questa non e' guidata dai tedeschi (come Star Alliance), non e' sfigata e guidata dagli inglesi (come OneWorld), ma e' pur sempre guidata dai francesi. Gli americani? Primo problema: adesso si squarteranno, perche' dalle loro parti Delta e' grossa, ma anche Continental non scherza e spesso, spessissimo e' in concorrenza frontale. Che fanno? Armonizzano le linee?

Poi, c'e' la questione europea. Che facciamo? Volevamo l'alleanza con Klm per fare il giochino del doppio polo: Schiphol-Fiumicino (e/o Malpensa, a seconda del delirio politico del momento). Adesso? Chiediamo a Parigi di alleggerire Charles de Gaulle a favore de' noartri italiani e olandesi? Mmmhhhh... mo' so' cacchi, altro che nuovi piani industriali e Alitalia AZFly low-fares...

Qui si e' fatta la storia dell'informatica

Per un caso quest'estate si sono aperte le porte del Parc proprio quando ero in California. Solo per me, tra l'invidia dei colleghi europei che risiedono tra San Francisco e Los Angeles magari da anni. Ne ho fatto un pezzo, niente di speciale. Non ho messo la cosa che mi ha colpito di piu': una tastiera composta da dieci "buchi" nei quali inserire e muovere le dita. Perche' non e' un loro brevetto: si tratta di un semplice gadget da nerd di uno dei ragazzi che lavorano la'... L'articolo invece e' andato su Alfa del Sole 24 Ore qualche giorno fa in edizione "ridotta".

"Il nostro centro di ricerca e' unico al mondo - dice Mark Bernstein, direttore del Palo Alto Research Center - perche' noi non miriamo al trasferimento delle tecnologie, ma delle persone".

A Palo Alto, mezz'ora di macchina da San Francisco, poggiato su una collina circondata dal verde nel cuore della Silicon Valley, c'e' infatti il centro di ricerca voluto nel 1970 da Xerox e conosciuto dalla comunita' scientifica e tecnologica di tutto il mondo semplicemente per le sue iniziali: Parc. Sinonimo di parco tecnologico, dal 2002 è diventato una societa' autonoma per meglio incanalare verso il mercato il flusso delle innovazioni tecnologiche che genera.

La sua importanza e' capitale nella storia dell'informatica. Se state leggendo questo giornale (come qualunque altro quotidiano o libro), in buona misura lo dovete alle innovazioni che sono scaturite nella sua trentennale storia.

Proprio li', infatti, sono nate l'interfaccia grafica del computer (quella utilizzata poi dalla Apple di Steve Jobs e Microsoft di Bill Gates), i moderni elaboratori di testi, l'uso sistematico del mouse, le reti locali (fondamentali nella vita di qualunque ufficio), le stampanti laser e Interpress, il precursore dello standard PostScript per la stampa ad alta risoluzione.



Il Parc è stato dal 1970 la casa non solo per alcuni dei principali innovatori della tecnologia informatica ma anche industriale. Sempre dalle palazzine in cemento armato volute da Jack Goldman e George Pake (il primo direttore del centro), sono nati anche molte delle tecnologie degli schermi ai cristalli liquidi e dei compact disc.

"Ma la ricerca di oggi - dice Bernstein, che ha aperto le porte del centro in esclusiva per Alfa Il Sole 24 ORE - prosegue in nuovi settori. La nostra frontiera per l'informatica e' il computer pervasivo e ubiquo. Un tipo di computer microscopico che "scomparira'" all'interno dei nostri vestiti, negli oggetti comuni intorno a noi, nelle mura delle case e sotto l'asfalto delle strade. Un mondo nuovo, in cui le attuali interfacce non avranno più cittadinanza perche' hanno ormai raggiunto il massimo potenziale di comunicazione delle informazioni. Adesso il nostro obiettivo e' fare in modo che tutti possano avere una normale conversazione con i computer del futuro, come se fossero persone".

Tuttavia, per il Parc l'informatica non e' l'unico campo dove innovare. I gruppi di ricercatori sono quattro, ognuno coinvolto trasversalmente in piu' progetti che riguardano dalla biomedicina (macchine che diagnosticano un tumore analizzando una goccia di sangue) sino ai materiali amorfi e i sensori intelligenti. Rappresentano - al di la' dei progetti sui quali lavorano - un modello di organizzazione della ricerca che non ha corrispettivi. "Lo spirito del Parc oggi e' unico - dice con orgoglio Raj Apte, cresciuto nella Silicon Valley e a capo del gruppo che lavora per la creazione di display organici di grandi dimensioni - perche' gli altri grandi centri di ricerca che tra gli anni Cinquanta e Settanta hanno trasformato l'industria di questo paese adesso sono stati chiusi o si sono rivolti alla produzione industriale. Lo spirito non e' più lo stesso".

L'organizzazione dei 170 ricercatori interni e' basata proprio su questo: ciascuno e' libero di perseguire i progetti di ricerca che vuole, all'interno del quadro complessivo (molto ampio) della struttura e per tempi lunghi. I finanziamenti arrivano da una politica di alleanze a 360 gradi, dai competitor di Xerox sino al governo degli Usa, mentre i risultati vengono subito incanalati in spin-off, nuove societa' nelle quali i ricercatori possono scegliere di proseguire lo sviluppo delle tecnologie. "Da qui - dice Apte - sono usciti parecchi milionari. E anche qualche miliardario. In dollari, ovviamente".

"In realta' - dice Bernstein - e' fondamentale la struttura del lavoro. Tra me e i responsabili di ciascun progetto ci sono al massimo due livelli. Tre per i ricercatori "semplici". E poi noi non produciamo solo la tecnologia, ma tutto, dall'hardware sino ai manuali d'uso. Considerando che questo crea oltre a innovazione anche uomini che la dominano e sono in grado - se decidono di spostarsi nell'industria - di portare valore e competenza".

Secondo Richard Bruce, direttore del gruppo di Computer Science (il più antico del Parc, visto che le altre discipline cambiano rapidamente nome), la ricerca e' un processo che trasforma completamente l'ambiente: "Non so come sara' casa mia tra cinque anni, che cosa ci sara' dentro. Ma di una cosa sono sicuro: molta di quella roba sara' nata proprio qui".

Antonio Dini

note dal margine

ALLORA, INNANZITUTTO SEGNALIAMO che oltre allo Spam e allo Spim (lo spam attraverso la messaggeria istantanea), adesso e' arrivato anche lo "Spit", lo spam attraverso le linee telefoniche VoIP (voice over Ip, quelle tipo fastweb oppure i programmini tipo Skype). Un delirio. Per la cronaca, sono stati quelli di Qovia a coniare il nome e preparare il programmino (in vendita a modico prezzo) per difendersene.

Una considerazione di carattere esistenziale: ci si accorge che qualcosa e' cambiato seriamente nella nostra vita lavorativa quando il nostro tempo anziche' essere pieno di cose da fare e' completamente occupato dalle comunicazioni relative alle cose da fare. (Cioe', sono alcuni giorni che piu' che lavorare sto al telefono a parlare con gente su cosa, come e quando fare le cose).

Infine, una nota di colore per quelli tra di noi che amano Guerre Stellari (anche quelli tra loro che non conoscono Star Trek) e godono con poco: su Cnn c'e' una storia relativa al dietro le quinte della prima trilogia, con tutte le indiscrezioni di Mark Hamill, che all'epoca interpretava il giovane Luke Skywalker. A proposito del prendere sul serio quello che alla fine non e' altro che un Western riposizionato nel futuro, dice l'attore: "How can you be so serious on a film where you are dodging explosions and running away with Sir Alec Guinness on this side and an eight-foot monkey on this side, and the eight-foot monkey is the one flying the spaceship?"



23.9.04

Cose (d'architettura) brutte

A NEW YORK se c'e' un grattacielo che butterebbero volentieri giu' e' il vecchio Pan Am (ora MetLife, dato che la Pan Am e' fallita da un po'). Frutto della matita di Emery Roth e figli (in particolare Richard Roth), su commissione dei proprietari dell'area (New York Central Railways e New haven Railways), ha avuto la consulenza anche di Walter Gropius e Pietro Belluschi.



La parte tragica della storia e' l'ispirazione del lavoro: un progetto di Le Corbusier mai realizzato e il Pirellone di Milano (Grattacielo Pirelli), fatto nel 1959 da Gio Ponti e Pier Luigi Nervi. Una disgrazia... Si chiamava Grand Central City, poi nel 1960, dopo il primo passaggio di proprieta', e' diventato il Pan American Airways, e' stato completato nel 1963 e adesso si chiama MetLife Building. Ma tra un po' secondo me lo tirano giu', perche' "tappa" la vista su Park Avenue e l'Helmsley Building (New York Central Building).

Ispirato al Pirellone... Sigh!

Ps:
Altre immagini e un po' di storia qui. Per giungere alla conclusione che e' proprio brutto...



22.9.04

Data mining

SI CHIAMA DATA mining. Consiste nell'analisi dei dati contenuti in un database alla ricerca di correlazioni non implicite. Viene usato molto nel marketing. Per esempio, consente di profilare in modo ulteriore rispetto ai questionari che sono stati strutturai i clienti sottoposti a una indagine di mercato. Oppure capire, sulla base di una serie di dati, cose nuove su chi compra i prodotti di una azienda (e meglio posizionare i suddetti prodotti).

Ok. Chi se ne frega? Ecco, negli Stati Uniti usano questo sistema per capire se uno nella vita fa il terrorista e vuol prendere un aereo per dirottarlo e/o farlo esplodere. Il sistema si chiama CAPPS. Volevano lanciare il CAPPS II, ma pare non funzioni benel Quindi hanno studiato un CAPPS Lite, e hanno chiesto alle compagnie aeree americane di dare i dati sui passeggeri di luglio per poter testare il sistema.

La domanda e': sicuramente produrra' dei risultati. Il problema in questo settore sono i falsi positivi, cioe' se iniziano a saltare fuori presunti terroristi secondo il computer che poi sono in realta' dei personaggi qualunque che sono tutto tranne che terroristi. E si pone anche un'altra domanda di carattere logico: di terroristi in volo a luglio negli Usa non ne risultano (niente dirottamenti o altro). Quindi, a che serve il test? Se scopre terroristi, a quale conclusione dobbiamo giungere? Li vanno a cercare? Ci mettono le mani sopra e li menano fino a che non confessano di essere terroristi? Siamo sicuri che sia un beta test e non una analisi vera e propria?

Convergenza

A ME LA convergenza me l'avevano spiegata tutta in un altro modo. E io ero uno di quelli che si piccavano di averla capita. Ricapitoliamo: convergenza, cioe' tendere di mezzi differenti verso un unico tipo di supporto o linguaggio. Per esempio, il computer che diventa televisione e viceversa. Il telefonino che diventa computer palmare e viceversa. Ok, e' un'ottica prevalentemente tecnologica, ma io non sono abbastanza raffinato da poter fare discorsi piu' "alti".

Poi comincio a leggere queste storie dell'Internet a bordo degli aerei. Qui si dice che Boeing sta lavorando alla realizzazione di un sistema per la connessione Internet sull'aereo, usando il Wi-Fi e l'Ethernet (senza fili-con il filo) per connettere i portatili al serverino dell'aereo, a sua volta connesso via satellite a Internet. Ok, perfetto. Ancora la convergenza non c'entra niente e peraltro mi pare anche una cosa comoda.

Poi leggo che invece siamo a buon punto nel dare spazio ai telefoni cellulari sugli aerei. Non e' infatti vero che l'aereo rischi di cascare se si telefona (quando e' in volo, non nella fase di decollo o atterraggio, per carita'), e la gente vuole usare il suo cellulare. Allora mi viene in mente: visto che i costi per dotare gli aerei di apparecchiature sono roba non certo economica, ecco che si prospetta una scelta per gli operatori: mettiamo su la rete per i telefonini o per i computer? Perche' tutt'e due mi sembra un po' difficile. Dopotutto, il costo e' alto e i due mezzi possono fare cose parecchio simili. Convergenza, no? Son due strumenti per comunicare.

Ecco dunque quello che mi sorprende: mi immaginavo la convergenza come un processo, certo, ma un processo inclusivo. In cui cose differenti si avvicinano, si fondono. Non un processo esclusivo, in cui prevale quello che riesce a fare anche qualcosa di quell'altro. Questa secondo me non e' convergenza, e' selezione naturale evolutiva.

17.9.04

La via delle alternative

UNA DELLE COSE che mi piacciono dell'usare il Mac e' che ci sono sempre delle alternative. Prendiamo l'attivita' della scrittura. Credo che, a parte lunge email fatte con programmi vari (tendenzialmente Eudora e Outlook per Pc) quel 95 per cento di gente che si ostina ad usare Windows scriva con Word (puo' essere una brutta esperienza) o la sua versione ridotta servita in bundle da certi assemblatori.

Certo, Word c'e' anche per Mac (insieme a tutta la banda dei vari Excel e PowerPoint) pero' io per scrivere ho bisogno di altro. Uso TextEdit, che va piu' che bene per gli articoli, oppure il vecchio Okito Composer (una meraviglia). Vi segnalo che esiste anche un programma piccolo ma completo: Nisus Writer Express. E poi una pletora di altri da usare per mille scopi diversi (gestire un progetto, lavorare in modo collaborativo, preparare codice per software).

Insomma, il bello del Mac e' che e' vario.



E qualcuno, nonostante tutto vola ancora

INCREDIBILE VERO? RISCHIA oltretutto di smentire quella strana credenza per cui qualunque marchio che compariva nelle scene di Blade Runner (il film del 1982 di Ridley Scott) fosse destinato a prematuro fallimento... Questi volano ancora, invece, da qualche parte la' fuori...


Il tempo passa per tutti. Praticamente vola...

ANCHE PER LA prima aerolinea virtuale. Si chiama SunAir Express, ed e' nata dodici anni fa, nel 1992. All'epoca, Flight Simulator (il programma nato nel 1979 su Apple II e poi acquistato da Microsoft e portato a partire dalla versione 4.0 solo su piattaforma Windows) era ancora agli esordi. Eppure, la passione per il volo virtuale gia' coinvolgeva non pochi appassionati. Bastava avere la rete.



Funziona in questo modo: ci si iscrive e si comincia la propria carriera da pilota. In questo modo, associati a un hub, si possono percorre le rotte assegnate con gli orari canonici. Piu' sono i voli portati a termine nei modi stabiliti, piu' si cresce nel proprio percorso professionale, aumentando il proprio ruolo e le responsabilita'. Cioe', aerei piu' grandi e belli.

Dopotutto, il lavoro e' questo: far funzionare la compagnia aerea, no?

Io, comunque, il vecchio MS Flight Simulator per Mac vintage ce l'ho: proprio quello di Bruce Artwick (SubLogic, poi BAO). Lo uso con l'emulazione di Mac Os 9 e funziona proprio bene. E lancio un appello a tutti i possessori di eventuali scenari aggiuntivi di quel miracolo della grafica vettoriale: mettiamoci in contatto, mandate materiale, scambiamo!



(comunicato per gli utenti esteri)

Right now I run Ms Flight Simulator 4 for Macintosh. It is an old, vintage software. It plays fine under Classic emulation environment. Is there anybody out there with some add on for this little beauty? Please, let me know. My email address is up in this page, under the "contact" sign.

16.9.04

Festa di RCM

OK, oggi c'e' la conferenza stampa di lancio della festa. Alle 16 (GMT+1) e qualche minuto potrete seguire l'evento in videoconferenza. Partendo da questa pagina.



Sperem....

...e domenica c'e' la festa...

15.9.04

Altro che aereo!

Una volta si che sapevano viaggiare...



Son tornato...

Lo ammetto, e' stata dura questa volta. Siamo atterrati col 767-300ER a Malpensa in mezzo alla nebbia. Dopo una decina di ore schiacciato in economy. Con un pasto... un pasto....


Insalata mista dell'orto con vinaigrette al balsamico

Pietanze: Si prega di scegliere uno dei piatti seguenti

Manzo
Accompagnato da demi-glace alle cipolle, servito con patate e carote arrostite

Petto di Pollo
Condito con una glassa di cedro e coriandolo, servito con riso spagnolo e salsa di fagioli neri e mais

Pane e burro

Formaggio e cracker

Dessert: coppa cremosa

Il buongiorno, invece, cioe' la colazione mentre si sorvola la Francia piombando verso la brianza...

Succo d'arancia Minute Maid
Frutta fresca, barretta ai cereali, conetto caldo con burro e confetture.

Gli alcolici si pagano
Volete una opinione da chi c'era? Ributtante. Non trovo altre parole... Poi si chiedono perche' uno prende le low cost anziche' pagare 980 euro (biglietto scontato perche' c'era il fine settimana nel mezzo)...

14.9.04

Cose che costano poco

CI SONO COMPAGNIE aeree, come Alitalia, che stanno attraversando un momento di crisi potenzialmente mortale. Altre, invece, che prosperano pur offrendo prezzi ridicoli. Ci credereste, infatti, che sia possibile comprare un'automobile nuova - mettiamo una Fiat Panda - per cento euro? Ecco, le low cost lo fanno. Come ci riescono? Una buona domanda. Prima di rispondere, pero', osserverei un paio di cose.

Nel 2003 in Canada la compagnia di bandiera, Air Canada, e' stata portata alla bancarotta (e affondata) dalle due concorrenti Westjet e Canjet. Un esempio del "male" che le low cost possono fare alle compagnie con un modello tradizionale. Ma non sempre va cosi', dal momento che sempre l'anno scorso la low cost finlandese Flying Finn e' stata "affondata" da una serie di ribassi dell'operatore tradizionale Finnair.

Non tutte le low cost sono tali. Ci sono anche le low fares, cioe' compagnie piu' "tradizionali" (nuove o vecchie, come ad esempio Finnair) che vendono biglietti a prezzi ribassati. Meridiana in Italia e' un esempio di low fares. La vera low cost, invece, e' dura e pura. Nasce la bellezza di trentadue anni fa sprizzando amore da tutti i pori (letteralmente), dato che si tratta di Southwest Airlines, texana, idea di un imprenditore di origini irlandesi. Dopo di lei, e' arrivata l'irlandese Ryanair e poi easyJet (britannica ma creata da un armatore greco). Infine, il mercato low cost adesso si sta aprendo in Medio Oriente dopo l'Australia e le zone piu' "periferiche" del mondo.

Quali sono le caratteristiche? Secondo Wikipedia, sono le seguenti:

Classe unica di passeggeri

Un unico tipo di aerei per ridurre i costi (all'opposto, badate bene, della nostra Alitalia). Di solito e' un Boeing 737.

Uno schema semplice di gestione dei biglietti: i primi costano meno, man mano che si riempie l'aereo il prezzo aumenta. In questo modo la gestione e' semplificata e i guadagni sono aumentati.

Posti a bordo non numerati, per incoraggiare la gente a imbarcarsi prima e scegliere i posti migliori

Voli diretti da punto a punto (a differenza del modello delle grandi compagnie aeree basato su "hub and spokes")

Destinazioni in aeroporti secondari, piu' economici e meno congestionati

Tempi minimi di turnaround, permettendo il massimo di efficienza nell'utilizzo degli aerei. Ryanair, per esempio, ha bisogno di 25 minuti da quando l'aereo approccia il parcheggio per svuotarlo, ricaricarlo e farlo ripartire.

Niente servizi gratuiti sugli aerei: si paga il cibo e da bere


Questa e' una low cost, con l'aggiunta che:

- Il personale e' ridotto all'osso

- La prenotazione dei voli avviene senza intermediazioni (agenti di viaggio) per limitare le commissioni al massimo

- Non vengono mai rimborsati i biglietti (dei quali la parte maggiore sono le tasse aeroportuali, quindi in caso di volo annullato creano un extra-guadagno consistente)

- Non esistono programmi di frequent flying (cioe', non e' vero perche' Southwest ce l'ha e pure buono. Gli altri di solito no, pero')

12.9.04

Leggendo...

PS: IN QUESTO momento il libro che ho in mano per il viaggio e' scritto da Siobhan Creaton e si intitola "Ryanair". Sottotitolo: How a small irish airline conquered europe". Insomma, si parla del tizio qui sotto...


Just crossed the big pond

ECCOMI, ADESSO SONO ad Atlanta. Reduce da un viaggio abbastanza faticosetto: dieci ore accartocciato in classe economica su di un 767-300 allestito per Delta (probabilmente l'altro uso possibile sarebbe il trasporto animali in Australia). Il pesonale e' *simpaticissimo*, sono gli aerei che fanno schifo. Non mi credete? Vi spiego come funziona, allora.

Noialtri deportati delle classi economiche abbiamo diritto a due pasti. se vogliamo chiamarli cosi'. Dopo un bicchiere di bibita fresca e una confezione di noccioline che potrebbe far deprimere un asceta in ritiro. Il pranzo principale e' servito su di in vassoio un po' piu' piccolo di un normale piatto da tavola. Sopra, tuttavia, trova posto un numero impressionante di cose:

Insalata di stagione con fette di cetriolo e julienne di carote e condimento tipo ranch. (Questo a dire il vero non occupa molto spazio: praticamente pochi millimetri cubi).

Posate di plastica, salvietta, sacchetto monodose di sale e pepe, barattolino tondo di acqua (barattolino? ebbene si...) numero una bustina di condimento tipo ranch di cui sopra.

A scelta (cioe' sul vassoio ce n'e' uno dei due, nel mio caso il primo)

Pollo rosolato in padella: petto di pollo in salsa d'arancia allo zenzero, servito su riso con cinque spezie ed un misto di verdure fritte a fuoco vivo

oppure

Pasta: penne condite con salsa cremosa di pomodoro e peperoni rossi, piselli, cipolle saltate con spinaci e parmigiano.

Non oso pensare le penne, perche' faceva gia' abbastanza senso il pollo. Tre agghiacciate palline semicrude del fu volatile, sepolte tra riso scotto e strane (e fragranti) verdurine, si e' trattata di una esperienza abbastanza stomachevole.

Panino tondo di minime dimensioni, ben sigillato nella sua bistina di plastica trasparente monouso-monodose, rigonfia a causa della differenza di pressione tra il posto dove l'hanno imbustato (Angola? Brasile meridionale?) e l'attuale quota dell'aereo.

Minidose di burro, "cremoso" dicono, per accentuarne il sapore.

Cracker tondi, nel numero di due, anche loro nella loro bustina monodose e monouso di plastica trasparente rigonfia etc. etc.

Formaggio Edam: dose da topo-nano. Circa 1,5 grammi. Giallo. Avvolto nella plastica. Si scarta, si spacca in due il curioso e odoroso bastoncino di Formaggio Edam e lo si sovrimpone ai due cracker. Prima uno poi l'altro. Nutriente come i pasti di Tom Hanks in Terminal, solo che noi siamo sospesi dieci chilometri sopra l'Atlantico.

Il dessert e' costituito dalla temibile Torta della Selva Nera. Giuro, non e' una battuta scopiazzata da Fantozzi ("tenghi, fantocci, la Torta della Selva Nera". "NOOO" ulrlo il meschino, "la terribile Torta della Selva Nera no!". Capace di rubare la ragione anche al piu' resistente degli impiegati, si racconta che alla Torta della Selva Nera venissero sacrificati da alcuni dipendenti del ramo contabile giovani fanciulle in fiore durante le notti di plenilunio"). La Torta della Selva Nera e' vera. E lotta insieme a noi. Anche adesso, da qualche parte lassu', nei cieli dell'Atlantico

Comunque, non temete: ne danno talmente poca che se anche e' velenosa non ce la fa ad ammazzarvi.

Si puo' chiedere una bibita analcolica durante il pasto. L'alcolico invece si paga.

Seguono circa sette ore di noia mortale, scomodita', desiderio di sacrificare alla Torta della Selva Nera il tizio seduto davanti che vuole a tutti i costi viaggiare con il sedile totalmente reclinato sulle mie ginocchia, quattro film proiettati come all'oratorio (fuori fuoco e su un muro parecchio lontano) piu' uno messo a girare in loop su di uno schermo laterale. Infine arriva il momento dello "snack" a cui hanno pensato i geni del marketing di Delta per consentirci di scendere dall'aereo belli tonici e rincuorati:

Pizza calda e biscotto. ("Hot Pizza and Coockie", recita il retro del menu, quello in inglese.)

Bene, il biscotto e' effettivamente un burrosetto biscotto friabile. Uno come tanti. Una specie di mini-frolla. Poco male. Si fa mangiare. Basta tirarlo giu' con un po' d'acqua. La pizza, invece, e' una roba rettangolare messa dentro una scatoletta di cartoncino rosso. Molle. Piena di condimento (gli immancabili peperoni, strani strati di formaggi filanti e altre cose non meglio identificabili) e assolutamente cruda nei suoi recessi piu' intimi.

Che si fa? Beh, si mangia anche questa. Si mangia tutto, diceva sempre mia nonna. Che pero' non aveva mai preso l'aereo, a quanto mi risulti. Almeno, non con Delta.

10.9.04

Io adesso vado un attimino ad Atlanta

MA TORNO VELOCEMENTE, non vi preoccupate. Parto domattina, verso le 11 col volo Delta (un 767 credo) che da Milano arriva nell'hub della compagnia georgiana. Ma poi torno martedi', cioe' mercoledi' mattina, volando la notte.

Verifico a che punto e' lo stato della sicurezza informatica e torno, insomma. Questa la missione.

Roba buona

QUI DANNO GRATIS tante belle iconcine per il Mac. Le solite cose giapponesi (che pero' a me piacciono un sacco)



oppure i nuovi iMac di terza generazione con i fratelli maggiori e varie amenita'.



Da visitare...

Copycat

QUESTI QUI, SECONDO me gia' copiano in abbondanza (almeno citando la fonte, pero'). Adesso, temo si mettano anche a fare i fotomontaggi. Ci tengo a precisare che io non porto l'orecchino...



Sei a Milano e non hai niente da fare?

DOMENICA 20 SETTEMBRE la Rete Civica di Milano compie dieci anni e li festeggia con una giornata alla Societa' Umanitaria in via Daverio n.7, Milano.

Ma non e' finita, perche' giovedi' 16 ci si incontra con la stampa per soffiare tra il reale e il virtuale sulle candeline di RCM. Il tutto si svolge alle 16 nell'Aula Alfa del Dipartimento di Informatica e Comunicazione dell'Universita' degli Studi di Milano, in via Comelico n.39, Milano



Intervenire numerosi - meglio se gia' mangiati...

9.9.04

Ah, quasi dimenticavo l'altra galassia, quella far, far away...

SI, STA PER uscire in Dvd anche la prima trilogia di Guerre Stellari. Cioe', la seconda, insomma, gli episodi IV, V e VI, vale a dire Guerre Stellari, l'Impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi. Direi che nelle prossime settimane ce n'e' per tutti, in videoteca...



Le notizie qui sono due. La prima e' che George Lucas oltre a restaurare i master dei film ha fatto anche qualche piccolo cambiamento qua e la'. Poca roba, rispetto all'editing del 1997 (edizione in Vhs), ma pur sempre presente. L'altra, e' che a quanto pare - a prescindere da quanto vanno scrivendo in giro in molti - la terza trilogia non ci sara' mai...

Infine, una considerazione. Rivedendo i cinque film (tra poco diventeranno sei, dopo l'uscita di Guerre Stellari III, che conclude la saga) ad alcuni e' venuto in mente che il vero personaggio centrale di quest'opera non sia Luke Skywalker, ma suo padre Anakin alias Darth Vader (quello tutto vestito di nero con l'asma bronchiale intubata, per intenderci). Mi pareva importante precisarlo.



Ah, tra i tanti altri del franchisee segnalo che c'e' anche il gioco Lego Star Wars per Xbox...

Quel che resta di Star Trek

E' ARRIVATA LA prima serie originale in Dvd. La comprero', gia' lo so che non riusciro' a resistere. Pero', pensando a quanti anni son passati dalla prima uscita (era il 1966, tra due fanno quaranta!) dispiace vedere quel che resta di Star Trek, oltretutto a rischio di chiusura visto che l'ultima serie in onda negli Usa (in Italia su La7 quando i doppiatori si degnano) rischia l'inabissamento...



Da sinistra verso destra, il cast di ST:TOS (Star Trek: The Original Serie, come dicono gli appassionati), Grace Lee Whitney, Majel Barrett, Walter Koenig, James Doohan, George Takei, Nichelle Nichols e l'astronauta Neil Armstrong... manca il dottor McCoy (perche' non c'e' piu', purtroppo), William Shatner alias James T. Kirk (perche' un po' stronzetto, pare) e Leonard Nimoy alias Spock (ibidem)

AZ chi?

AGGIUNGO, PER QUELLI che amano la compeltezza, che il rientro e' stato curato sempre da Alitalia, ma questa volta con un Airbus 319. Il cui comandante, evidentemente in ritardo per qualche appuntamento imprescindibile in quel di Milano, ha deciso di venire giu' alla maniera dura. Cioe' anziché levare manetta e planare dolcemente col nasino all'insu', ha buttato la pria verso terra e si e' fatto qualche gradino, anzi una bella rampa tutta d'un balzo.

Per chi, come il sottoscritto, e' di salute cagionevole, viaggia spesso e sopratutto su aerei mal pressurizzati (in spazi angusti, oltretutto) la cosa non e' stata bella. Praticamente, se avevo ancora qualche seno nasale intatto, me l'ha calcificato per sempre lui. Bel manico, intendiamoci, ma forse per andare a lavorare in qualche ConAir dei tempi moderni.

Ecco, sulla parentesi londinese direi che si e' detto abbastanza. Ricordo ai gentili lettori che sabato prossimo la tourne' riprende con la tappa oltreoceano. Atlanta, in Georgia. Per i nozionisti, segnalo anche che sabato viene di undici e questo mese e' settembre. Chi organizza il viaggio mi ha detto: "stranamente viaggerete con l'aereo semivuoto". Chissa' come mai... valla a capire la gente. Speriamo che Alitalia non fallisca del tutto nel frattempo. Anche perche' a me il piano di Cimoli non convince... Ma ne parleremo un'altra volta.

A cena col Monarca

ECCO, VIA, ADESSO magari un po' sto esagerando. Niente monarchi alla mia tavola nell'ala dei Commons alla House of Parliament. Quantunque, in passato qualche notabile si deve essere pur visto. Tuttavia, l'obiettivo del presente post era per dire cosa si mangia nelle sale della democrazia piu' vecchia del mondo.

Come antipastino, entree dicono le persone di livello, c'era Melted Button Onion and Goats Cheese Tartles with Balsamic Dressing. Una cosetta leggerina tanto per gradire. Peraltro, il caprino con le cipolle si sposa abbastanza bene, anche se all'occhio la vista un po' ripugna. Ma non siamo lombrosiani e si prosegua...

Di primo piatto, ci han rifilato Pan-fried Fillet of Sea Bass with Saffron Fish Cream Sauce Crisp Anna Potato Cacke and Snow Peas. Il tortino di pure' non era male. Il pesciolino anche, seppur la crosta un po' deludesse (poco sale e doratura un po' leggera). Peccato la salsina, che pareva crema pasticcera carica d'uova.

A chiudere (nella buona societa' non ci si ingozza come in trattoria, un primo e via di dolcetto) Classic Sherry Trifle e Coffee and Petit Fours come piovesse.

Il tutto annaffiato a scelta (del cameriere che sceglieva chi e dove innaffiare, dell'innaffiato che sceglieva se rosso o bianco) uno stagionato Chateau La Croix de Grezard, Lussac St-Emilion del 1996 oppure un piu' giovanile Macon Lugny, Louis Latour del 2001.

Che dire? Son pronto per andare ad insidiare il gastronomo de l'espresso?

Ps: the Lord McNally e' un sacco simpatico, soprattutto dopo che ha bevuto il cicchetto e la lingua gli si srotola felice sino alla cintola...

8.9.04

Ricomincia la scuola

QUI DA NOI, in Lombardia, oggi ricominciano le scuole. Moratti, Moratti, Moratti.

A seguire, anche nel resto d'Italia. Moratti Moratti Moratti.

Ma se in molto si lamentano per motivi diversi, c'e' chi invece anche negli Usa ha avuto qualcosa da dire. (no Moratti, no Moratti, no Moratti)



Cosi' viene presentato da SlashDot:

"John Taylor Gatto is a former New York City school teacher. During his 30-year career, he has taught at 5 different public schools, has had his teaching license suspended twice for insubordination, and was once covertly terminated while on medical leave. He has also won the New York City Teacher of the Year award three times and the New York State Teacher of the Year award once during the final year of his career. The whole time he has been an outspoken critic of the school system.

Nine years after leaving his career, he published The Underground History of American Education, in which he puts forth his insider's vision of what is wrong with American schooling. His verdict is not what you'd expect: the school system cannot be fixed, Gatto asserts, because it has been designed not to educate. Skeptical? So was I.

The true purpose of schooling, according to Gatto, is to produce an easily manageable workforce to serve employers in a mass-production economy. Actual education is a secondary and even counterproductive result since educated people tend to be more difficult to control..."

(continua su SlashDot)

7.9.04

Santalmassi

OGGI HO SCOPERTO, grazie a Wittgenstein che Giancarlo Santalmassi ha aperto il suo blog. Grande! E' da tempo uno dei giornalisti che amo di piu'. E che sento e leggo meno in assoluto. Adesso ho l'opportunita' di rifarmi.



Ps: Giancarlo, se navighi da queste parti mandami un saluto. Ero agli Stati generali a Firenze, allettato con la febbre che cercavo di trovarti la registrazione di non ricordo piu' quale conferenza... una vita fa, praticamente.

Pps: se hai altro da fare, non ti preoccupare. Capisco, Sempre impegnato, sempre a lavorare. Anche io adesso viaggiucchio abbastanza, ma con attenzione. Comunque, l'influenza mi tempesta come sempre. Saluta tutti.


La gustosa cenetta

IERI SERA, DUNQUE, cenetta al parlamento britannico. House of Commons, dato che per quella dei Lord ci vuole qualcosa piu' di una benedizione papale. La prima impressione, devo registrare a onor del vero, e' stata straordinariamente spiazzante. Arrivando con il pullman nell'aerea "reale" e di governo di Londra, tra Downing Street e il Big Ben, la sensazione di deja-vu e' stata forte, fortissima. Merito dei film e dei romanzi, direte voi? No, merito di Metropolis, un gioco di guida per Dreamcast ambientato in varie citta' tra le quali proprio Londra. Era come esserci gia' stati!

Poi, pausa per riprendere fiato, controllo di sicurezza e via alla lunga camminata tra i corridoi del palazzo felicemente gotico. Un tripudio di stucchi, legni e moquettes. Arrivati in sala aperitivo, pausa come cavalli in attesa di raccogliere tre camionate di giornalisti e proiettarli ai tavoli, religiosamente assegnati. Il mio era il tredici, ovviamente. In compagnia di due slovacchi, quattro spagnoli e la collega italiana. Abbiamo come sempre parlato ciascuno solo con i propri connazionali. Nessuna interferenza degli uomini del marketing o i rappresentanti dell'azienda, per fortuna. Sai mai che ti volessero far lavorare anche la sera.

Con l'eccezione del pistolotto iniziale e finale del nostro ospite (li' se non sei invitato da un membro o un ex-membro, come in questo caso, non si entra), Lord M* che pareva un po' alticcio. E forse lo era sul serio. C'e' stato anche il minuto di commozione e "simpaty" per i colleghi russi, nel giorno triste della loro recente storia.

Ancora, il mangiare sulla carta strabiliante (con tanto di menu in carta bianca griffato "House of Commons", e il mio segnaposto me lo porto a casa) era inficiato dalle consuete salse e salsine che gli abitanti del nord solgono usare a mo' di innaffiatoio. Peccato, perche' il branzino in crosta prometteva bene.

Sul caffe' sorvoliamo, concentrandoci invece sul rientro. Rapido e sicuro, grazie alla solita flotta di camion, pardon pullman. Una Londra incantata sotto un cielo straordinariamente pulito bla bla bla. Alle undici ero a letto e stamattina alle sette in piedi, tonico come sempre. Meglio cosi'

6.9.04

Londra, Londra

ATTRAVERSATA LA MANICA su un vetusto MD 80 di Alitalia e lasciati 19 pound tra le grinfie del tassista londinese, sono nella citta' della regina. Per adesso posizionato al centro stampa della Fiera Excel, per assistere al Forum di Oracle, azienda che ci ha regalato Larry Ellison (penso possa bastare come indicazione).

Stasera cena di gala. Si va alla House of Commons, cioe' la locale camera dei deputati, per gustare qualche timballo di verdure, pesce e carne avvolti in panna acida e salsa rosa. E' gradita la cravatta, cosa che deve aver provocato un brivido tra i giornalisti che seguono d'abitudine la tecnologia. Si narra che qualcuno sia corso a farsela prestare dal vicino di casa impiegato di banca...

I dettagli sull'esclusiva serata domani.

5.9.04

Problemi di trasporto

DUNQUE, FACCIAMO QUALCHE calcolo. Una volta, per portarsi dietro 10 mila canzoni (un quantitativo analogo a quello contenuto nella discoteca di un giovine decisamente appassionato di musica) occorreva un mezzo di trasporto abbastanza robusto, direi un trattore.



Infatti, se si fosse trattato di portarsi dietro il tutto nella forma di dischi in vinile, il peso si sarebbe aggirato sui 254 chilogrammi. Con le cassette, invece, si sarebbe parlato di 12 chili. Con i compact disc e' un po' peggio: circa 39 chili.



Un iPod da 40 Giga pesa invece 174 grammi...



4.9.04

Un rombo di tuono

NON MI RICORDO quale fosse il suo titolo canonico datogli dai traduttori. Ma il racconto originale di Ray Bradbury, A Sound of Thunder e' stato, insieme a "Sentinella", uno dei piu' belli che abbia mai letto. Era Urania, se non ricordo male, oppure nell'Ora di Fantascienza, l'antologia curata da Fruttero e Lucentini per Einaudi.

Se volete rileggere la storia di Bradbury la potete pescare qui, e prepararvi a scoprire che tra un mesetto uscira' negli Usa il film che ne hanno tratto. Tagliando via la parte politica e a quanto pare facendolo un po' "a la Jurassic Park". Con la teoria del caos e quel battito d'ali di una farfalla che provoca un uragano agli antipodi (o peggio).

Grazie a SlashDot.

3.9.04

La Guinness e l'iPod

ADESSO PARE CHE gli irlandesi bevano meno Guinness per colpa dell'iPod. Perche', si spiega, i giovani preferiscono comprare i gadget digitali anziche' andare a ubriacarsi nei pub.

La maggior concentrazione di pub irlandesi, nella mia esperienza, e' compresa tra Milano e Roma, con rilevanti punte a Venezia, Firenze e anche Bologna.

Spiegatemi infine perche' i giornali italiani (io a questo punto ci ho rinunciato) quando devono scrivere "iPod", scrivono qualunque cosa tranne quella con la grafia giusta: IPod, I-Pod, Ipod. E perche' le foto dell'oggetto, quando vengono pubblicate, sono sempre a display spento o in inglese. Eppure, mi risulta che la totalita' delle riviste che trattano questo tipo di temi e i principali quotidiani italiani abbiano ricevuto "in prova" l'oggetto del desiderio. Magari acquistandolo anche con forti sconti...

Aggiungo due cose: sui mezzi pubblici si vedono ormai legioni di persone divise in tre categorie. Quelli con le cuffiette bianche dell'iPod, quelli con le cuffiette nere e lo sfigato lettore cd da 29 euro e una tonnellata di cd masterizzati in borsa, quelli con le cuffiette argentate del telefonino che ci ascoltano la radio. A me, soprattutto quest'ultima categoria mi inquieta un po'.

Infine, ci sono quelli che dicono "ipod", come si scrive, e quelli che dicono "aipod", come gli americani. Ci sono quelli che chiamano la Apple "la mac", per vai dell'omonimo computer, e quelli che si sforzano di sembrare fighi (come me) pronunciando "appol" e non "eppol", come fanno gli americani. Non credo che ci sara' mai perdono o paradiso per nessuno di noi...

Consoliamoci cosi'

DA ANALISI DEL Dna di una mummia egiziana condotta da una equipe torinese si apprende una novita' sconvolgente: anche gli abitanti dei Due Regni soffrivano di arteriosclerosi. Lo annunciano durante un non meglio identificato IV congresso mondiale "Mumms Studies" in corso oggi e domani nel capoluogo piemontese.

2.9.04

Is There Anybody Out There?

PARE PROPRIO di si. Tant'e' vero che dopo nove anni (ma a me parevano un filo meno) grazie a questo blog ci si ritrova. Tra compagni di classe persi per il mare del tempo. Come in un film. O almeno un telefilm. Facciamo un cartone animato, vai!

Il compagnuccio ha anche messo su un sito sportivo. E che sport...


La poesia di Parigi

SONO APPENA ARRIVATO a Milano. Sconsiglio vivamente il Terminal 2 di Malpensa dopo le otto di sera. Tornare a Milano diventa una lotta con il coltello. (Fondamentalmente perche' lo shuttle arriva bello pieno dal Terminal 1, e rimangono in media sei posti con una trentina di persone che non sono in fila. Uno spasso...

A Parigi ho chiacchierato mezz'ora con Phil Schiller, vp di Apple. E' simpatico e anche divertente. Direi che mi piace. Ma adesso scusate, e' quasi l'una, sono stanco morto e su Canale 5 c'e' il governatore della California con una borsata di armi che sta sistemando i cattivi. Son bei momenti...