22.7.04

Io questo l'ho intervistato...

OGGI SU ZDNet c'e' una intervista al Ceo di Symantec, John W. Thompson

Io lui l'ho intervistato qualche settimana fa. Eccone il resoconto:

"Ogni giorno scopriamo sette nuove debolezze di Windows e compaiono cento nuovi software: quella della sicurezza e' una vera e propria guerra". Per John Walter Thompson, presidente e amministratore delegato di Symantec, il lavoro e' una corsa continua contro il tempo. L'azienda che vende più del 50% dei sotware antivirus installati dai consumatori si occupa di sicurezza a tutto campo in un ambiente - quello informatico - che sta diventando sempre piu' insicuro.

In quali settori siete presenti con le vostre soluzioni?

Sia nel mercato consumer che in quello professionale, lavorando sempre di più con i fornitori di servizi di rete, perche' adesso la sfida si e' spostata molto su quel lato delle infrastrutture più che sui semplici personal computer. Abbiamo software contro i virus, per il controllo delle intrusioni, centrali per il monitoraggio in tempo reale della sicurezza dei nostri clienti, centri di ricerca per identificare e preparare in tempi brevissimi le reazioni a ogni nuovo tipo di minaccia.

I dati degli ultimi tempi mostrano una crescita inarrestabile del fenomeno virus e worms. L'omogeneita' dei sistemi operativi scelti dai consumatori aiuta questa diffusione?

Si, perche' più del 95% dei sistemi sono basati su Windows. Ma questo non vuol dire che e' il meno sicuro. Vuol dire solo che e' il più grande attore presente sul mercato e che tutti gli autori di virus e hacker in cerca di debolezze da violare cercano di colpirlo. Chi sostiene che sarebbe necessario un ambiente più eterogeneo ha un approccio sostanzialmente semplicistico.

Quali sono le nuove frontiere della sicurezza? Da dove giungeranno i nuovi attacchi?

Il settore nel quale ci aspettiamo che vi sia una escalation in un prossimo futuro e' quello dei palmari e dei telefoni cellulari intelligenti. Sono state già costruiti dei virus "in laboratorio" che dimostrano la debolezza di alcuni di questi sistemi. Inoltre, sono state scoperte anche debolezze per esempio nella gestione dei servizi senza fili via Bluetooth. Presto potrebbero arrivare brutte sorprese anche in questi settori.

Vuol dire che i produttori non hanno imparato dagli errori di altri settori e non hanno pensato alla sicurezza dei nuovi prodotti?

No, voglio dire che quando si connette alla rete un computer, che sia un Pc o un telefono intelligente, il rischio c'e' sempre. Bisogna attrezzarsi e dotarsi di soluzioni in grado di contrastare gli attacchi e individuare i virus.




Lei e' spaventato dall'ipotesi che sembra sempre piu' concreta...

Quando parliamo di business non ho mai paura!

Mettiamola cosi': quali effetti potrebbe provocare una eventuale decisione (che sembra sempre piu' possibile) da parte di Microsoft di entrare nel mercato degli antivirus con un suo prodotto? Cambierebbe qualcosa per Symantec?

No, assolutamente. Avere acquistato un prodotto scegliendo di rivenderlo non vuol dire diventare automaticamente esperti di sicurezza. Ci vuole molto di piu': credibilita', rapporti consolidati con i rivenditori e i clienti, un team di sviluppo valido, una cultura per la realizzazione di soluzioni. Tutto questo noi lo abbiamo e Microsoft non puo' inventarselo in poco tempo. Serve una struttura che sia in grado di dare credibilita' non solo al prodotto, ma anche a tutto il lavoro di ricerca che c'e' dietro e che - nelle aspettative del cliente - ci sara' anche in futuro. La sicurezza non e' un gioco da ragazzi, non si puo' comprare al supermercato delle start-up ne' improvvisarla solo con i soldi.

Il mercato dei produttori di sicurezza pero' e' molto frammentato: non crede che sia possibile un suo consolidamento in tempi relativamente brevi?

E' vero, ci sono tanti, troppi attori su un palcoscenico che sta facendo gola a molti. Ritengo anche io che presto il loro numero si ridurra' in modo significativo. Proprio come sta succedendo nel settore del software applicativo per le imprese: i grandi comprano i piu' piccoli e il settore si polarizza attorno a un numero ristretto di big e piccole start-up che producono ulteriore innovazione. E' naturale, e' una legge del mercato che accada anche in questo settore, soprattutto viste le buone performance economiche degli ultimi tempi.

Qual e' la molla, secondo lei, che fa scattare la decisione di acquisto per i clienti della sicurezza? Come riescono a valutare il ritorno del loro investimento?

La valutazione e' semplice: tutti hanno il proprio business che e' esposto alla rete in misura maggiore o minore. Qual e' il costo di un periodo in cui la propria rete, i propri server non funzionino? La sicurezza vuol dire fiducia che le cose funzionino. Abbiamo 1,8 miliardi di dollari di fatturato, la maggior parte del quale viene dal nostro brand, fatto questo che indica l'affidabilita' dell'azienda e delle nostre soluzioni. Quello che vendiamo e' la fiducia in noi, non una tecnologia "magica".

A.Di.

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