29.7.04

La notte, d'estate

SI PUO' INCOCCIARE in strani, stranissimi film (soprattutto a tarda sera su Italia 7). Che poi risultano essere anche qualcosa di piu' che non semplici elaborati per il grande o piccolo schermo. Il caso in questione e' questo Tender Loving Care.



Da segnalare una strepitosa Marie Caldare (che e' apparsa anche in un episodio di una serie satellite di Star Trek) nella parte di Allison.



Anzi, la segnalo un'altra volta...



27.7.04

La bellezza e' l'unica difesa dalla complessita'

C'E' UN MODO di fare giornalismo, mi segnala un amico e non posso fare a meno di essere daccordo, che consente di parlare in modo semplice, preciso e non banale di tutto. Anche dell'iformatica. Senza scadere nel romanzetto feuillettonesco o nel "nanetto" a tutti i costi. Parlando di cose non immediate, non intuitive o all'apparenza poco "interessanti", come sono ad esempio la nascita di Unix e del linguaggio di programmazione C. Su una testata generalista come il settimanale britannico The Economist.



Con questo articolo, ci riescono. E, aggiungo, il collega del Regno Unito trova anche una gran chiusa:

Dr Pike says that the thing he misses most from the 1970s at Bell Labs was the terminal room. Because computers were rare at the time, people did not have them on their desks, but rather went to the room, one side of which was covered with whiteboards, and sat down at a random computer to work. The technical hub of the system became the social hub.

It is that interplay between the technical and the social that gives both C and Unix their legendary status. Programmers love them because they are powerful, and they are powerful because programmers love them. David Gelernter, a computer scientist at Yale, perhaps put it best when he said, ''Beauty is more important in computing than anywhere else in technology because software is so complicated. Beauty is the ultimate defence against complexity.'' Dr Ritchie's creations are indeed beautiful examples of that most modern of art forms.

Pazzi scatenati

HANNO COMINCIATO A girare il mondo. L'obiettivo era ambizioso: andare a pestare con i piedi per terra ogni incrocio di meridiani e paralleli (se in acqua, recandosi in nave).


Questo e' l'incrocio 23 gradi nord, 82 gradi ovest...


In che senso? Per esempio l'Italia. L'hanno percorsa tutta, grado di latitudine e longitudine dopo grado di latitudine e logitudine. Facendo la foto e segnando il pallino sulla mappa. Contenti loro...



(per adesso hanno visitato 152 paesi, "toccando" un numero impressionante di confluenze...

23.7.04

Dino Dini

TANTO, TANTISSIMO TEMPO fa avevo parlato del mio omonimo, Antonio Simmons Dini, che compare nelle ricerche su Google tra le prime posizioni (per adesso la quarta, ma lo scalzero' del tutto...).



Ebbene, lui era un pilota, un asso della Seconda guerra mondiale, scomparso tragicamente un giorno come tanti altri durante un volo di trasferimento sopra il Kent, lui che era sopravvissuto alla Battaglia d'Inghilterra... In quel caso le coincidenze (il tema del volo, la Nuova Zelanda e via dicendo) erano parecchine e inquietanti.



Quest'altro non e' proprio un omonimo, ma ci si avvicina. Si chiama Dino Dini, questo e' il suo sito e se volete capire chi sia, questi lo spiegano. Bisogna dire: uno dei pochi nomi nel mondo dei video games, anche se adesso lo ricordano sempre meno. E soprattutto, considerando che la mia tesi di specializzazione si intitolava "Video Games as a New Media", direi che non c'e' che dire per le inquietanti coincidenze anche in questo caso...



Somiglianze

LEGGENDO UNA INTERVISTA (parecchio interessante) a Peter Gabriel sul sito della Cnn, osservavo anche la sua foto. E notavo: ma questo lo sai che somiglia un casino a Giorgio Faletti? Ditemi voi (Faletti, se avete dei dubbi, e' quello sulla destra)



Magari non sono il primo a notarlo, pero' fa abbastanza impressione...


22.7.04

Io questo l'ho intervistato...

OGGI SU ZDNet c'e' una intervista al Ceo di Symantec, John W. Thompson

Io lui l'ho intervistato qualche settimana fa. Eccone il resoconto:

"Ogni giorno scopriamo sette nuove debolezze di Windows e compaiono cento nuovi software: quella della sicurezza e' una vera e propria guerra". Per John Walter Thompson, presidente e amministratore delegato di Symantec, il lavoro e' una corsa continua contro il tempo. L'azienda che vende più del 50% dei sotware antivirus installati dai consumatori si occupa di sicurezza a tutto campo in un ambiente - quello informatico - che sta diventando sempre piu' insicuro.

In quali settori siete presenti con le vostre soluzioni?

Sia nel mercato consumer che in quello professionale, lavorando sempre di più con i fornitori di servizi di rete, perche' adesso la sfida si e' spostata molto su quel lato delle infrastrutture più che sui semplici personal computer. Abbiamo software contro i virus, per il controllo delle intrusioni, centrali per il monitoraggio in tempo reale della sicurezza dei nostri clienti, centri di ricerca per identificare e preparare in tempi brevissimi le reazioni a ogni nuovo tipo di minaccia.

I dati degli ultimi tempi mostrano una crescita inarrestabile del fenomeno virus e worms. L'omogeneita' dei sistemi operativi scelti dai consumatori aiuta questa diffusione?

Si, perche' più del 95% dei sistemi sono basati su Windows. Ma questo non vuol dire che e' il meno sicuro. Vuol dire solo che e' il più grande attore presente sul mercato e che tutti gli autori di virus e hacker in cerca di debolezze da violare cercano di colpirlo. Chi sostiene che sarebbe necessario un ambiente più eterogeneo ha un approccio sostanzialmente semplicistico.

Quali sono le nuove frontiere della sicurezza? Da dove giungeranno i nuovi attacchi?

Il settore nel quale ci aspettiamo che vi sia una escalation in un prossimo futuro e' quello dei palmari e dei telefoni cellulari intelligenti. Sono state già costruiti dei virus "in laboratorio" che dimostrano la debolezza di alcuni di questi sistemi. Inoltre, sono state scoperte anche debolezze per esempio nella gestione dei servizi senza fili via Bluetooth. Presto potrebbero arrivare brutte sorprese anche in questi settori.

Vuol dire che i produttori non hanno imparato dagli errori di altri settori e non hanno pensato alla sicurezza dei nuovi prodotti?

No, voglio dire che quando si connette alla rete un computer, che sia un Pc o un telefono intelligente, il rischio c'e' sempre. Bisogna attrezzarsi e dotarsi di soluzioni in grado di contrastare gli attacchi e individuare i virus.




Lei e' spaventato dall'ipotesi che sembra sempre piu' concreta...

Quando parliamo di business non ho mai paura!

Mettiamola cosi': quali effetti potrebbe provocare una eventuale decisione (che sembra sempre piu' possibile) da parte di Microsoft di entrare nel mercato degli antivirus con un suo prodotto? Cambierebbe qualcosa per Symantec?

No, assolutamente. Avere acquistato un prodotto scegliendo di rivenderlo non vuol dire diventare automaticamente esperti di sicurezza. Ci vuole molto di piu': credibilita', rapporti consolidati con i rivenditori e i clienti, un team di sviluppo valido, una cultura per la realizzazione di soluzioni. Tutto questo noi lo abbiamo e Microsoft non puo' inventarselo in poco tempo. Serve una struttura che sia in grado di dare credibilita' non solo al prodotto, ma anche a tutto il lavoro di ricerca che c'e' dietro e che - nelle aspettative del cliente - ci sara' anche in futuro. La sicurezza non e' un gioco da ragazzi, non si puo' comprare al supermercato delle start-up ne' improvvisarla solo con i soldi.

Il mercato dei produttori di sicurezza pero' e' molto frammentato: non crede che sia possibile un suo consolidamento in tempi relativamente brevi?

E' vero, ci sono tanti, troppi attori su un palcoscenico che sta facendo gola a molti. Ritengo anche io che presto il loro numero si ridurra' in modo significativo. Proprio come sta succedendo nel settore del software applicativo per le imprese: i grandi comprano i piu' piccoli e il settore si polarizza attorno a un numero ristretto di big e piccole start-up che producono ulteriore innovazione. E' naturale, e' una legge del mercato che accada anche in questo settore, soprattutto viste le buone performance economiche degli ultimi tempi.

Qual e' la molla, secondo lei, che fa scattare la decisione di acquisto per i clienti della sicurezza? Come riescono a valutare il ritorno del loro investimento?

La valutazione e' semplice: tutti hanno il proprio business che e' esposto alla rete in misura maggiore o minore. Qual e' il costo di un periodo in cui la propria rete, i propri server non funzionino? La sicurezza vuol dire fiducia che le cose funzionino. Abbiamo 1,8 miliardi di dollari di fatturato, la maggior parte del quale viene dal nostro brand, fatto questo che indica l'affidabilita' dell'azienda e delle nostre soluzioni. Quello che vendiamo e' la fiducia in noi, non una tecnologia "magica".

A.Di.

Il pezzo della vita

CREDO CHE SUCCEDA piu' o meno in tutti i settori. C'e' la partita della vita, il gol della vita, l'affare della vita, la notte della vita, la scopata della vita. Beh, c'e' anche il pezzo, l'articolo della vita. A qualcuno (mi viene in mente Montanelli, forse perche' ho letto il suo inedito su Montini ieri sul Corriere) il pezzo della vita veniva tutti i giorni. Ad altri mai. Ad altri una volta nella vita.

Poi si puo' segmentare il genere: il pezzo di politica, di esteri, di cronaca, di tecnologia. In quest'ultimo settore devo dire che oggi penso di aver trovato quello - da leggere solo se avete interesse per l'argomento - di un newyorkese simpatico. Si tratta di Joel, e parla di Windows. In pratica, il ragazzo approfondisce il tema del futuro di Microsoft. La storia e' un po' lunga, ma se arrivate a meta', poi si che la storia diventa interessante...

Da aggiungere che sempre lui, questa volta tradotto in italiano, spiega perche' tanti investono nell'Open Source (qui la lettura e' consigliata per un pubblico piu' generalista, con sensibilita' a temi economici).

Ecco, di pezzi della vita ne ha gia' piazzati due, a quanto mi risulta. Mica male...

Gunga Din

DA TEMPO MI affascina. Il nome, la parola, il suono, il ricordo delle immagini di un film in bianco e nero del 1939. Sapere che e' il nome di un protatore d'acqua dell'India coloniale



In realta', saprei dire poco altro, ne conosco ben poco. E' un poema di Rudyard Kipling, certo. Celebra le virtu' dell'indiano che salva la vita al soldato coloniale britannico: "You're a better man than I am, Gunga Din!"

Ma e' anche la storia di chi vuol proporre l'ideologia del colonialismo paternalista. Che tristezza. Forse ne so abbastanza. Forse non mi piace piu'


21.7.04

Temperature dentro e fuori

ALLORA, IO HO questo nuovo computer portatile. Una classe completamente differente dal mio vecchio. Sono passato da un iBook 500 Mhz, processore G3 a basso consumo (e basse prestazioni) affogato in un guscio di policarbonato (termicamente isolante) a un PowerBook 1,5 Ghz, processore G4 ad alto consumo (e alte prestazioni) incastonato dentro una sottile scatola di alluminio (molto efficiente da un punto di vista termico: attira le zanzare piu' di me).

Risultato? Scotta come un demonio. Ma bisogna anche notare che adesso siamo in un luglio afoso, umido e caldo. E l'aria che circola intorno al PowerBook e' gia' calda di suo. Per dire, quando lo faccio partire marca 42 gradi (proveniendo dallo stand-by "sleep" che comporta lo spegnimento di tutte le circuiterie) e dopo un po' raggiunge i 61 gradi (punta massima). Se fossimo a gennaio, partirebbe da venti gradi circa. E non starebbe sopra i 45 a pieno regime.

Spero...

Trans-Siberiana

ESATTAMENTE OGGI, CENTO anni fa, veniva terminata dopo 17 anni di duro lavoro la linea ferroviaria di 7.371 Km che attraversa la Siberia. E' la famosa transiberiana.



Mito per tanta letteratura pre-Kerouak...

Reclame

UNA PICCOLA CHIESA della Gran Bretagna ha proposto la seguente pubblicita'. Pare che Intel gli voglia far causa...



20.7.04

Animali

VI PIACCIONO LE bestie? Dovreste fare un salto in Nigeria...



Ho capito qual è il mio lavoro

ECCO, MAGARI CI ho messo un po', ma ci sono arrivato. In pratica, il mio lavoro sta nell'ottavo livello del modello Iso-Osi. Quello tra persone, non tra macchine o applicazioni...



19.7.04

In diretta da Cecina

IERI E' PARTITO il Meeting Internazionale Antirazzista di Cecina. C'e', come di consueto, anche il lavoro dell'agenzia Net Radio Meeting. Io pero' quest'anno non ci sono, per la prima volta da molto, moltissimo tempo. E' la vita (o forse la politica, bisognerebbe dire). Chissa'.



Mi dispiace, mi ci ero abituato, mi piaceva, mi sembrava di fare qualcosa di utile. Sono triste. Oltretutto, finalmente avevo anche il computer adatto... Spero che gli altri si divertano, anche se non li conosco tutti. E che siano coscienti di fare qulcosa di utile.




(piu' avanti, notizie su Lussemburgo e San Francisco)

16.7.04

Ecco Alamogordo...

VISTO CHE AVEVO aperto il discorso l'altro giorno, oggi lo chiudo. Per una coincidenza, infatti, oggi 16 luglio ricorre l'anniversario (era il 1945) del primo esperimento nucleare "all'aperto" degli Stati Uniti (e quindi del mondo, a quanto e' dato di sapere).



Si tratta del lancio studiato dagli scienziati del progetto Manhattan, quello che con due bombe chiuse la Seconda guerra mondiale e apri' la guerra fredda. Tra gli scienziati c'era anche Enrico Fermi, che segnalo essere morto negli anni Cinquanta a causa delle radiazioni assorbite facendo gli studi del progetto.

L'esplosione avvenne nel Trinitiy Site, parte dell'Alamogordo Bombing Range, oggi diventato White Sands Missile Range. Il sito e' nella parte del Range tra le citta' di Carrizozo e Socorro, nel New Mexico, deserto "Jornada del Muerto"... Se vi capita di passare da quelle parti, c'e' anche la lapide commemorativa.



12.7.04

Fall Out

DOPO LA SECONDA Guerra mondiale i militari statunitensi (come anche francesi, russi, cinesi, britannici) proseguirono i test atomici per verificare la potenza e le nuove tecnologie atomiche. Fu uno dei capisaldi della guerra fredda. In realta', gli esperimenti meglio documentati sono quelli statunitensi. Per i quali vennero utilizzate come "cavie" anche i militari statunitensi. In parte per ignoranza degli effetti delle radiazioni, in parte per studiare i suddetti effetti. E' storia nota, nel suo quadro generale. Il seguente sito raccoglie le testimonianze di un numero enorme di sopravvissuti (da qui si racconta, ad esempio, l'Operation Castle del 1954, Oceano Pacifico).

Qui sotto, invece, gli effetti di ricaduta della radioattivita' sul territorio degli Stati Uniti... nel corso dei vari esperimenti, ovviamente. Ma fa impressione lo stesso...


8.7.04

Piccole manipolazioni

C'E' UN PROGETTO di informatica (peraltro interessante) che viene agli onori della cronaca negli Usa. Si tratta di computer che possono palleggiarsi il lavoro da un capo all'altro del paese. Cioe', informazioni che passano da un computer all'altro a seconda di dove va' la persona che ci lavora.

Non e' questo il punto, pero'. La cosa singolare e' che sul sito del progetto viene presentata una foto del team di ricerca. Questa che segue...



Un bel team, decisamente multirazziale. Direi quasi indianeggiante

Un sito di informazione, però, che si chiama Post-Gazette, la cosa la presenta in un altro modo. Almeno, dal punto di vista della foto scelta a rappresentare gli uomini dietro la tecnologia...



Decisamente meno "multirazziale" e piu' "omogeneo". C'e' l'indiano, ma da operetta... Pensate sia un caso? Pensate veramente che quello pagato per mettere online le foto le scelga a casaccio? Senza neanche una mezza riflessione? Mah...

Nigritude Ultramarine parte II

PROBABILMENTE NON LO RICORDATE, ma tempo addietro avevo segnalato un concorso per chi riusciva a propagare di piu', salendo nel ranking di Google, una espressione completamente inventata e atipica: nigritude ultramarine.

Oggi, segnala Wired, c'e' il vincitore. Si tratta di un signore di nome Anil Dash, che ha vinto la seconda e definitiva manche con un solo, singolo post sul suo blog. In cui chiedeva a chi passasse di li' di linkarlo. In questo modo il motore di Google ha posizionato il giovane in cima alla classifica. Senza sforzi particolari e grazie alla collaborazione di tanti...

C'era una volta.... Quotidiani

VISTO CHE PER CAMPARE scrivo per il Sole 24 Ore, forse interessera' sapere che oggi, nel 1889, venne pubblicato il primo numero del Wall Street Journal. La famosa strada di Manhattan dove ha sede lo Stock Exchange, la Borsa di New York, si chiama "strada del muro" perche' si trattava del tracciato - tuttora stretto e tortuoso come in origine - che correva lungo le mura (sarebbe meglio dire le palizzate) del primo insediamento olandese nell'isola. La palizzata serviva a proteggere dagli indiani. Gli abitanti della parte meridionale di Manhattan prendono spesso per i fondelli quegli altri privilegiati milionari che vivono nella parte centrale e settentrionale, dato che li considerano "oltre il muro, in the wildness".

Aggiungo, anche se non c'entra una mazza, che il popolare quartiere Tribeca (si pronuncia "traibica") si chiama così perche' e' la fusione di tre sigle: Tri - Be - Ca, cioe' "Triangle Below Canal Street".

7.7.04

Rilevanti cambiamenti in prospettiva

SECONDO ME, MA direi che la mia previsione non parte da zero, nel prossimo futuro (12-24 mesi) assisteremo a un cambiamento profondo ed esplicito del modo in cui le persone interagiscono con i computer. Partendo dalla presentazione della scorsa settimana di Mac Os X Tiger e di quella (in prospettiva) di Microsoft Longhorn, il successore di Windows XP, devo dire che due cose mi vengono in mente. E la cosa non puo' che farmi piacere...

Dunque: la ricerca. Adesso pare che in molti si concentrino su questo aspetto del computer e della sua relazione con le persone. Non solo la cosa e' logica perche' da tempo e' evidente che il numero di documenti e file da analizzare sono aumentati soprattutto per il costante aumento dell'importanza del computer nella vita quotidiana che non per la maggior dimensione dei dischi (puttanata quest'ultima), ma soprattutto perche' il tema dell'organizzazione della conoscenza e' diventato centrale. La metafora della scrivania, con cartelle, documenti e ammenicoli vari ormai non soddisfa piu'. Troppo rigida. Serve un sistema piu' morbido, piu' flessibile per archiviare, organizzare e ritrovare i dati.

L'interfaccia e' anche logora dal punto di vista squisitamente visivo. La maggiore innovazione di Apple negli ultimi anni e' stata un sistema chiamato Expose', in grado di far cambiare "forma" alle finestre per riorganizzarle con il tocco di un pulsante o il movimento concordato e particolare del mouse. Bello. Adesso emergono altre proposte di stravolgimento della metafora dei quali ho gia' scritto. In particolare, Sun ha sviluppato per Java Desktop una versione in grado di far muovere gli oggetti e le finestre in un simil ambiente tridimensionale. Bello. Si chiama Looking Glass e vale la pena farci caso per il futuro.

Infine, una terza osservazione. Credo che questi cambiamenti possano arrivare tutti in una volta, anziche' in scaglioni. E credo che potrebbero mettere "fuori standard" il dekstop di alcuni sistemi rispetto ad altri. Anche le sottostanti tecnologie stanno diventando sempre piu' complesse e differenti le une dalle altre. In questo senso, il ruolo della rete sta riversando solo adesso il cambiamento in questo ambito. Si tratta di un mutamento profondo di paradigma, che vede il personal computer diventare una sorta di "personal multiutente networking computer", qualcosa insomma in grado di fare cose completamente differenti dal pc in modo naturale. Anche il pc covenzionale ci riuscirebbe, ma lo fa in modo forzato. Pero' la rete e' una cosa differente da un ambiente chiuso. E questo cambiamento sta per mostrare quanto possa essere grande il divario.

6.7.04

Perche' non abbiamo anche noi Slashdot? Forse perche' siamo italiani..

STAVO SEGUENDO UNA notizia trovata su Slashdot, il sito-comunita' americano il cui scopo e' fornire "News for Nerds. Stuff that matters". Insomma, inciampo in questo articolo, relativo a un professore di computer science che da anni va dicendo a Cisco che i manuali dei suoi router sono fatti con i piedi. Loro non lo ascoltano? Allora lui si scrive il manuale di uso perfetto e lo mette a disposizione online. Un tomo da 800 pagine.



Niente di eccezionale come notizia, direte voi. Infatti. A meno che, ovviamente, non possediate un router della Cisco e col manuale non ci abbiate capito niente. Poi, pero', leggendo i commenti (che sono la vera forza di Slashdot) si incoccia in questo tipo di osservazioni (notare, proprio mentre da noi si fantastica di manuali scolastici online, per i quali viene preservato solo il diritto di autore):

I'm still wondering why the governments don't require free and "open source" text for public schools. In college, the professors used to change the text every semester so that the students couldn't sell the books back at the end of the semester (likely getting kick-backs from the text manufacturers, no doubt).

If just one state would sit down and even purchase some good works and make them freely available for modification and distribution, then the cost of education would be greatly reduced. Profs would be free to make changes at it fits their style so long as those changes are re-posted to the public. Students could read the texts online and/or print them


E poi:

You're exactly right about getting kick-backs, as well as the fact that they collect royalties for every book they put out. My Biology teacher is friends with the author of my Biology book (this is the reason that we use it, actually) and he has stated that to stay current with the class, you need the new book. Unless, you're really cheap, in which case, you'll need to know that Chapter Five is now Chapter Seven, and other trifle changes like that. At $100 a pop, these guys are milking college students (and their delicious scholarships) for as much as they can.

Ancora:

i'm not sure that would work...you need to have some "standard" teaching material somewhere...if you let every individual professor/teacher alter their text book according to their spercifications, things could get out of control...think about the viewpoint an affrican high school teacher in mississippi might have while teaching about the civil war...or a staunch anti-war believer when teaching about vietnam...children's views of events would eventually become skewed...that's why it's good to have standardized text books...

of course, this relates mostly to elementary school & high school...obviously once you get into college, many teachers don't even use text books to begin with...


Ancora, di nuovo sui manuali di Cisco:

good to see somebody doing this. I took the first semester Cisco course at my college, and yeah, the books weren't all that good. I haven't seen his work yet, but I do recall the first semester is exclusively going over the seven layers of the OSI model in sometimes painful detail. Can tend to throw the beginning student off, especially considering the OSI model is not much more than an academic tool anyway, TCP/IP is were its at in the 'real world'.

Ancora:

They probably figured, "we can charge a ton for our cert's forever, because no one is going to take the time to write a book." OOPS! I hope other people follow suit and finally we will be rid of the "if you're not certified, you can't have learned it" business principle.

Ecco, queste cose da noi mica ci sono. Da noi sarebbero solo troll, incazzati, oppure eminenti linguisti che confabulano tra di loro con linguaggi ostici e aulici. Mah... Saranno anche coglioni, 'sti americani. Pero'...

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HO RISPETTO PER entrambe le opinioni. Quelli che dicono che non gli piacciono i blog in cui si parla dei fatti propri (chissenefrega, dicono) e quelli che invece li preferiscono ai blog piu' "giornalistici", anche se magari non son fatti da giornalisti. Personalmente seguo la linea del pudore e, se pure puo' sembrare che racconti una bella forchettata di fatti miei, in realta' non credo di dire cosa davvero sta avvenendo a me come persona.

Aggiungo pero' che oggi, all'improvviso, ne sento fortissima la necessita'. Non so spiegare questo desiderio e lo segnalo prevalentemente perche', nonostante i meccanismi di autocensura siano ancora abbastanza efficienti, l'impulso e' molto intenso. Piu' di sempre.

Quindi, per spiegare come mi sento senza spiegarlo, vi dico solo che non trovo piu' la mia collezione (completa) di cd di Alan Parsons Project. Non ne trovo piu' uno. Forse gli avro' prestati, forse saranno andati persi nei passaggi tra Milano e Firenze e tra Milano e Milano. Chi puo' dirlo. Posso solo constatare con una stretta al cuore, che non li trovo piu'. Ecco, anche per il resto mi sento cosi'. Ma e' inutile indagare il perche', dal momento che non sono affari vostri.

Scusate la contraddizione, ogni tanto pero' ci vuole. Mica uno puo' sempre fare il bambino

Oggi nacque il dollaro

SONO PASSATI UN bel po' di anni. Era infatti il 1785 quando gli Americani, freschi di rivoluzione, decisero per una nuova moneta che tanto avrebbe influito sui destini del mondo: il dollaro. Tra le altre cose, fu anche la prima volta che uno stato decise di utilizzare una moneta basata sul sistema decimale...

Dolce Pesaro

SEMBRA PROPRIO RIMINI, ma e' un po' piu' giu'. Ho passato il fine settimana a Pesaro, ospite di amici. E' li' che ho scoperto che Settimio in realta' si chiama Paolo. E che ha una bellissima famiglia. Se altri personaggi del mondo di Internet vogliono invitarmi in localita' marine, accorro volentieri...