18.2.04

La p�etas dove la mettiamo?

EGREGIO POSTO DI ANTONIO,

io non mi sento in grado, penso, di poter eventualmente giudicare alcuno e quindi non capisco perch� dovrei essere giudicato. Insomma! Glielo dica al suo amico Luca Sofri, alias Wittgenstein, il blog insomma, oppure Quattroeunquarto, uno dei due, tanto per intenderci. Uomini di buona volont� contro professionisti. Io sono uomo di buona volont�, certamente. La consueta leggerezza di Wittgenstein senza dubbio alcuno un dono raro per� se uno legge dietro le righe quello che trova � pesante, ecco. Ma infatti perch� dovrei essere condannato se questa societ� mi ha fatto crescere, voglio dire se a 29 anni sono ancora forse un adolescente, come se fossi adatto a niente e io ci metto impegno ma alla fine non mi pare che mi si possa condannare solo perch� non vado bene. Non c'� pi� rispetto per gli sconfitti? La p�etas dove la mettiamo? Perch� dovremmo essere tutti bravi e vincenti? Se uno � cialtrone, non ci si dovrebbe chiedere, io penso, perch� uno � cialtrone anzich� dire che � cialtrone e basta? Mica la faccio io la televisione o i libri di scuola che non parlano delle foibe. Io sono stato un adolescente che � cresciuto credendo a quello che gli dicevano: Babbo Natale, in sostanza, e adesso mi dicono che dovevo suonare il pianoforte sulle navi da crociera e poi magari costruire una citt� accanto a Milano. Io mica voglio fare quello: sono buoni tutti a parlare in televisione, poi per� quando uno cerca di fare qualcosa con tanta passione se non ci riesce subito diventa un coglione. Non mi sembra giusto.

[Lettera firmata]

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