2.8.03

Un uomo migliore? Alle volte mi sento cosi'

ECCO, VEDETE, IO fino ad oggi ho scritto per questo Posto con una mano sola. Insomma, lo dicevo anche al Beppe di persona qualche giorno fa: per me � una sorta di terapia. Scrivi di corsa, magari senza neanche prestare troppa attenzione a quello che viene fuori dalla tastiera sia per i contenuti che per la forma, un occhio alla connessione via telefono che costa un accidente, ma intanto ritrovi il gusto e il divertimento di scrivere. E' importante.

Poi, c'� questo fatto che la gente ti legge. Le persone, gli sconosciuti. Quella che sai un accidente chi �, per� arriva, passa, lascia tracce sul motore conta-visite. Poca gente, per essere sinceri, quasi amici del bar, visti i numeri. Meglio, con qualcuno abbiamo anche iniziato a scriverci, ci si conosce. Per questo motivo, fondamentalmente, mi ci trovo bene in questo posto. Quello che non scrivo per gli altri, per lavoro, lo scrivo per tutti, cio� quattro gatti. E sono felice cos�. Sempre meglio che tediare il barista sotto casa con le proprie, strampalate fissazioni in ambito Mac e poco altro. Oltertutto, a scrivere per un quotidiano nazionale (come a fare radio e - chiss� - anche televisione) ci si pu� montare la testa.

C'era quello che sosteneva che l� fuori � pieno di donne che vogliono dartela, ma non lo sanno che ci sei. E' solo un problema di comunicazione, proprio come fare il presidente del Consiglio. Io se comunico, comunico a trenta, quaranta, forse cinquanta persone. Ok, meglio. Almeno non mi monto la testa e penso che gli altri due milioni di lettori (quelli per lavoro) mi leggono perch� c'� scritto Sole 24-Ore e non perch� c'� scritto Antonio Dini.

Ho anche trovato via Wittgenstein anche chi spiega interessanti ricette del successo per il proprio blog. Niente male, oltretutto. Quasi lo Zen e l'arte della scrittura online. Credo anche che sia importante dare un senso a questa esperienza di scrittura, in molti lo stanno facendo e con strade diverse e originali. Ottimo. Mi sta anche venendo (se ne riparler� pi� avanti) di contribuire in qualche modo.

Poi, alle volte, ci si incazza. Da un lato perch� a fare quello che scrive con una mano sola ti viene un po' il complesso che la gente ti legga con un occhio solo. Ok, fa parte del gioco. Per� non prendiamoci per il culo. Siamo tutto persone, o almeno cos� dovrebbe essere. Se scrivi su un foglio ciclostilato e poi lo appendi al muro, anonimo o firmato che sia, perdi un po' di vista che sei una persona e perdi un po' di vista che sono persone anche quelle di cui scrivi tu. Non � bello. La cosa bella di Internet, dei blog e di tutto l'ambaradan � che siamo alla pari, il limite � la nostra capacit� di scrivere. Pi� qualche fattore trainante di cui tra poco vedremo il senso e la consistenza.

Cos�, consentite uno sfogo. Che non vuole essere n� piccolo n� irrilevante. Che non parte da questo Posto, ma deriva da quello che ho letto negli ultimi tre giorni. Cito sovente Wittgenstein (stavolta non metto il link), perch� mi sta simpatico il sito. La persona, cio� Luca Sofri, � un altro discorso. Stimo il giornalista (e l'utente Mac). Stimo, oltre alla sua penna (pi� che stima � invidia, comunque diciamo stima, che suona meglio), anche molte delle sue idee. E la concisione. E la leggerezza. E anche il tratto con cui (raramente) affronta una vicenda che tocca la sua famiglia da molto tempo. Pochi giorno fa Luca ha messo online un capitolo di un suo scritto che racconta non la vicenda giudiziaria di suo padre, ma la vicenda umana sua e della sua famiglia. L'unica cosa che mi tratteneva da scrivere questo post, infatti, derivava proprio dal rispetto per lui e la sua famiglia.

Scrive, tra l'altro, nel capitolo uno: Il carcere dei parenti � un carcere a parte. Una terra di nessuno, una via di mezzo tra il fuori e il dentro. Niente che possa essere paragonato alla disumanit� del carcere dei detenuti, niente che possa essere paragonato con l�umanit� della vita fuori. Un giro sulle montagne russe: dura poco, ti stravolge e ti rimette coi piedi per terra e la sensazione di avere sognato. Ma poi ti abitui.

Non nascondo (gliel'ho anche scritto) che mi � piaciuto molto quello che ha scritto e come. Ma mi fa incazzare e non posso esimermi dal farlo sapere al mio ristretto mondo, che c'� chi con una penna differente affronta le cose con altro stile, quello di un cecchino:

L�ARISTOCRATICO DELLA SBARRA PER USCIRE DI GALERA, NON C�E� BISOGNO DELLA GRAZIA DI STATO BASTA PORRE LA FIRMA SU UN SEMPLICE MODULO PER LA SEMI-LIBERTA� - PERCHE� SI OSTINA AD ESSERE UN DETENUTO DIVERSO ED ECCELLENTE?

L'estensore � anonimo, ma il sito � molto personale: Dagospia, tenuto da quell'ineffabile castigatore dei costumi altrui che � Roberto D'Agostino. Affronta con lena la vicenda Sofri (temo che il link possa cambiare, nei prossimi giorni), sulla base dell'assunto che se Sofri sta in galera fondamentalmente � perch� non solo � reo, ma anche fesso e ci vuole restare. Oppure, non proprio fesso:

Secondo altre voci (malevoli o semplicemente stupide), l�auto-reclusione di Sofri avrebbe un altro motivo: stando dentro, li fa ballare tutti. E� la sua vendetta. Dietro le sbarre, eserciterebbe una sorta di ricatto morale nei confronti di quei lobbysti di Lotta Continua che hanno fatto grandi carriere e che sanno quanto sa lui. Il giorno in cui Sofri dovesse lasciare il carcere di Pisa, l�ombra spettrale e persecutoria di Banquo scomparirebbe�

C'� anche la parentesi, all'inizio, che in gergo si chiama "salvaquerele". Come se... vabb�, lasciamo perdere questo punto. Dopotutto, Dagospia � un sito autorevole, con tanto di edizione cartacea acclusa a Panorama e visite record sul sito: 70mila visite in primo di agosto, 2.140.218 vistatori a luglio, 6 milioni e mezzo di pagine visitate nello stesso periodo. Una corazzata dell'informazione. Da solo fa pi� o meno quello che fanno i primi quattro quotidiani italiani. Un pozzo di autorevolezza, insomma.

A me quello che fa incazzare, per�, oltre alla totale mancanza di responsabilit� nei confronti delle persone (perch� sono persone anche quelle che sembrano solo bersagli politici), � un'altra cosa. Io Dagospia, da voyeur incallito, lo frequento quotidianamente. Come me, lurido pervertito, penso molti altri depravati. Forse qualche milione. Un mio amico mi diceva ieri a cena, quasi profeticamente: "In ufficio non si pu� mica aprire quel sito l�. Che cavolo di figura ci fai?".

Si, l'avevo gi� sottolineato una volta e adesso mi viene proprio dal cuore scriverlo di nuovo: altro che mielismo. ascensore tra lo stile alto e basso, impresa editoriale innovativa e peculiare, giornalismo autonomo e senza lacci e museruole. Cavolo. La collezione di immagini e filmati che si trovano da quelle parti ha pochi pari. E' un posto moralmente lurido, non solo per le immagini, ma spesso anche per il tenore degli articoli. E poi diventi moralista e scagli pietre e strali, alcuni a mano aperta altri da dietro, a mano coperta? Ma per piacere.

Quello che segue � l'estratto di cosa si trova oggi in "copertina".



Poi, ditemi voi se � un "gioco a guadagno condiviso", in cui tutti partecipano grazie a Internet e diventano persone migliori, condividendo momenti di gioco e di lavoro serio.

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