27.8.03

Siamo solo dei poveri malati

AVETE PRESENTE quella pubblicit� (peraltro, c'� pure un video musicale dance che affronta lo stesso argomento) in cui una tipa va dall'analista perch� non riesce a campare a causa della forte dipendenza indotta dalla meravigliosa crocera? Girare per le strade (e con la metro) a Milano in questi giorni produce effetti simili.

Ci sono loro, le impiegate intorno ai trenta, abbronzate, vestite ancora con completi da aperitivo in Versilia (pantaloni sbombati di cotone arancioni, top fantasia, abbronzature da competizione, ciondoli e ammennicoli tribali) che leggiucchiano l'ultimo libro rimasto dall'estate mentre il tram semivuoto le sbatacchia a destra e a manca. Manca solo l'asciugamano da spiaggia e la lozione solare dentro la borsa di vimini, poi sarebbero perfette. Non ce la fanno a riadattarsi.

"Quest'anno non smetto di leggere", dice il fumetto sospeso sopra le loro teste, "era troppo bello quel libro di XXX che mi sono letta sulla spiaggia YYY la settimana scorsa". Voglia di evadere, mancanza di desiderio per la fredda (fredda, s�, perch� tra un po' far� f di nuovo reddo!) Milano, determinato desiderio di non cedere alle lusinghe della vita lavorativa, ricerca di quelle emozioni e di quello stile di vita "gggiovane" che adesso il ruolo e la posizione sociale limitano al tempo libero: solo dopo le 19 e nel fine settimana. Non � la stessa cosa, chiaro: ci vuole lo stile "gggiovane" da Mtv on the Beach. L'alienazione galoppa, gli psicanalisti si comprano la barca, il mondo gira e loro con lui. Il marketing vende crociere e tutti sono felici, anche se un po' meno di prima.

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