23.9.14

Godzilla (2014)

NON PENSO SI possa dire in altro modo: è un filmone. Cioè, non cambia la storia del cinema, non ci fa scoprire un nuovo Steven Spielberg o un nuovo Harrison Ford (o un nuovo Michael J. Fox) , però è davvero un filmone. Ben fatto. Gonfio di effetti speciali. Con anche quel tratto un po’ lucido e spietato che non ci sta male. Ben diretto e ben interpretato. Bello lungo ma senza stancare. Tanta roba e di qualità costante.

La sorpresa è il protagonista: Aaron Taylor-Johnson (Ford Brody), che è un attore partito dal teatro con una certa profondità a cui la sorte ha assegnato un fisico e soprattutto una faccia perfetta per i film d’azione. Segue ottimamente Ken Watanabe (Ichiro Serizawa) che dà ancor più spessore al complesso. Gli altri sono tutti piacevoli comprimari, ben scelti e quasi perfetti (soprattutto Elizabeth Olsenn nella parte di Elle Brody, moglie di Ford, che ha la faccia disperata a sufficienza ma anche una presenza fisica esuberante: è gnocca e appassionata al tempo stesso). A un certo punto si scivola nella caratterizzazione ordinaria (l'ammiraglio con la faccia lunga e le espressioni scontate da leader in dubbio) ma ci può stare. Anche tra i marmittoni dell'esercito, no problem.  

La storia rilancia da zero Godzilla, il buon lucertolone mutante, questa volta diventato un essere con una spiegazione scientifica più interessante - e relativamente meno incredibile nella classifica dell’incredibilità scientifica che caratterizza i film di Godzilla - e soprattutto il film ha portato finalmente onore a un franchising nippo-americano piuttosto logoro e devastato soprattutto dal Godzilla del 1998. Toei aveva detto che per dieci anni non ne vuol più sapere, i grandi produttori Usa si erano ben scottati le mani togliendosi di torno, così il colpo mancino ben diretto da Gareth Edwards (ha debuttato nel 2010 con Monsters da lui anche scritto) e ottimamente sceneggiato da David Callaham (suoi i tre film - uno in uscita - dei Mercenari-The Expendables, più altre cose fumettose del genere) ha riportato la “strana bestia”, il Kaijū nipponico preferito dai bambini di tutto il mondo, in pista a velocità notevole. E che partenza. Per evitare di spoilerare non vi dico di tsunami giapponesi, hawaiani, a Las Vegas o a San Francisco. Wow. Vi consiglio invece la visione con molto popcorn e qualche birretta.

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