28.9.05

Lolita

QUALE MODO MIGLIORE per cominciare un'uggiosa giornata autunnale, col cielo grigio e la pioggia imminente, se non segnalando un compleanno contraddittorio? Oggi Lolita compie cinquant'anni. Bel record per il personaggio che congela la seduzione di quel limine che separa pubertà e pre-adolescenza dalla prima maturità e fa impazzire i cinquantenni (ma il personaggio di Vladimir Nabokov, Humbert Humbert, probabilmente non ne aveva quaranta, al principio della vicenda) con il passare del tempo inarrestabile. Oggi compiere cinquant'anni per un personaggio letterario vuol dire essere già praticamente immortali. La sorte di Lolita, a occhio e croce, è questa.

Trama ricca e intricata, Lolita è la storia di una patologia che Stanley Kubrik prima e Adrian Lyne dopo hanno rivisitato per il grande schermo. Sui giornali, penso che il più accanito sia Francesco Alberoni (lo dico a istinto, senza dati sottomano, ma credo di non sbagliare). Ogni volta che qualcuno parla di Lolita e cerca di portare il tono del discorso su di un piano letterario, la sensazione che Nabokov (1899-1977) potesse essere uno con l'anima marcia appare prepotente. Eppure, a vederlo sembra tanto un signore per bene.

Non cercate Lolita su Internet, soprattutto non cercate immagini con questo nome, perché si scatena l'ira di Dio della pornografia, del sesso mercenario e di tutto quel che in realtà si può trovare in qualsiasi edicola ben attrezzata ma che i movimenti per la morale e la protezione della giovane (che evidentemente sono avanti) trovano solo in rete.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non sono d'accordo!
Ogni volta che si cerca di portare il tono del discorso su di un piano letterario non si puo' non riconoscere che sia un capolavoro di scrittura e che Nabokov uno dei migliori autori del secolo passato.
IL problema con Lolita e' che lo si commenta come se fosse un fatto di cronaca e non come un'opera d'arte.